17 Set2014
Agguato sul Bosforo
Stelvio Cipriani
Agguato sul Bosforo (1969)
GDM 4323
14 brani – durata: 43’40”
Ancora un’uscita (in edizione limitata di 500 copie) frutto della joint venture tra l'etichetta GDM, l'archivio storico del catalogo C.A.M. (via Sugar Music) e la distribuzione della Intermezzo media, con la produzione esecutiva di Gianni Dell'Orso e il puntuale lavoro di digital editing, remastering and graphic design dell'ottimo Claudio Fuiano.
Si tratta delle musiche composte da Stelvio Cipriani per l'Euro-spy Agguato sul Bosforo (più conosciuto come Colpo grosso a Porto Said), diretto nel 1969 dal regista Luigi Batzella (con lo pseudonimo di Paull' Hamus). Cipriani aveva allora 32 anni e muoveva i primi passi nel mondo della musica da film, avendo sonorizzato già circa una decina di lavori (tendenzialmente Spaghetti western - come il mitico El precio de un hombre aka The bounty killer dello spagnolo Eugenio Martin, esordio di Tomas Milian nel genere - e qualche sceneggiato, come I racconti del Maresciallo), così come il regista sardo, al suo secondo film, che successivamente ci regalerà cult assoluti del cinema di genere italiano.
Colpiscono, dunque, l'estrema padronanza compositiva e la tecnica con la quale il Maestro Cipriani fonda, da subito, un suo riconoscibilissimo stile nell'arrangiamento e nella scelta degli strumenti e del suono.
Venendo al contenuto di questa soundtrack, si tratta di oltre 40 minuti di musica tratta dai master originali in stereo delle sessioni di registrazione, restaurati e ri-masterizzati.
Come sempre (o molto spesso) si usava nei lavori di musica per il cinema, si tratta sostanzialmente di un tema principale, dalle cadenze romantiche, arrangiato in forma canzone e in diverse chiavi strumentali, a seconda delle esigenze narrative.
Non abbiamo titoli, ma soltanto numeri di sequenza:”Seq.1” contiene la canzone dei Titoli di testa, con un uso in chiave barocca della sezione degli archi, dei legni e dell'Harpsichord; purtroppo non esiste alcuna informazione sull'interprete femminile, ma attraverso alcune ricerche incrociate sono riuscito a scoprire che le parole sono state scritte da Giuseppe Cassia sulla musica di Cipriani (unico, eventuale, modo di scoprire qualcosa sulla cantante potrebbero essere i titoli di coda del film originale – ndr).
La stessa canzone è ripresa sui Titoli di coda (“Seq.14”).
Il tema principale è poi riproposto in diversi arrangiamenti strumentali: con andamento lento, tema eseguito dal sassofono e sezione di archi in contrappunto (“Seq.3”), in stile prettamente chiesastico per solo organo (con finale teso e jazz) (“Seq.5”) e per organo, chitarra e flauto (“Seq.13”), con flauto dolce e organo Hammond in evidenza sopra un beat medio (“Seq.7”), in arrangiamento pienamente orchestrale (“Seq.10”) o più acustico e malinconico (“Seq.11”).
Il resto della partitura è occupato da temi e brani più d'atmosfera e legati ai topics dei film di genere (e spionistici, in particolare): le atmosfere eleganti e misteriose di “Seq.2”, con quel jazz sincopato guidato da Hammond e chitarra elettrica, lo sketch vaudeville di “Seq.4”, una vera e propria canzone in stile New Orleans, le trame medio-orientali ed esotiche di “Seq.6”, con quel clarinetto in à solo su percussioni e scampanellii.
Ancora, la lounge-bossa guidata da uno stupefacente organo Hammond (che dal tocco e lo stile sembra essere suonato, ancora una volta, dal grande Antonello Vannucchi) in “Seq.8”, la lunga suite di suspance in “Seq.9”, tra chitarre twangin', percussioni nervose e accenni di fast jazz e organo selvaggio sul finale, fino alla “Seq.12”, dominata dalle percussioni e dal tema swing eseguito al clarinetto.
In conclusione, il lavoro in questione contiene già quelle caratteristiche fondamentali che faranno del suono di Stelvio Cipriani un marchio di fabbrica, dalla qualità romantico/emozionale della scrittura in partitura, alla scelta di strumenti che enfatizzino il gusto barocco della musica, fino alla sua capacità di creare mistero e tensione. Tutte qualità che ritroveremo nei successivi lavori di Cipriani, che si tratti di Anonimo veneziano o dei numerosi score per poliziottesco, thriller, horror, etc, composti dal 1970 in poi.
Agguato sul Bosforo (1969)
GDM 4323
14 brani – durata: 43’40”
Ancora un’uscita (in edizione limitata di 500 copie) frutto della joint venture tra l'etichetta GDM, l'archivio storico del catalogo C.A.M. (via Sugar Music) e la distribuzione della Intermezzo media, con la produzione esecutiva di Gianni Dell'Orso e il puntuale lavoro di digital editing, remastering and graphic design dell'ottimo Claudio Fuiano.
Si tratta delle musiche composte da Stelvio Cipriani per l'Euro-spy Agguato sul Bosforo (più conosciuto come Colpo grosso a Porto Said), diretto nel 1969 dal regista Luigi Batzella (con lo pseudonimo di Paull' Hamus). Cipriani aveva allora 32 anni e muoveva i primi passi nel mondo della musica da film, avendo sonorizzato già circa una decina di lavori (tendenzialmente Spaghetti western - come il mitico El precio de un hombre aka The bounty killer dello spagnolo Eugenio Martin, esordio di Tomas Milian nel genere - e qualche sceneggiato, come I racconti del Maresciallo), così come il regista sardo, al suo secondo film, che successivamente ci regalerà cult assoluti del cinema di genere italiano.
Colpiscono, dunque, l'estrema padronanza compositiva e la tecnica con la quale il Maestro Cipriani fonda, da subito, un suo riconoscibilissimo stile nell'arrangiamento e nella scelta degli strumenti e del suono.
Venendo al contenuto di questa soundtrack, si tratta di oltre 40 minuti di musica tratta dai master originali in stereo delle sessioni di registrazione, restaurati e ri-masterizzati.
Come sempre (o molto spesso) si usava nei lavori di musica per il cinema, si tratta sostanzialmente di un tema principale, dalle cadenze romantiche, arrangiato in forma canzone e in diverse chiavi strumentali, a seconda delle esigenze narrative.
Non abbiamo titoli, ma soltanto numeri di sequenza:”Seq.1” contiene la canzone dei Titoli di testa, con un uso in chiave barocca della sezione degli archi, dei legni e dell'Harpsichord; purtroppo non esiste alcuna informazione sull'interprete femminile, ma attraverso alcune ricerche incrociate sono riuscito a scoprire che le parole sono state scritte da Giuseppe Cassia sulla musica di Cipriani (unico, eventuale, modo di scoprire qualcosa sulla cantante potrebbero essere i titoli di coda del film originale – ndr).
La stessa canzone è ripresa sui Titoli di coda (“Seq.14”).
Il tema principale è poi riproposto in diversi arrangiamenti strumentali: con andamento lento, tema eseguito dal sassofono e sezione di archi in contrappunto (“Seq.3”), in stile prettamente chiesastico per solo organo (con finale teso e jazz) (“Seq.5”) e per organo, chitarra e flauto (“Seq.13”), con flauto dolce e organo Hammond in evidenza sopra un beat medio (“Seq.7”), in arrangiamento pienamente orchestrale (“Seq.10”) o più acustico e malinconico (“Seq.11”).
Il resto della partitura è occupato da temi e brani più d'atmosfera e legati ai topics dei film di genere (e spionistici, in particolare): le atmosfere eleganti e misteriose di “Seq.2”, con quel jazz sincopato guidato da Hammond e chitarra elettrica, lo sketch vaudeville di “Seq.4”, una vera e propria canzone in stile New Orleans, le trame medio-orientali ed esotiche di “Seq.6”, con quel clarinetto in à solo su percussioni e scampanellii.
Ancora, la lounge-bossa guidata da uno stupefacente organo Hammond (che dal tocco e lo stile sembra essere suonato, ancora una volta, dal grande Antonello Vannucchi) in “Seq.8”, la lunga suite di suspance in “Seq.9”, tra chitarre twangin', percussioni nervose e accenni di fast jazz e organo selvaggio sul finale, fino alla “Seq.12”, dominata dalle percussioni e dal tema swing eseguito al clarinetto.
In conclusione, il lavoro in questione contiene già quelle caratteristiche fondamentali che faranno del suono di Stelvio Cipriani un marchio di fabbrica, dalla qualità romantico/emozionale della scrittura in partitura, alla scelta di strumenti che enfatizzino il gusto barocco della musica, fino alla sua capacità di creare mistero e tensione. Tutte qualità che ritroveremo nei successivi lavori di Cipriani, che si tratti di Anonimo veneziano o dei numerosi score per poliziottesco, thriller, horror, etc, composti dal 1970 in poi.