Reportage del concerto “Anime Superstars”
Evviva gli Anime e Manga in Note!
Reportage del concerto “Anime Superstars” presso il TAM Teatro degli Arcimboldi di Milano il 31 maggio 2023
Il funky “blaxploitation” alla Franco Micalizzi di Cowboy Bepop (musiche della compositrice Yōko Kanno), gli orientalismi dance-pop di One Piece (score dei compositori Kōhei Tanaka e Shirō Hamaguchi), i sinfonismi fiabeschi prokofieviani, delicati e svolazzanti de La principessa Mononoke, La città incantata e Il castello errante di Howl del regista Hayao Miyazaki (partiture del sodale Joe Hisaishi), le pop frenesie da spy movie alla Jackie Chan di Naruto (musica di Toshio Masuda), i metal sinfonismi gregoriani di Attack on Titan (score di Hiroyuki Sawano), le adrenaliniche scorribande punk rock pop tra Oriente e Occidente di Tokyo Ghoul (partitura di Yutaka Yamada), il sinfonismo tonitruante e corale alla Dmítrij Dmítrievič Šostakóvič di Fullmetal Alchemist (musica di Akira Senju), il techno corale gregoriano di One Punch Man (score di Makoto Miyazaki) o il pop anni Ottanta del cult Dragon Ball (musiche di Shunsuke Kikuchi) sono state una minima parte della spassosa e bizzarra sarabanda canora-strumentale dello show concertistico dal titolo “Anime Superstars”, andato in scena per la prima volta in Italia al TAM Teatro degli Arcimboldi di Milano.
La The Orchestra 38 Samurai, compagine ucraina, proveniente dalla flagellata Kiev, sotto il mirino della criminale Russia di Putin, si è esibita, con il supporto vocale di tre solisti – il frontman maschile dalla voce possentemente acuta e stridula al contempo, tipicamente metallara, simil Meat Loaf per capirci e due splendide donne: una parecchio in linea vocalmente, fisicamente e biondamente con la Patsy Kensit degli anni ’80 – ’90 e una bruna che ricordava una geisha super sexy in stile Cher – ha riempito di note sinfo-pop-rock-metal, sia prettamente strumentali che canzonettistiche, un Teatro degli Arcimboldi strapieno di fan del genere Anime e Manga, taluni vestiti a tema, entusiastici fino al parossismo (giustamente, direi), che dopo ogni performance hanno dimostrato la loro profonda gratitudine a questa energica compagine e ai loro simpaticissimi, coinvolgenti e bravissimi cantanti solisti – dovuto cenno ad una giovane sassofonista dalla bellezza sfolgorante con degli assoli da virtuosa veterana dello strumento – dimostrante un’aderenza alla moltitudine variopinta di generi musicali dei succitati compositori da far invidia (mi riferisco all’approccio autoriale dei medesimi sulle serie d’animazione originarie o annesse rivisitazioni filmiche o fumettistiche successive) a molti mestieranti d’oltreoceano attuali, senza la ben che minima idea compositiva o bagaglio sonoro da far urlare di gioia e stupore gli aficionados, come accaduto in questo concerto di due ore applaudito goduriosamente e ostinatamente dal presente pubblico festante.
Ammetto che molte delle colonne sonore suonate o cantate in questo show nipponico musicale, celebrante i migliori e stracult “Anime e Manga” di ieri e di oggi, non le conoscevo o forse in minima parte, e sono rimasto alquanto meravigliato dalla quantità e qualità di leitmotiv tra elettronica, sinfonismo corale e non classico e argomentazioni tipicamente pop, rock e metal dal grande respiro, realmente da mettere in ginocchio tanta di quella pochezza creativa che oggigiorno viene spacciata da molti autori di musica per cinema e serialità come innovativa e originale. Prima di arrivare a tale affermazione, cari compositori da due lire, andatevi ad ascoltare cosa hanno composto, magari con mezzi e budget minori rispetto alle vostre imponenti risorse hollywoodiane da blockbuster, questi colleghi forieri di inventiva e soluzioni fuori dal comune, pertanto meditando a lungo.
Foto di Massimo Privitera