23 Feb2024
Scritto da Roberto Scollo. Pubblicato in Cinema
LIBRA
Shock (1977)
Death Waltz Recording Company DW145 (2 LP, 2019)
25 brani – durata: 60’48”
Se ripensiamo il cinema italiano dagli anni Cinquanta agli Ottanta del secolo XX, e ci soffermiamo sul versante fantastico/thriller/horror, molti nomi ci potrebbero venire in soccorso. Cinque tuttavia primeggiano, Mario Bava, Riccardo Freda, Dario Argento, Lucio Fulci, Aristide Massaccesi. A chi attribuire la palma, sarà da decidersi in base al gusto dello spettatore piuttosto che al parere obiettivo (??) del critico. Ma di certo non si sbaglia a puntare su Mario Bava (San Remo 1914 – Roma 1980), autentico poeta del nostro gotico, creatore di atmosfere magiche, macabre, misteriose, con mezzi limitati sopperiti da una perizia artigianale in grado di valorizzare i minimi elementi proiettati in un gioco illusionistico (ricordate l’uomo che insegue il suo doppio, o ne è inseguito attraverso una teoria di stanze tutte uguali in Operazione paura? Allucinazione allo stato puro) oggi ancora d’intatta freschezza e ben reggente la concorrenza delle più sofisticate (ed algide) tecnologie digitali. “Sono un artigiano” diceva di sé, “un artigiano romantico, di quelli scomparsi” (1).
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