Euforia di note tra le immagini!
Reportage del concerto per Telethon “La dolce vita – La musica del cinema italiano” tenutosi il 30 novembre 2015 presso l’Auditorium di Milano Giuseppe Verdi
Un’euforia cine-musicale ha travolto il pubblico nutrito e partecipe dell’Auditorium Giuseppe Verdi di Milano, riunitosi ad ascoltare un concerto di musiche per film del repertorio italico, colonne sonore stranote che hanno arricchito il nostro patrimonio cinefilo, le quali si sono aggiudicate diversi prestigiosi premi nel mondo, tra cui quello più ambito, l’Oscar. Un pubblico, dicevamo, numeroso che in platea e in galleria, nell’autorevole cornice dell’Auditorium milanese, ha visto la folta compagine orchestrale della Filarmonica Arturo Toscanini di Parma eseguire, sotto la direzione baldanzosa e goliardica dell’italoamericano Steven Mercurio (classe 1956), una sequela di partiture tra suite e temi principali delle più celebri musiche per film scritte da Ennio Morricone, Nino Rota, Armando Trovajoli, Riz Ortolani, Stelvio Cipriani, Luis Bacalov, Fiorenzo Carpi e Nicola Piovani, molti dei quali vincitori del summenzionato premio Oscar.
Il titolo emblematico del concerto per Telethon, “La dolce vita – La musica del cinema italiano”, ha fatto sì che la parte preponderante di esso fosse dedicata alle musiche del milanese Nino Rota con l’esecuzione di popolari sue score per il sodale Federico Fellini, quali quelle per le imprescindibili e straordinarie Amarcord, La dolce vita per l’appunto, 8 e ½ e Giulietta degli spiriti che a mio avviso ha suscitato, insieme alla scatenata e clownesca euforia della “Passerella” di 8 e ½, gli applausi più scroscianti del pubblico e degli estimatori di colonne sonore come il sottoscritto. Merito anche e non solo della direzione attenta, poderosa e spavalda del direttore Mercurio ma degli arrangiamenti e orchestrazioni perfette e originali di William Ross, compositore di musiche per film ma soprattutto noto orchestratore e direttore d’orchestra di molteplici celebrate OST di John Williams, Alan Silvestri e via elencando. Altra pagina bellissima che Mercurio e Ross hanno riportato alla sua grandezza originaria, sempre di Nino Rota, è quella del “Valzer del commiato” da Il Gattopardo. Ancora Rota per Fellini è stato omaggiato dalla special guest della serata, il cantante e pianista Raphael Gualazzi che ha eseguito al piano solo una suite da Amarcord e La dolce vita in una bella e virtuosistica versione tra jazz e classica. Passando agli altri compositori in campo nella serata benefica, Ennio Morricone è stato onorato con il nostalgico tema portante, “Non penso a te”, di Incontro del 1971 per la regia di Piero Schivazappa nella performance tenorile, non memorabile, dell’Andrea Bocelli in erba, ex Gazosa, vincitore di Sanremo Giovani nel 2001, Federico Paciotti. Il Maestro Morricone e il suo bellissimo tema mafioso per Il clan dei siciliani ha esaltato la platea grazie all’Orchestra Arturo Toscanini che ha tirato fuori il meglio di sé con un crescendo al fulmicotone che l’arrangiamento rossiano ha reso ancora più monumentale ed epico nella sua tragicità melodica di fondo. L’autore di Mission, sodale di Leone e Tornatore, si è rifatto vivo, insieme al figlio Andrea, con il leitmotiv struggente, il tema d’amore del film, che profuma di Settima Arte dalla prima all’ultima nota, tratto da Nuovo Cinema Paradiso con un assolo del primo violino donna, Mihaela Costea, da commozione e brivido lungo la pelle. Purtroppo il fil di voce della sempre affascinante cantante Alice non ha giovato alla performance vocale del celebre tema morriconiano, “Your Love” da C’era una volta il West, voce flebile sovrastata dalla massiccia esecuzione orchestrale. Alice che non in splendida forma canora ha prestato la sua voce tenue ad una delle più belle canzoni, nonché tema sfavillante ed indimenticabile, “More” dal film Mondo cane scritto da Riz Ortolani e Nino Oliviero. Altresì la cantante Tosca, sempre straordinaria e vigorosa, ha interpretato un medley di temi da Oscar da La vita è bella di Nicola Piovani e sul finire del concerto, in duetto con Paciotti, il leitmotiv “Mi mancherai” di Luis Bacalov per Il postino. Sempre Bacalov citato nella suite felliniana per La città delle donne dall’orchestra in gran forma con l’acclamato Mercurio che ha diretto sia con la bacchetta che senza in maniera euforica (l’euforia come oramai avrete ben compreso, anche dal titolo del mio pezzo, è stata il trait d’union dell’intero concerto nel bene e nel male!). Un altro grande artigiano della musica per film, Stelvio Cipriani, ha risuonato sul palco con una delle sue più famose partiture dell’Ottava Arte, Anonimo veneziano in un arrangiamento ricco, performante e con un assolo della violinista Costea fenomenale, anche questo da lacrime grondanti sul viso.
Adesso veniamo alle note dolenti, che già in minima parte ho espresso durante il mio articolo che state leggendo, cioè adottando nuovamente la parola “Euforia” sia come pregio che come difetto del concerto: ho amato l’euforia del direttore Mercurio, della perfomance dell’eccellente Orchestra Filarmonica Arturo Toscanini di Parma, di Tosca e di Gualazzi (anche se non amo particolarmente il suo timbro vocale ma lo considero un bravissimo pianista!) ma ho trovato fuori luogo l’euforia visiva dei pessimi e inutili elementi visual d’animazione o aventi immagini di repertorio, proiettati sullo schermo gigante alle spalle dell’orchestra (ancora non è chiaro a molti che la musica applicata alle immagini, quando questa è eccelsa, non abbisogna del visivo per sostenerla dal vivo), il debordante effluvio di parole del cantante e giullare Morgan ad ogni sua rauca performance - il tragico tema di Geppetto di Fiorenzo Carpi dallo sceneggiato comenciniano Le avventure di Pinocchio e la galoppante canzone spaghetti western di Bardotti, Fulci ed Endrigo su arrangiamento di Morricone, “Back Home, Someday” dalla pellicola fulciana Le colt cantarono la morte e fu... tempo di massacro - che dopo il tanto acclamato bis con la scelta della canzone di Domenico Modugno per l’episodio pasoliniano Che cosa sono le nuvole? del film Capriccio all’italiana (1968) diretto anche da Mario Monicelli, Steno, Mauro Bolognini, Pino Zac e Franco Rossi, eseguita con Tosca, Alice e Paciotti, si è presentato sul palco per ricevere con l’intero cast del concerto gli applausi del pubblico, con una banana sbucciata in mano che mangiava avidamente. Diciamo che tutto è finito a tarallucci e vino, dato che anche la succitata canzone di Modugno è stata mescolata e non shakerata con una tradizionale e notissima canzone popolare campana che con la musica per film non ha nulla a che vedere. Perché?
Io adoro le commistioni ma quando queste hanno un senso e se si parla di un concerto dedicato a “La dolce vita – La musica del cinema italiano” perché concluderlo così? Aggiungendo che Gualazzi, forse timido forse imbarazzato, non si è unito al coretto finale partenopeo, entrando subito dopo dinoccolante sul palco per ricevere gli applausi finali di un lungo concerto che senza questa Euforia straniante negativa poteva essere indimenticabile, visto che le basi solide vi erano tutte (ribadisco Orchestra, suo direttore e Tosca-Gualazzi).