Reportage del cine-concerto di Jurassic Park
When John Williams Ruled the Earth: il vero ruggito delle note giurassiche
Reportage del cine-concerto di Jurassic Park all’Auditorium di Milano il 31 maggio e 1 giugno 2023
Quando a ruggire su pentagramma sono le note di John Williams per quel Jurassic Park che nel 1993 ha rivoluzionato il volto dei film sui dinosauri al cinema, non si può far altro che restare col fiato sospeso e strabuzzare lo sguardo alla presenza di un prosperando di emozioni senza controllo, a rotta di collo, un vero misto di sadico piacere e godimento ridanciano che Steven Spielberg e il compositore newyorkese cinque volte premio Oscar hanno orchestrato alla perfezione. Una perfezione – anche se a dirla tutta la pellicola, tratta dal romanzo omonimo di Michael Crichton, ha parecchi buchi di sceneggiatura e qualche ingenuità di troppo nella conduzione che, però, gli effetti speciali stupefacenti per l’epoca, una regia adrenalinicamente in crescendo e lo score williamsiano più genialmente horror (direi al pari di quello per Jaws) nella carriera del papà di capolavori musicali quali Lo squalo, L’impero colpisce ancora, E.T., Schindler’s List etc. etc. etc., riescono bellamente a far passare in secondo piano, se non gli si fanno le solite pulci cinefile – che raggiunge l’apice dell’Assoluto vivendone dal vivo ogni fotogramma e nota d’accompagnamento (diciamo meglio svelamento, arricchimento, turbamento e sbalzamento ‘letterale’ dalla poltrona del cinema o di casa, fate voi!) nella versione cine-concerto con l’orchestra in sync con ogni immagine.
E l’esperienza avuta grazie all’Orchestra Sinfonica di Milano, costantemente stupefacente e riccamente appassionata su ogni fotogramma performato con strabiliante aderenza, è stata qualcosa che si fa veramente fatica nel riportare nero su bianco, anche se il compito di chi vi scrive non lo prescinde. La compagine milanese è stata diretta da una nostra vecchia conoscenza, il Maestro Ernst van Tiel (presso l’auditorium lombardo ha diretto “Space Symphony”, “Superhero Symphony”, “A Tribute to Alfred Hitchcock”, i cineconcerti de I predatori dell’arca perduta, Mamma, ho perso l’aereo, il reboot di Star Trek e West Side Story di cui potete leggere sul nostro sito tutti i resoconti) con la consueta grandissima classe che lo contrassegna – un colpo di bacchetta che sa essere esattezza incondizionata sul filmico e, in questo preciso frangente, artigliata afferrante (alla Velociraptor per capirci) nel far rimarcare all’Orchestra ogni cambio di registro di uno score imponente a dir poco e attanagliante da asfissia perenne (ve lo giuro, più che nelle innumerevoli visioni al cinema al tempo e dopo su VHS, DVD o Blu-ray), che ha tenuto nei suoi 127 minuti di durata, con la presenza dello straordinario scoring williamsiano a coprirne ben 77’44” totali, tutto il gremitissimo pubblico dell’Auditorium (due date andate sold out all’istante), completamente e silenziosamente assicurato alle poltrone tra risate liberatorie, scatti improvvisi di terrore (una bimba di 6 anni di fronte a me ad ogni sequenza orrorifica – vedi il braccio mozzato del personaggio di Samuel L. Jackson-Ray Arnold, il velociraptor che cerca di afferrare con la bocca la povera Ariana Richards-Alexis Murphy o il Dilophosaurus che sputa il veleno in faccia al viscido e corrotto Wayne Knight-Dennis Nedry), divertimento inconsciamente ipnotizzante e relax conquistato dopo cotanti trasalimenti emozionali, con conseguenziali applausi torrenziali, fischi e rimbombi vocali di pura felicità, non ultima una standing ovation reiterata: tutto strameritato per un Direttore e un’Orchestra superlative e, logicamente, relativi film e musica entrati prepotentemente nell’immaginario collettivo a pieno diritto.
I momenti in cui la compagine e il suo direttore hanno tirato fuori gli artigli, facendo risaltare in ogni minimo passaggio timbrico la sontuosamente “terrifying” (terrificante) e armoniosamente “adventurous” (avventurosa) score di Williams, sono stati quasi del tutto concentrati nel secondo tempo – dopo l’”Intermission” (intervallo) con la ripresa dell’Orchestra Sinfonica di Milano che esegue a soprpresa un estratto dalla partitura del sequel de Il mondo perduto - Jurassic Park (The Lost World: Jurassic Park, 1997) sempre di Steven Spielberg – sono da riservarsi a tutte quel po' po' di scene adrenaliniche in saliscendi che preparano al finale ‘Quando il T-rex governava la Terra’, ossia – con equivalente titolo del brano della colonna sonora originale per un’identificazione più dettagliata del momento filmico – quali lo scavalcamento della rete elettrificata a 10.000 volt da parte di Sam Neil-Alan Grant, Tim Murphy-Joseph Mazzello e la sorella di cui sopra, Alexis (“High Wire Stunts”), la riaccensione quasi contemporanea come sequenza del pannello di controllo di tutto il parco per mano di Laura Dern-Ellie Sattler e la scoperta del velociraptor che ha sbranato il povero Samuel L. Jackson (“Hungry Raptor”) e a seguire i Raptor nella famosa scena della cucina a caccia dei due fratelli Murphy (“The Raptor Attack”) e il finalone (“T-Rex Rescue and Finale”), prima dei titoli di coda tra epica misticheggiante e consolatoria risoluzione apparente (“Welcome To Jurassic Park”).
Un grazie particolare a Damiano Kazuo Afrifa e Valeria Croce, Comunicazione, Marketing e Media dell'Auditorium di Milano