26 Cd Monstrous Movie Music
Herschel Burke Gilbert
Open Secret (1948)/Project Moon Base (1953)
Monstrous Movie Music MMM1960
40 brani + 7 bonus track – Durata: 73’46”
Bert Shefter, Paul Dunlap, Albert Glasser
Western Medley (1948-1960)
Monstrous Movie Music MMM1975-1976
Cd 1, 25 brani + 9 bonus track – Durata: 41’41”
Cd 2, 40 brani + 6 bonus track – Durata: 52’15”
Roy Webb e Aa.Vv.
Il re dell’Africa (Might Joe Young, 1949)
and other Ray Harryhausen animation Classics
Monstrous Movie Music MMM1953
66 brani – Durata: 61’10”
Leith Stevens
Uomini sulla Luna (Destination Moon, 1950)
Monstrous Movie Music MMM1967
34 brani + 1 bonus track – Durata: 56’33”
Ferde Grofé sr.
Destinazione Luna (Rocketship X-M, 1950)
Monstrous Movie Music MMM1965
15 brani + 1 bonus track – Durata: 37’10”
Paul Dunlap
Il continente scomparso (Lost Continent, 1951)/Hellgate – Il grande inferno (Hellgate, 1952)
Monstrous Movie Music MMM1972
52 brani + 2 bonus track – Durata: 63’17”
Bert Shefter
Il gigante del Texas (The Tall Texan, 1953)
Monstrous Movie Music MMM1974
32 brani + 4 bonus track – Durata: 50’01”
Herman Stein, Henry Mancini e Aa.Vv.
Il mostro della laguna nera (Creature From The Black Lagoon, 1954)
and other jungle pictures
Radio Symphony Orchestra of Slovakia conducted by Masatoshi Mitsumoto
Monstrous Movie Music MMM1952
434 brani + 5 bonus track – Durata: 56’57”
Henry Mancini, Hans J.Salter, Herman Stein
Cittadino dello spazio (This Island Earth, 1954)
and others alien invasion films
Monstrous Movie Music MMM1954
47 brani – Durata: 59’49”
Walter Greene
The Brain From Planet Arous/Teenage Monster (1957)
Monstrous Movie Music MMM1968
74 brani + 1 bonus track – Durata: 77’14”
Heinz Roemheld
Il mostro che sfidò il mondo (The Monster That Challenged The World, 1957)
Monstrous Movie Music MMM1961 – Edizione limitata 1000 copie
33 brani + 4 bonus track – Durata: 45’49”
Nicholas Carras, Günther Krauer
Lei, il mostro (The Astounding She-Monster, 1957/ She Demons (1958)
Monstrous Movie Music MMM1971
53 brani – Durata: 57’29”
Ralph Carmichael e Aa.Vv.
Fluido mortale (The Blob, 1958)
and other music from Valentino Music Library
Monstrous Movie Music MMM1955
53 brani + 4 bonus track – Durata: 75’22”
Paul Sawtell, Bert Shefter
Il mostro dell’astronave (It: The Terror From Beyond Space, 1958)
Monstrous Movie Music MMM1959
24 brani + 2 bonus track – Durata: 36’14”
Paul Sawtell, Bert Shefter
Kronos il conquistatore dell’universo (Kronos, 1957)/The Cosmic Man (1959)
Monstrous Movie Music MMM1963-1964
Cd 1, 25 brani – Durata: 28’31”
Cd 2, 23 brani – Durata: 52’38”
Nicholas Carras
Missili sulla Luna (Missile to the Moon, 1958)/La figlia di Frankenstein (Frankenstein’s Daughter, 1958)
Monstrous Movie Music MMM1970
56 brani – Durata: 59’44”
Paul Sawtell, Bert Shefter
Virgin Sacrifice (1959)
Momnstrous Movie Music MMM1973
21 brani + 3 bonus track – Durata: 54’25”
Nicholas Carras, Gerald Fried
Juvenile Jive:
Date Bait (1960), High School Big Shot (1958), High School Caesar (1960)
Monstrous Movie Music MMM1978/1979
Cd 1, 36 brani + 3 bonus track – Durata: 48’29”
Cd 2, 42 brani + 3 bonus track – Durata: 70’23”
Herman Stein
L’odio esplode a Dallas (The Intruder, 1962)/Career For Two (1951)
and other music by Herman Stein
Monstrous Movie Music MMM1956 – Edizione limitata 3000 copie
45 brani – Durata: 52’16”
Paul Sawtell, Bert Shefter
L’ultimo uomo della Terra (The Last Man on Earth, 1964)
Monstrous Movie Music MMM1969 – Edizione limitata 1000 copie
41 brani + 5 bonus track – Durata: 54’39”
Ernest Gold
La nave dei folli (Ship of Fools, 1965)
Monstrous Movie Music MMM1962 – Edizione limitata 1000 copie
22 brani + 1 bonus track – Durata: 57’01”
Paul Sawtell, Bert Shefter
Lo chiamavano Sergente Blu (The Gatling Gun, 1971)
Monstrous Movie Music MMM1980
37 brani + 1 bonus track – Durata: 50’22”
Nicholas Carras
Squadra speciale con licenza di sterminio (The Doll Squad, 1973)
Monstrous Movie Music MMM1977
32 brani – Durata: 55’32”
Ernest Gold
The McCullochs (1975)
Monstrous Movie Music MMM1966 – Edizione limitata 1000 copie
25 brani + 4 bonus track – Durata: 39’32”
Aa.Vv.
Monstrous Movie Music (1996)
Radio Symphony Orchestra of Cracow conducted by Masatoshi Mitsumoto
Monstrous Movie Music MMM1950
37 brani + 5 bonus track – Durata: 68’20”
Aa.Vv.
More Monstrous Movie Music (1996)
Radio Symphony Orchestra of Cracow conducted by Masatoshi Mitsumoto
Monstrous Movie Music MMM1951
37 brani – Durata: 58’14”
Creata negli anni ’90 da David Schecter e Kathlen Mayne, la Monstrous Movie Music – con sede a Chatsworth nei sobborghi di Los Angeles – è uno di quei rari esempi di etichette capaci di trasformare la discografia cinemusicale in un appassionante campo d’indagine e di ricerca, e in una fonte di documentazione e conoscenza inestimabile. La “Mission Impossibile” della MMM è infatti quella di portare alla luce tutta una serie di partiture e di compositori, compresi nel periodo tra la seconda metà degli anni ’40 e la prima metà dei ’70, indissolubilmente legati alla produzione americana di B-movie (e spesso anche a livelli inferiori dell’alfabeto…) rigorosamente di genere, con una spiccata prevalenza per l’horror, la fantascienza, il “film di mostri” (donde il nome), ma con aperture anche al western, al film d’azione, al poliziesco e alla commedia giovanile. In pratica la Monstrous, con un catalogo di oltre venti titoli, svolge per il passato la funzione che la Screamworks Records assolve per il presente, ma con maggiori aperture culturali: essa indaga cioè un periodo di straordinaria fertilità e produttività per il cinema a basso – spesso bassissimo – costo, largamente indipendente, rivelando la forbice a volte amplissima che si creò tra film di fattura artigianale, non di rado miserrima e qualitativamente indifendibile, e partiture di enorme complessità e modernità, purtroppo finite nel dimenticatoio insieme ai titoli di destinazione.
Con rarissime eccezioni (Ernest Gold e Henry Mancini) si tratta di musicisti sconosciuti al grande pubblico non americano: ma a tale proposito Schecter colma la lacuna accompagnando ogni uscita con un booklet illustrato in copertina dai disegni vintage dell’artista Robert Aragon e dell’illustratore di fantascienza Vincent Di Fate, fitto di informazioni particolareggiate sulla vita degli autori e su ciascun titolo, con un ricco apparato iconografico (foto dei musicisti e riproduzioni di partiture) e una guida all’ascolto brano per brano di minuziosa precisione. Aver potuto attingere alle fonti dei master originari si è poi rivelato, per la MMM, essenziale: gli score sono infatti presentati quasi tutti in versione originale, risalendo ai master di partenza spesso ripescati dagli archivi familiari dei compositori, e con una qualità d’ascolto ineccepibile grazie ad accurate rimasterizzazioni, inoltre sono arricchiti da numerosi bonus tracks a formare un quadro filologico di rara completezza.
B-movie, si diceva: al punto che alcuni titoli sembrano evocare il fantasma di Ed Wood, il “peggior regista di ogni tempo”: ma le partiture allegate spesso delineano caratteristiche opposte. Moderne, intricate, coltissime: parecchi di questi maestri (Sawtell, Shefter, Roemheld) provenivano dall’area europea, si erano formati accademicamente all’ombra delle avanguardie storiche del Novecento ed erano alfieri di un cosmopolitismo culturale e linguistico molto vasto.
Prendiamo il caso del polacco Paul Sawtell (1906-1971) e del russo Bert Shefter (1902-1999), i nomi più ricorrenti nel catalogo: non a caso furono anche tra i più attivi compositori di questa fascia, entrambi eccellenti solisti (violinista il primo, pianista il secondo), spessissimo in coppia ma a volte anche compositori in proprio. Il loro eclettismo consentiva una gamma di stili variegatissima, che raggiunse la forma del capolavoro in L’ultimo uomo della Terra, impegnativa coproduzione italo-statunitense girata a Roma e firmata da Sidney Salkow e Ubaldo Ragona, protagonista Vincent Price e basata sullo stesso romanzo di Richard Matheson, “Io sono leggenda”, che avrebbe poi ispirato anche 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra (1971) di Boris Sagal, con musiche di Ron Grainer, e Io sono leggenda (2007) di Francis Lawrence, con score di James Newton Howard. Per la vicenda del sopravvissuto ad una catastrofe nucleare che vaga per scenari deserti inseguito da famelici vampiri, Sawtell e Shefter crearono una partitura orchestrale incredibilmente spigolosa e aggressiva, irta di dissonanze e asperità armoniche, caratterizzata da un linguaggio molto più avanzato e spregiudicato della media hollywoodiana del periodo (siamo negli anni ’60, gli anni dei kolossal e del più fluviale e ricco sinfonismo neoromantico). Un’attrazione verso la modernità (con riferimenti precisi a Bartok e Stravinsky) che caratterizza anche le partiture per produzioni decisamente artigianali e marginali come Il mostro dell’astronave (Edward L.Cahn), storia di una spedizione su Marte decimata da un’entità sconosciuta, Kronos il conquistatore dell’universo (Kurt Neumann), su un robot spedito dagli extraterrestri ad assorbire l’energia terrestre, e Cosmic-Man (Herbert S.Greene), sulla visita di un alieno, di cui è in cantiere un remake: esempi tipici di fantascienza “pulp” e pauperista ma forniti di invenzioni musicali originalmente inquietanti e pittoresche. Ma, fuori da questo genere, del duo Sawtell-Shefter appaiono estremamente interessanti anche Virgin Sacrifice (Fernando Wagner), tipico esempio di esotico-avventuroso che stimola nei musicisti una tavolozza ipercolorita e cangiante, con il caratteristico utilizzo di voci umane “selvagge”, e il western Lo chiamavano Sergente Blu (Robert Gordon), che ruota intorno ad una mitragliatrice “salvifica” in un fortino assediato dai pellerossa. Sempre nel genere della Frontiera, Shefter è presente con l’antologico Western Medley, comprendente anche pagine di Paul Dunlap (1919-2010) e Albert Glasser (1916-1998), e soprattutto con Il gigante del Texas (Elmo Williams), su una banda male assortita che va a cercar l’oro in territorio Apache: qui gli stereotipi musicali “alti” del genere vengono sussunti con spigliata disinvoltura, in un’orchestrazione leggera e inconfondibilmente partecipe. Dunlap poi, altro inesauribile artigiano della musica applicata, firma gli score del fantastico Il continente scomparso (Sam Newfield), vagamente ispirato al romanzo “Il mondo perduto” di Sir Arthur Conan Doyle, su una squadra di militari che cercando un razzo atomico s’imbatte in un’isola preistorica, e del western Hellgate – Il grande inferno (Charles M.Warren), sulle peripezie di un uomo condannato al carcere duro, dimostrandosi in grado di possedere e maneggiare entrambi i generi con galoppante disinvoltura .
Altra figura musicale di riferimento per questa fascia di produzioni fu Nicholas Carras (1922-2006), chicagoano con sangue greco, attivissimo soprattutto in radio e televisione e particolarmente a proprio agio nei numerosi spin-off horror come La figlia di Frankenstein (Richard E.Cunha), che trasloca il mito del dottore e della sua Creatura nella Los Angeles moderna, o in un sci-fi profetico come Missili sulla Luna (dello stesso regista); ma più interessante di tutti, in questo musicista imprevedibile, è forse Squadra speciale con licenza di sterminio (Ted V.Mikels), curioso action-spy-movie tutto al femminile che ha per protagoniste un team di belle ragazze armate e pericolose, in qualche modo anticipatrici delle Charlie’s Angels; qui Carras, ispirandosi direttamente al caratteristico sound pop dei film di James Bond tra gli anni ’60 e ’70, crea una partitura frizzante e movimentata, non diversamente da quanto farà con i crime-drama giovanilisti, ispirati un po’ all’astro di James Dean e non a caso raccolti nell’album antologico sotto il titolo “Juvenile Jive”, Date Bait e High School Caesar (O’Dale Ireland): un genere, quello della “gioventù bruciata”, in cui troviamo impegnato anche Gerald Fried (1928), il musicista del primo Kubrick, con High School Big Shot (Joel Rapp). Ma Carras firma anche senza pregiudizi e con coloritissima verve sinfonica She Demons (Richard E.Cunha), allucinante guazzabuglio di nazisti folli, bellezze tenute come schiave e mogli sfigurate, che pare uscito dalla più rigogliosa letteratura “stracult”; partitura abbinata con quella del tedesco Günther Krauer (1921-1983) per Lei, il mostro (Ronald V.Ashcroft), dove uno scienziato e una gang di rapitori fanno fronte comune contro un’aliena bella quanto letale.
Un altro pilastro fu Herchel Burke Gilbert (1918-2003), compositore di straordinaria prolificità e altrettanta notorietà soprattutto per la sua vastissima produzione televisiva (celeberrimo il suo theme per la serie western The Rifleman, con Chuck Connors): qui però è presente con la partitura drammatica e chiaroscurata di Open Secret (John Reinhardt), cupo dramma criminale su un gruppo di terroristi antisemiti, e con l’innovativo score per Project Moon Base (Richard Talmadge), sceneggiatura di Robert A.Heinlein, su un sabotatore che mira a distruggere la prima stazione spaziale; non meno prolifico fu Walter Greene (1910-1983), firmatario di centinaia di titoli fra tv, cinema, radio, pubblicità e animazione, ed anch’egli suggestionato dai più avanzati linguaggi della musica europea, come testimoniano l’horror-fantascientifico The Brain From Planet Arous (Nathan Juran), su un cervello criminale alieno che sbarca sulla Terra nel corpo di uno scienziato, e Teenage Monster (Jacques R.Marquette), ambientato alla fine dell’Ottocento dove un ragazzo esposto alle radiazioni di una meteora diviene un mostro assassino.
Dicevamo però che alcuni nomi, e alcuni titoli, si elevano dalla media qualitativa di queste pellicole e dei compositori sin qui elencati. Fra tutti spicca Ernest Gold (1921-1999), l’autore di Exodus e assiduo collaboratore di un regista dal fortissimo impegno etico e civile come Stanley Kramer; e proprio per Kramer Gold creò la partitura epico-lirica, di grandissimo respiro e inaudite sottigliezze timbriche, de La nave dei folli, dal romanzo di Katharine A.Porter, una grande produzione all-cast sulla varia e tormentata umanità che nel 1933, mentre sorge il mostro hitleriano, sta navigando a bordo di un transatlantico dal Messico alla Germania. Gold però si fa notare nel catalogo anche per il brillante e ritmato score di The McCullochs (Max Baer jr.), sorta di sit-com antesignana sulle vicende di una ricca famiglia capitanata da un padre-padrone. Un altro nome che si stacca dalla media è quello di Leith Stevens (1909-1970), compositore prettamente televisivo ma non solo (sua la partitura per Il selvaggio, che lanciò il mito di Marlon Brando), che firmò lo score per Uomini sulla Luna (Irving Pichel), forse il primo film a tentare una previsione e una ricostruzione tecnicamente attendibili e rigorose del viaggio dell’uomo sul nostro satellite. Non esattamente quello che accade nel coevo Destinazione Luna (Kurt Neumann), dove un equipaggio di astronauti in missione lunare finisce invece nei paraggi di Marte: qui però si registra la presenza, abbastanza eccezionale, di Ferde Grofé (1892-1972), compositore di formazione classico-jazzistica la cui fama è indissolubilmente legata alla “Grand Canyon Suite”, brano popolarissimo negli States ed eseguito da direttori come Toscanini e Leonard Bernstein.
Un altro nome di rilievo, associabile alla Golden Age hollywoodiana, è quello di Roy Webb (1888-1982), autore di oltre 200 titoli e per sette volte candidato all’Oscar: sua la rutilante, poderosa partitura per Il re dell’Africa (racchiusa in un cd che comprende anche altre partiture di autori vari per film con il comune denominatore degli effetti speciali del leggendario Ray Harryhaysen), con cui il regista Ernest B.Schoedsack riprende, in chiave minore, il mito di King Kong: vicenda che vedrà un remake nell’88 con lo score del compianto James Horner. Anche Heinz Roemheld (1901-1985), americano ma formatosi a Berlino come pianista, è stato sin dall’epoca del muto un infaticabile amanuense della musica cinematografica, e il suo Il mostro che sfidò il mondo (Arnold Laven), con al centro una razza di enormi lumaconi che attaccano la California, trasforma il genere di serie B in una preziosa occasione di sperimentazione sinfonica.
La presenza di Enrico Nicola Mancini detto Henry (1924-1994) testimonia il periodo giovanile del grande maestro italo-americano, che accanto alle commedie brillanti non disdegnò mai, sino alla fine (Space Vampires) l’action movie sotto varie latitudini e impronte stilistiche. Il mostro della laguna nera è considerato uno dei capolavori del regista Jack Arnold, autentico maestro del monster-movie, e una delle opere più sottili per le implicazioni ecologiche e il respiro drammatico: Mancini vi attese, peraltro non accreditato, insieme al viennese Hans J. Salter (1896-1994) e a Herman Stein (1915-2007), in una partitura corrusca e movimentata, qui affiancata a quella di Irvin Gertz (1915-2008) per Uomini coccodrillo (1959, Roy Del Ruth), entrambe restaurate da Kathleen Mayne ed eseguite magistralmente, con luccicante smalto, dalla Radio Symphony Orchestra of Slovakia diretta da Masatoshi Mitsumoto: per inciso, il maestro giapponese è anche alla guida dell’orchestra della Radio di Cracovia nei due album antologici Monstrous Movie Music e More Monstrous Movie Music. Lo stesso terzetto di compositori Mancini-Stein-Salter firma poi, con eguale perizia, Cittadino dello spazio (Joseph M.Newman e Jack Arnold), variante narrativa su alieni che visitano la Terra cercando uno scienziato che li coadiuvi nella loro guerra.
Stein è tuttavia titolare unico di un album a lui dedicato e che comprende lo score per il film forse più anomalo dell’intero catalogo MMM: L’odio esplode a Dallas, firmato da Roger Corman, l’indiscusso re delle produzioni indipendenti di genere e a basso costo. Scritto da Charles Beaumont, il film si muove su una linea narrativa di drammatica attualità, raccontando di un uomo (interpretato da William Shatner, futuro capitano Kirk di Star Trek) imbevuto di pregiudizi razzisti, fascisti e xenofobi, che giunge in una cittadina del Sud aizzando la popolazione contro neri, ebrei e comunisti. Autentica parabola “left-oriented” e liberale, il film incontrò non poca ostilità da parte della popolazione della cittadina di Charleston nel Missouri, dove fu girato (Dallas non c’entra nulla e fu aggiunto dai titolisti italiani, sulla scia dell’assassinio di Kennedy) ed è ancor oggi uno dei più lucidi ritratti dell’intolleranza razziale e dell’anticomunismo ottuso che negli Usa produssero il cancro maccartista e che ancora oggi hanno non pochi echi nella società americana. Stein vi appose una partitura violenta, squadrata, modernissima, priva di concessioni orecchiabili, di esemplare rigore e asciuttezza; alla quale il cd abbina lo score completo di quella che fu la prima fatica di Stein, il documentario Career For Two, commissionatogli dall’Associazione delle Casse di Risparmio americane.
Se abbiamo lasciato per ultimo Ralph Carmichael (1927) e il suo Blob - Fluido mortale (Irving S.Yeaworth jr.) è perché il cd intitolato a questo autore, particolarmente attivo nella musica a carattere religioso, apre una finestra importante su una sezione produttiva filologicamente cruciale. Viene infatti proposta la sua partitura, eclettica e di una freschezza pop-sinfonica sorprendente, per uno dei più famosi fantafilm di ogni epoca (sino a fornire la propria metaforica paternità alla celebre trasmissione-contenitore di Raitre), compresa la canzone “hit” di Burt Bacharach; ma, accanto a questa, compare una crestomazia di pagine, a firma di maestri come Angelo F.Lavagnino, Mario Nascimbene e Roger Roger, provenienti dalla cosiddetta “Valentino Production Music Library”. Di cosa si tratta?
Nel periodo che va dagli anni ’30 agli anni ’60, in Europa (e specialmente in Francia e Gran Bretagna) si sviluppò il fenomeno delle “libraries” musicali: si trattava di ampi repertori chiamati anche “mood music”, “production music” o “stock music”, suddivisi per ambientazione, atmosfera, situazione, genere, formati da brani appositamente scritti da vari compositori senza una destinazione specifica ma pronti per essere utilizzati a più riprese nei più diversi contesti, con evidente abbattimento dei costi rispetto alla committenza di partiture originali. Successivamente questi veri e propri cataloghi musicali venivano venduti, sotto forma di dischi o nastri, sul mercato statunitense tramite la mediazioni di agenti di vendita come Emil Ascher o, appunto, Thomas J. Valentino. La presente raccolta assembla brani provenienti dalla “library” di quest’ultimo, impiegati in numerosi titoli del periodo e testimonianza della straordinaria professionalità e dell’istintivo intuito di questi maestri.
Si tratta, per così dire, del fiore all’occhiello del catalogo Monstrous Movie Music, attraverso il e grazie al quale sappiamo ora praticamente tutto di uno sterminato patrimonio musicale (e filmico) altrimenti immeritatamente destinato all’oblio.
Per maggiori info:
http://www.mmmrecordings.com/