Peter Pan & Wendy
Daniel Hart
Peter Pan & Wendy (Id., 2023)
Walt Disney Records
21 brani – Durata: 50’15”
Il plurinominato Daniel Hart, 46 anni, americano, con una filmografia di tutto rispetto – quasi una quarantina di titoli dove spiccano i pregevoli Il drago invisibile, Storia di un fantasma, Old Man & the Gun e Sir Gawain e il cavaliere verde – arriva a musicare l’ennesima trasposizione del racconto di J.M. Barrie sulle avventure del ragazzo che non voleva crescere e dell’arcinemico Capitan Uncino (qui interpretato da Jude Law) sull’Isola che non c’è, dopo quelle stranote della Disney animata del 1953 (score di Oliver Wallace), del 1991 di Spielberg (musica di John Williams), del 2003 (compone James Newton Howard) e del 2015 (partitura di John Powell).
E dopo cotanti illustri predecessori, con colonne sonore nitide, solenni e indimenticabili, Hart non è da meno, scrivendo uno score per certi versi vicino a quello dei succitati Williams e Howard, con un impiego parco del mickeymousing (la tetra e macchiettistica “Never Say His Name” e “No Clocks”), facendo dominare un sinfonismo maestosamente araldico (il cavalcante “Neverland”, lo scoppiettante “The Darling Darlings” e il funambolico “My Shadow” che presentano alcuni temi in stile Indiana Jones e Hook di Williams) e poeticamente disneyano – d’altronde è proprio la ‘Casa di Topolino’ a produrre questa nuova versione per lo streaming – (la ninnananna canora “All Grown Up”), nonché canzoni celtico-piratesche (“Ode to the Falling”), pagine adrenaliniche con largo uso di percussioni e coro misto (“Tea Time” e il variopinto e lungo 6’48” “Faith, Trust and Pixie Dust” con echi, qui, di James Horner), eteree e cantilenante (“The Very First Lost Boy”) e mestamente elegiache e lacrimevoli (“Goodbye Peter Pan”), tuttavia con una chiusura epicamente in levare. Hart fa parte della nuova leva dei compositori d’oltreoceano che dimostra che un orecchio ad un certo sinfonismo accorato e insigne del loro glorioso passato si può ancora ritrovare all’interno di una pellicola avventurosa e non i soliti sound design senza leitmotiv apparenti.
Recensione concessa su autorizzazione e pubblicata in origine sulla rivista cartacea Audioreview 2023