Le più belle sigle di Vince Tempera - cartoni animati e serie TV
Vince Tempera
Le più belle sigle di Vince Tempera - cartoni animati e serie TV (2023)
Warner Music 5054197817311
23 brani – Durata: 77’04”
Ascoltando questa compilazione si torna bambini o ragazzini quando sognavamo ad occhi aperti d’essere supereroi, piloti di robot giganteschi contro i nemici alieni della galassia, avventurieri in giro per il mondo, giovani in fuga dai cattivi adulti alla scoperta di noi stessi e della vita che ci ruotava intorno e tanto altro ancora, personificandosi coi protagonisti in carne ed ossa o d’animazione delle serie TV (telefilm all’epoca) o cartoni animati da metà anni ’70 a metà anni ’80 – anche se in questo CD vi è qualche serial targato anni 2000 –. Non si tratta, però, di una compilation contenente svariate sigle televisive di differenti compositori e parolieri, bensì 21 temi ad opera del veterano Vince Tempera (i film in accoppiata con Fabio Frizzi e Franco Bixio Fantozzi, Sette note in nero, Sella d’argento, le fiction in solitaria L’amore non basta e Nebbie e delitti) con il compianto Luigi Albertelli (scomparso il 19 febbraio 2021) e pochi altri autori (Tavolazzi, Serra, Luca, Lionello e Tibaldi). La track list è di quelle che appena scorsa fa istantaneamente e piacevolmente – come descritto in testa alla recensione – catapultare indietro negli anni spensierati della nostra infanzia nell’identica modalità incantatoria e affettiva di Anton Ego nel finale di Ratatouille: canzoni-sigle originali estratte da, con un audio superlativo che appare come un’incisione attuale, Atlas Ufo Robot, George e Mildred, Remi (Le sue avventure), Capitan Harlock, Mork & Mindy, Astro Robot contatto Ypsylon, Anna dai capelli rossi, Daitan III, Tekkaman, Capitan Futuro, L’ape Maia, Hello! Spank, Marco, Il fedele Patrash, Ufo Baby e in anteprima esclusiva I Ronfi – il compact disc contiene due bonus track versione “Raio Edit remix” odiernamente tecno-disco ballabilissime e sballosissime da Atlas Ufo Robot/Goldrake (“Ufo Robot” e “Shooting Star”) cantate da Massimo Alberti & Actarus.
Per informazione gli Actarus altro non sono che un gruppo musicale in attività dal 1978 al 1980 formato da Vince Tempera, compositore e tastierista, Massimo Luca, chitarre acustiche ed elettriche, Ares Tavolazzi, ex membro degli Area, basso elettrico e basso solista, Julius Farmer, basso elettrico, Ellade Bandini, batteria, Renè Mantegna, percussioni, con le voci soliste di Fabio Concato, Michel Tadini, Dominique Regazzoni e Gianpiero Scussel, diretti da Paola Orlandi, sorella della notissima compositrice e vocalist del cinema Nora Orlandi (quella dei 4+4) assieme al suo coro, con le fantasiose, arzigogolate, nonsense, romanzate, mitiche liriche di Luigi Albertelli.
Immergendosi fanciullescamente (non più adulti di oggi presi da mille cose e distratti dalla frenesia tecnologica e sociale in continua evoluzione – piuttosto, direi, involuzione) nell’ascolto attento di questa sequela di sigle cantate dagli Actarus, Gin & Tonic, I Ragazzi di Remi, La banda dei bucanieri, Bruno D’Andrea, Gli Ypsylon, I Ragazzi dai capelli rossi, I Micronauti, I Pungiglioni, Aiko & Company, Gli amici di Marco, I Cuccioli, 2TTO e i Ronfi – buona parte, come avrete ben intuito, nomi (pseudonimi) di band o singoli interpreti totalmente inventati alla bisogna e a seconda del cartoon o serial da commentare canoramente – l’espressione perenne in volto non può essere che quella ingenuamente ridicola beatitudine rimembrante pagine divertenti, adrenaliniche, commoventi e innocenti di un passato, ahimè, mai più ritornante, ad ogni modo ripercorribile grazie a queste melodie, sonorità, testi e performance. Per ritornare sulla stravaganza e genialità dei nomi utilizzati per gli interpreti delle canzoni, Wikipedia riporta anonimamente così: <<L’espediente dello pseudonimo veniva utilizzato in primo luogo per non confondere troppo lo spettatore/acquirente bambino, evitando così di associare sigle a nomi di gruppi che potevano non sembrare correlati, e per una maggiore libertà ed autonomia creativa di artisti che venivano relegati ad un ambito già circoscritto come quello delle sigle, ma anche e soprattutto era un modo più facile per poter lavorare con più etichette discografiche contemporaneamente>>.
Invece, ribattendo sull’impetuosa e benevola cantabilità tematica delle sigle di Tempera, creativamente sempre con il motore portato a mille giri e tendendo costantemente a cavalcare l’onda musicale di maggior successo del momento – specchio dei tempi in cui sono state composte, con un orecchio al passato ed uno al presente –, rispettando lo stesso le situazioni narrative dei generi sviluppati nei cartoni animati o telefilm, si passa con estrema disinvoltura ed esecuzioni agevoli, brillanti, esaltanti e sdolcinate dal pop, rock, progressive alla disco-dance, techno, rap e hip hop. Una scaletta in cui risaltano le grandi sigle cult intramontabili di “Na-no Na-no” di Bruno D’Andrea da Mork & Mondy, “Ufo Robot” (con quel passaggio centrale alla Grease) e “Goldrake” degli Actarus da Atlas Ufo Robot, “Capitan Harlock” della Banda dei Bucanieri dal cartone omonimo, “Ape Ape Apemaia” dei Pungiglioni da L’ape Maia, “Hello! Spank” di Aiko & Company dal cartone omonimo e “Remi (le sue avventure)” de I ragazzi di Remi dal cartone omonimo. In conclusione vi rimandiamo alla nostra video-intervista-presentazione del vinile di Atlas Ufo Robot per i suoi 40 anni, condotta da chi vi scrive alla presenza di Vince Tempera e Luigi Albertelli nel lontano 2018 a Milano (link qui).