Something Wicked This Way Comes
James Horner
Qualcosa di sinistro sta per accadere (Something Wicked This Way Comes – 1983)
Intrada Special Collection Volume 95
11 brani – durata: 45’01’’
L’inquietante pellicola diretta da Jack Clayton e interpretata da Jonathan Pryce, Jason Robards e Diane Ladd rappresenta una delle poche produzioni firmate Walt Disney caratterizzate da un gusto avventuroso tendente all’horror. Ispirato alla storia scritta da Ray Bradbury, originariamente pubblicata nella rivista “Weird Tales” nel 1948 in forma breve, successivamente trasformata in un vero e proprio racconto pubblicato nel 1962, il film si fregia delle musiche composte da James Horner (Braveheart, Titanic, Apollo 13), scritte in uno dei suoi periodi più prolifici.
Preceduta da lavori come Star Trek II – L’ira di Khan, tra le migliori produzioni dell’autore, e seguita dalle pagine composte per Gorky Park e Brainstorm (dello stesso anno), Something Wicked This Way Comes presenta numerosi elementi e tratti stilistici caratteristici della scrittura dell’egregio compositore durante i primi anni della sua carriera.
Numerosi i punti di contatto con le pellicole d’avventura o action, quali Krull o Gorky Park, e altrettanti gli elementi di congiunzione con le più morbide Cocoon o The Journey Of Natty Gann, Something Wicked This Way Comes rappresenta uno dei lavori a lungo attesi dagli appassionati del genere e della produzione musicale di James Horner, grazie ad una quantità di materiale che testimonia la freschezza e l’estro creativo che ha contraddistinto l’artista durante gli anni ’80.
L’album, edito per la prima volta in veste ufficiale, presenta la partitura composta per la pellicola prodotta dalla Disney in una forma tale da garantire la migliore esperienza d’ascolto possibile, tralasciando quello che sarebbe stato l’ordine cronologico del commento musicale rispetto ai fatti narrati nel film.
L’album si apre con un “Main Title” che inquadra in pochi istanti la natura sinistra della storia, insistendo sul suo carattere più cupo attraverso un tema oscuro esposto prima da una successione di note al pianoforte e poi dalla sezione dei fiati, che assieme ad una intonazione dei corni francesi costruiscono un’atmosfera molto inquietante. L’evoluzione del brano si fonde con i toni del giallo e dell’arancio della pellicola, che va a commentare le classiche vedute autunnali con uno sviluppo tematico più spensierato, introducendo musicalmente i due ragazzi protagonisti della storia. Il tema torna più volte all’interno della partitura, e particolarmente interessante è la versione più lenta e nostalgica di “The Boys Buy A Lightning Rod”.
Il movimento più graffiante e rappresentativo della colonna sonora viene esposto attraverso la brillante e penetrante performance in “Dark’s Pandemonium Carnival”, esprimendo quello che è l’elemento più sinistro della composizione con l’ausilio di una corposa sezione d’archi che subentra ad una sessione per ottoni e coro particolarmente inquietante; James Horner si cimenta nella tessitura di una tela molto fitta, nella quale vanno ad intrecciarsi elementi che rappresentano musicalmente le immagini più forti della pellicola, che si tratti del coro che dipinge il vento che spira minacciosamente o delle successioni tra gli elementi della sezione dei fiati, che unita agli archi costruiscono una sequenza frenetica e sinistra molto incisiva.
Molto interessante è la costruzione angosciante, impostata su di una ritmica action, di “Discovered”; la presenza costante del coro femminile, che interpreta passaggi sinistri e penetranti, viene affiancata da una costruzione per archi e ottoni che, dopo alcuni istanti in cui parti dissonanti aumentano l’atmosfera tetra del brano, viene sviluppata su di una ritmica incalzante cadenzata da imponenti presenze di pianoforte e timbriche di percussioni metalliche che guardano molto alle tipiche soluzioni adottate da Horner per i suoi Gorky Park e 48 Hrs.
L’atmosfera diviene ancor più tesa in “The Spiders”, dove una serie di dissonanze, unità stranianti e fiati su cori che emulano delle urla terrorizzate generano sequenze musicali molto interessanti, tra le quali spicca la frenetica sessione degli archi, intervallata da sporadici strappi acuti e graffianti, che nuovamente tornano ad anticipare lavori dello stesso autore, come gli indimenticabili pezzi “Futile Escape” e “Bishop’s Countdown” tratti da Aliens.
L’unità tematica più forte della partitura torna a suonare con un carattere graffiante e acuto in “Magic Window”, accompagnato dall’immancabile coro femminile, evidenziando ancor di più il gusto inquietante del film prima della conclusione dell’album, che attraverso il brano “End Titles” torna a riproporre il tema brillante e spensierato dei due ragazzi, eseguito da una morbida sezione d’archi e arricchita da timbriche e sfumature stilistiche caratterizzanti per il genere in quegli anni. Spicca una timida ma penetrante esecuzione dell’armonica, che guarda molto alle produzioni anni ’80 per i film d’avventura per la famiglia, rafforzata da morbidi arpeggi e brillanti esecuzioni di pianoforte, per poi concludersi attraverso un malinconico movimento per fiati e corni francesi.
La produzione dell’album in questione rappresenta una delle prove più dure tra quelle sostenute dall’etichetta statunitense di Douglass Fake. L’incisione della partitura, in un periodo nel quale i supporti digitali stavano via via prendendo piede, venne effettuata su supporti 3M Digital Audio Mastering System, che consistevano in multi traccia a 32 piste divenuti presto obsoleti a causa dell’avvento di nuovi macchinari digitali per l’incisione.
Ciò all’inizio rese impossibile l’utilizzo delle registrazioni originali per intero; James Horner possedeva infatti solo una selezione di circa 31 minuti della musica composta per il film, e l’assenza di elementi chiave, disponibili solo sui supporti 3M, spinse l’Intrada a non arrendersi e a cercare ancora qualcuno che possedesse un macchinario funzionante capace di leggere i nastri originali. Infine, dopo una ricerca estenuante, un lettore è stato recuperato presso la Disney Imagineering, dove veniva conservato in ottime condizioni.
Grazie probabilmente all’ultimo esemplare al mondo ancora funzionante, la colonna sonora composta nel 1983 da James Horner è finalmente disponibile, dopo circa 26 anni dall’uscita nelle sale cinematografiche, edita nella collana Special Collection della Intrada, con una tiratura limitata a 3000 copie. L’album offre una notevole qualità audio, in grado di rendere giustizia sia alle belle soluzioni tematiche e non composte da James Horner che alle interessanti timbriche ottenute dall’accurata orchestrazione di Greg McRitchie, storico collaboratore dell’egregio compositore.