01 Set2015
Faccia a faccia
Ennio Morricone
Faccia a faccia (1967)
Verita Note VQCD 10061
34 brani - durata: 59'05"
Faccia a faccia, diretto del recentemente scomparso Sergio Sollima, nasce dal desiderio di raccontare la storia di un personaggio che, rispondendo a stimoli particolari, cambia radicalmente il proprio temperamento. Lo spunto venne al regista nel periodo della sua militanza nella Resistenza, quando ebbe modo di constatare quanto gli esseri umani possano mutare, fino a diventare l’opposto di quello che erano. L’idea si adattava molto bene al western, essendo quest’ultimo uno straordinario contenitore di miti ed un genere in grado di dare senso e profondità a qualsiasi metafora, estremizzando situazioni e caratteri. La critica ha accusato il film di didascalismo, considerandolo troppo verboso e psicanalitico per essere un western. È certo che si tratta di un’opera molto drammatica, con toni da tragedia e con uno sforzo superiore alla media nella delineazione dei personaggi.
Gian Maria Volonté è Brad Fletcher, un professore di storia malato di tisi, apparentemente dotato di solidi valori umani e civili. Tomas Milian è Solomon ‘Beauregard’ Bennet, un bandito cresciuto nel culto della violenza e della sopraffazione. La vicinanza tra i due personaggi (il secondo prende il primo in ostaggio) provoca in entrambi un’esplosione interna. Il professore comincia a stare meglio (dal New England si era trasferito nel Texas per curarsi), ma si scatenano in lui energie negative che lo portano a subire il fascino del male in modo più pericoloso rispetto all’altro: è un uomo di grande intelligenza che non si limita ad ignorare la legge, ma aspira al potere, ed incarna perciò un potenziale dittatore. Il bandito invece, stando a contatto con una personalità così complessa, comincia a pensare, a diventare saggio e sensibile, fino a sentirsi in dovere di eliminare il professore proprio sulla spinta di questa ritrovata coscienza.
Reduce dalla Trilogia del dollaro e nello stesso anno de I crudeli e di Da uomo a uomo, Ennio Morricone scrive un altro impeccabile western, svincolandosi dall’armamentario timbrico leoniano per una partitura più corale con ampio uso dell’organo elettronico Thomas 900. Non perde però l’abitudine di dipingere dei ritratti musicali identificativi dei personaggi. Sollima ha raccontato che alla prima visione del film, il musicista si addormentò, lasciando di stucco tutti quelli della produzione. In realtà aveva già ideato i temi essenziali e le sequenze musicalmente sensibili della pellicola. Il tema principale è trattato in tre versioni di diversa connotazione e con ripetizioni: “Faccia a faccia (titoli)” vibra di incisività con quelle percussioni tribali nell’incipit, le chitarre e i fiati agitati, gli affilati fraseggi d’organo, i potenti vocalizzi di Edda Dell’Orso e del coro I Cantori Moderni di Alessandroni; “Faccia a faccia”, una semplificazione del precedente ricondotto alla sua struttura ritmica con o senza parti vocali, intende ricalcare la natura selvaggia di Beauregard; “Faccia a Faccia (intermezzo)” - usata nelle scene di raccordo e in riferimento alle azioni del Branco selvaggio, la banda di Beauregard - è invece una cavalcata epica con la voce della Dell’Orso che nel diverso insieme acquista toni più morbidi.
“Scatto conclusivo”, “Involuzione”, “Involuzione epica” e “Faccia a faccia (finale)” ci parlano del professor Fletcher con una lontana nostalgia per organo ed archi, che induce a riflettere sulla sua condizione di uomo malato e in costante ricerca di se stesso nonché sulla sua tragica fine.
“Misterioso e ostinato” e “Seconda conclusione” – diviso in tre linee melodiche in contrappunto rispettivamente per chitarre, fiati e archi – preannunciano drammaticamente l’arrivo sulla scena e i doppi giochi dell’agente della Pinkerton Siringo (William Berger).
Nel capitolo suspense Morricone non si è limitato a descrivere circostanze di pericolo o attesa (“Preannuncio”, “Attimi irripetibili”, “Tensione sottintesa #3”), ma si è anche adoperato per mettere in luce il progressivo scivolamento del professore verso la malvagità e il delirio di onnipotenza, due delle possibili opzioni offerte ad un uomo intelligente ed ambizioso che si trova ad agire in un universo di arretratezza: impara ad uccidere, regredisce lucidamente accettando norme sociali primitive, abusa di una donna, Maria, che poi diventerà la sua compagna, progetta una rapina senza farsi troppi scrupoli. Il tema dedicato al personaggio viene così distorto con dissonanze e cacofonie talmente marcate da renderlo quasi irriconoscibile (“Clandestinamente”, “Tensione sottintesa”, “Preannuncio #2”, “Tensione sottintesa #2”), proprio come il professor Fletcher che diventa altro da sé.
“Ballando sull’aia”, “Square dance” e “Falso preannuncio” sono tre brani di source music in stile country (con armoniche e violini in prima linea): li ascoltiamo quando Beauregard e Fletcher arrivano nella tenuta dei De Witton, famiglia di aristocratici del sud, durante la festa a Pedras de Fuego, il covo del Branco selvaggio, e dopo la strage ivi consumata da uno squadrone di giustizieri.
Il duello simulato tra Fletcher e Beauregard, sebbene sia solo una messa in scena provocatoria, è un punto chiave nello sviluppo narrativo perché segna il momento della piena acquisizione da parte del professore di una nuova consapevolezza di sé che lo porta ad agire d’impulso e senza inibizioni morali. Musicalmente un frangente tanto nodale non poteva che essere celebrato con la solennità dell’organo - la traccia è “Faccia a faccia (duello)” - che sostituisce la tromba nel condurre una sorta di degüello.
La romantica chitarra classica su un’esile base d’archi di “Disperata nostalgia” e “Disperata nostalgia #2” è infine riconducibile al personaggio minore di Maria, uccisa durante una sparatoria.
La presentazione delle sequenze in questo CD giapponese uscito su licenza GDM Music nel 2009 è divisa in quattro sezioni. La prima comprende un nucleo di tracce in mono raccolte per il montaggio di un album in vinile che in realtà vide la luce solo nel 1985; la seconda, pure in mono, riguarda le bonus track con brani già apparsi nel 2000 in un CD della serie Screen Trax; la terza contiene l’inedito in mono “Faccia a faccia (suite)”; la quarta infine ripropone i due lati in stereo di un 45 giri coevo, comprendente “Faccia a Faccia (titoli)” e “Faccia a faccia (intermezzo)”, quest’ultimo originariamente intitolato “Quelli del branco selvaggio”. Il disco è di difficile reperibilità e piuttosto caro. Meglio cercare la più recente (e dal prezzo più vantaggioso) ristampa della GDM Music uscita nella collana Ennio Morricone Original Soundtracks. Essa prevede l’uscita a scadenza mensile di due partiture del Maestro in CD doppio. Nello specifico Faccia a faccia è abbinata a Senza Movente (1971).
Faccia a faccia (1967)
Verita Note VQCD 10061
34 brani - durata: 59'05"
Faccia a faccia, diretto del recentemente scomparso Sergio Sollima, nasce dal desiderio di raccontare la storia di un personaggio che, rispondendo a stimoli particolari, cambia radicalmente il proprio temperamento. Lo spunto venne al regista nel periodo della sua militanza nella Resistenza, quando ebbe modo di constatare quanto gli esseri umani possano mutare, fino a diventare l’opposto di quello che erano. L’idea si adattava molto bene al western, essendo quest’ultimo uno straordinario contenitore di miti ed un genere in grado di dare senso e profondità a qualsiasi metafora, estremizzando situazioni e caratteri. La critica ha accusato il film di didascalismo, considerandolo troppo verboso e psicanalitico per essere un western. È certo che si tratta di un’opera molto drammatica, con toni da tragedia e con uno sforzo superiore alla media nella delineazione dei personaggi.
Gian Maria Volonté è Brad Fletcher, un professore di storia malato di tisi, apparentemente dotato di solidi valori umani e civili. Tomas Milian è Solomon ‘Beauregard’ Bennet, un bandito cresciuto nel culto della violenza e della sopraffazione. La vicinanza tra i due personaggi (il secondo prende il primo in ostaggio) provoca in entrambi un’esplosione interna. Il professore comincia a stare meglio (dal New England si era trasferito nel Texas per curarsi), ma si scatenano in lui energie negative che lo portano a subire il fascino del male in modo più pericoloso rispetto all’altro: è un uomo di grande intelligenza che non si limita ad ignorare la legge, ma aspira al potere, ed incarna perciò un potenziale dittatore. Il bandito invece, stando a contatto con una personalità così complessa, comincia a pensare, a diventare saggio e sensibile, fino a sentirsi in dovere di eliminare il professore proprio sulla spinta di questa ritrovata coscienza.
Reduce dalla Trilogia del dollaro e nello stesso anno de I crudeli e di Da uomo a uomo, Ennio Morricone scrive un altro impeccabile western, svincolandosi dall’armamentario timbrico leoniano per una partitura più corale con ampio uso dell’organo elettronico Thomas 900. Non perde però l’abitudine di dipingere dei ritratti musicali identificativi dei personaggi. Sollima ha raccontato che alla prima visione del film, il musicista si addormentò, lasciando di stucco tutti quelli della produzione. In realtà aveva già ideato i temi essenziali e le sequenze musicalmente sensibili della pellicola. Il tema principale è trattato in tre versioni di diversa connotazione e con ripetizioni: “Faccia a faccia (titoli)” vibra di incisività con quelle percussioni tribali nell’incipit, le chitarre e i fiati agitati, gli affilati fraseggi d’organo, i potenti vocalizzi di Edda Dell’Orso e del coro I Cantori Moderni di Alessandroni; “Faccia a faccia”, una semplificazione del precedente ricondotto alla sua struttura ritmica con o senza parti vocali, intende ricalcare la natura selvaggia di Beauregard; “Faccia a Faccia (intermezzo)” - usata nelle scene di raccordo e in riferimento alle azioni del Branco selvaggio, la banda di Beauregard - è invece una cavalcata epica con la voce della Dell’Orso che nel diverso insieme acquista toni più morbidi.
“Scatto conclusivo”, “Involuzione”, “Involuzione epica” e “Faccia a faccia (finale)” ci parlano del professor Fletcher con una lontana nostalgia per organo ed archi, che induce a riflettere sulla sua condizione di uomo malato e in costante ricerca di se stesso nonché sulla sua tragica fine.
“Misterioso e ostinato” e “Seconda conclusione” – diviso in tre linee melodiche in contrappunto rispettivamente per chitarre, fiati e archi – preannunciano drammaticamente l’arrivo sulla scena e i doppi giochi dell’agente della Pinkerton Siringo (William Berger).
Nel capitolo suspense Morricone non si è limitato a descrivere circostanze di pericolo o attesa (“Preannuncio”, “Attimi irripetibili”, “Tensione sottintesa #3”), ma si è anche adoperato per mettere in luce il progressivo scivolamento del professore verso la malvagità e il delirio di onnipotenza, due delle possibili opzioni offerte ad un uomo intelligente ed ambizioso che si trova ad agire in un universo di arretratezza: impara ad uccidere, regredisce lucidamente accettando norme sociali primitive, abusa di una donna, Maria, che poi diventerà la sua compagna, progetta una rapina senza farsi troppi scrupoli. Il tema dedicato al personaggio viene così distorto con dissonanze e cacofonie talmente marcate da renderlo quasi irriconoscibile (“Clandestinamente”, “Tensione sottintesa”, “Preannuncio #2”, “Tensione sottintesa #2”), proprio come il professor Fletcher che diventa altro da sé.
“Ballando sull’aia”, “Square dance” e “Falso preannuncio” sono tre brani di source music in stile country (con armoniche e violini in prima linea): li ascoltiamo quando Beauregard e Fletcher arrivano nella tenuta dei De Witton, famiglia di aristocratici del sud, durante la festa a Pedras de Fuego, il covo del Branco selvaggio, e dopo la strage ivi consumata da uno squadrone di giustizieri.
Il duello simulato tra Fletcher e Beauregard, sebbene sia solo una messa in scena provocatoria, è un punto chiave nello sviluppo narrativo perché segna il momento della piena acquisizione da parte del professore di una nuova consapevolezza di sé che lo porta ad agire d’impulso e senza inibizioni morali. Musicalmente un frangente tanto nodale non poteva che essere celebrato con la solennità dell’organo - la traccia è “Faccia a faccia (duello)” - che sostituisce la tromba nel condurre una sorta di degüello.
La romantica chitarra classica su un’esile base d’archi di “Disperata nostalgia” e “Disperata nostalgia #2” è infine riconducibile al personaggio minore di Maria, uccisa durante una sparatoria.
La presentazione delle sequenze in questo CD giapponese uscito su licenza GDM Music nel 2009 è divisa in quattro sezioni. La prima comprende un nucleo di tracce in mono raccolte per il montaggio di un album in vinile che in realtà vide la luce solo nel 1985; la seconda, pure in mono, riguarda le bonus track con brani già apparsi nel 2000 in un CD della serie Screen Trax; la terza contiene l’inedito in mono “Faccia a faccia (suite)”; la quarta infine ripropone i due lati in stereo di un 45 giri coevo, comprendente “Faccia a Faccia (titoli)” e “Faccia a faccia (intermezzo)”, quest’ultimo originariamente intitolato “Quelli del branco selvaggio”. Il disco è di difficile reperibilità e piuttosto caro. Meglio cercare la più recente (e dal prezzo più vantaggioso) ristampa della GDM Music uscita nella collana Ennio Morricone Original Soundtracks. Essa prevede l’uscita a scadenza mensile di due partiture del Maestro in CD doppio. Nello specifico Faccia a faccia è abbinata a Senza Movente (1971).