11 Nov2007
As You Like It
Patrcik Doyle
As you like it (Come vi piace) (As You Like It, 2006)
Varèse Sarabande VSD 6830
19 brani (2 canzoni e 17 di commento) - durata: 59’14”
Il Duca, dopo essere stato usurpato da suo fratello Federigo, è costretto a fuggire nella foresta di Arden con i suoi fedeli e sua figlia, Rosalinda, che assume le sembianze di un uomo per meglio sopravvivere alle avversità del posto. Dell’originario testo shakespeariano, resta soltanto una debole trama nell’adattamento di Kenneth Branagh, che sposta la storia in un improbabile Giappone, pur mantenendo attori occidentali. Già Akira Kurosawa aveva tentato un’impresa del genere con Il trono di sangue, brillante adattamento del Macbeth.
La colonna sonora, scritta da Patrick Doyle, risponde ad entrambe le ambientazioni, quella originale britannica e quella giapponese. Sul sostrato di suoni spesso e volentieri ambient, di matrice principalmente occidentale, si possono assaporare di tanto in tanto degli assaggi di sonorità giapponesi, come in “Kabuki Attack”, dove fiati ed arpe iniziali dal carattere molto zen lasciano successivamente il posto a violini e percussioni dai profili molto più simili a quelli della nostra tradizione classica. I violini intanto pervadono tutto il flusso della OST, le cui tracce risultano ben equilibrate ed amalgamate tra loro. Tale equilibrio si ripropone anche quando si nota che nella soundtrack sono presenti due canzoni: “Under the Greenwood Tree” e “A Lover and His Lass”, molto diverse l’una dall’altra. Mentre la prima infatti è cantata da una sola voce, maschile, su di una base dai connotati nipponici, la seconda somiglia di più ad un waltzer, cantato da un coro a prevalenza femminile, collocandosi all’opposto della precendente.
Lo slalom tra due culture così diverse sembra un pò avventato, considerando che nemmeno Shakespeare ha mai dimostrato alcun interesse nei confronti del Giappone, e soprattutto che Branagh non si è preoccupato come Kurosawa di operare una trasposizione a tutto tondo. In compenso la colonna sonora sembra fatta con criterio, dimostrando la capacità di Doyle di sperimentare suoni diversi dai soliti sentendosi sempre a suo agio con qualsiasi cultura musicale. Nessun brano sembra essere stato sottoposto a stress da forzatura e il tutto segue un’aria leggera, forse anche un pò troppo per la profondità dei testi shakespeariani.
As you like it (Come vi piace) (As You Like It, 2006)
Varèse Sarabande VSD 6830
19 brani (2 canzoni e 17 di commento) - durata: 59’14”
Il Duca, dopo essere stato usurpato da suo fratello Federigo, è costretto a fuggire nella foresta di Arden con i suoi fedeli e sua figlia, Rosalinda, che assume le sembianze di un uomo per meglio sopravvivere alle avversità del posto. Dell’originario testo shakespeariano, resta soltanto una debole trama nell’adattamento di Kenneth Branagh, che sposta la storia in un improbabile Giappone, pur mantenendo attori occidentali. Già Akira Kurosawa aveva tentato un’impresa del genere con Il trono di sangue, brillante adattamento del Macbeth.
La colonna sonora, scritta da Patrick Doyle, risponde ad entrambe le ambientazioni, quella originale britannica e quella giapponese. Sul sostrato di suoni spesso e volentieri ambient, di matrice principalmente occidentale, si possono assaporare di tanto in tanto degli assaggi di sonorità giapponesi, come in “Kabuki Attack”, dove fiati ed arpe iniziali dal carattere molto zen lasciano successivamente il posto a violini e percussioni dai profili molto più simili a quelli della nostra tradizione classica. I violini intanto pervadono tutto il flusso della OST, le cui tracce risultano ben equilibrate ed amalgamate tra loro. Tale equilibrio si ripropone anche quando si nota che nella soundtrack sono presenti due canzoni: “Under the Greenwood Tree” e “A Lover and His Lass”, molto diverse l’una dall’altra. Mentre la prima infatti è cantata da una sola voce, maschile, su di una base dai connotati nipponici, la seconda somiglia di più ad un waltzer, cantato da un coro a prevalenza femminile, collocandosi all’opposto della precendente.
Lo slalom tra due culture così diverse sembra un pò avventato, considerando che nemmeno Shakespeare ha mai dimostrato alcun interesse nei confronti del Giappone, e soprattutto che Branagh non si è preoccupato come Kurosawa di operare una trasposizione a tutto tondo. In compenso la colonna sonora sembra fatta con criterio, dimostrando la capacità di Doyle di sperimentare suoni diversi dai soliti sentendosi sempre a suo agio con qualsiasi cultura musicale. Nessun brano sembra essere stato sottoposto a stress da forzatura e il tutto segue un’aria leggera, forse anche un pò troppo per la profondità dei testi shakespeariani.