04 Feb2014
Scritto da Maurizio Caschetto . Pubblicato in 1M1 Blog
Guardando in anteprima
Storia di una ladra di libri (The Book Thief), il film di Brian Percival musicato da
John Williams a Marzo nelle sale italiane, si ha quasi la sensazione di essere saliti su una DeLorean, di aver viaggiato indietro nel tempo e di essere testimoni di un oggetto cine-musicale fuori da qualunque tipo di relazione con la nostra contemporaneità. Ascoltando la partitura del compositore decano del cinema americano al lavoro sulle immagini e sulla storia del film pare infatti di rivivere l'epoca in cui i compositori sceglievano di servire e di commentare il film senza rinunciare al valore intrinseco della musica. E dunque guardando e ascoltando il Williams di
The Book Thief non è strano se affiorano alla mente il Bernard Herrmann de
Il fantasma e la signora Muir o l’Elmer Bernstein de
Il buio oltre la siepe. Attenzione però, non si tratta di semplice nostalgia dei 'bei tempi andati': la musica di
The Book Thief è talmente lontana e diversa dalla stragrande maggioranza di ciò che oggi ascoltiamo nella musica per film quasi da non sembrare nemmeno più musica per film. E' vero, gli stili evolvono, le mode corrono, i gusti cambiano. Ma, per quanto mi riguarda, non si tratta di capire se un determinato approccio è ‘vecchio’ o ‘nuovo’ e nemmeno se è ‘proattivo’ o è ‘retroattivo’. E' lapalissiano affermare che la musica di
The Book Thief non vuole riscrivere o reinventare la storia della musica per film. Ma c’è qualcosa di sorprendente nell’osservare quanto ancora si possa essere espressivi all’interno di canoni musicali più che consolidati e generalmente ritenuti sorpassati.
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