Scacco alla regina
Piero Piccioni
Scacco alla regina (1969)
AMS/BTF/Cinevox LPOST029
Lato A: 7 brani
Lato B: 7 brani
Una nuova edizione vinilica, degnamente rimasterizzata da Claudio Fuiano, di una delle più policrome, eccellenti, spigliate e carnali colonne sonore della folgorante carriera cine-musicale di Piero Piccioni: Scacco alla regina, film del 1969 di Pasquale Festa Campanile, interpretato da Rosanna Schiaffino, Haydée Politoff, Romolo Valli e Aldo Giuffré. Un dramma a tinte erotiche su “una cattiva padrona di una ragazzina schiava per noia” (Marco Giusti nel suo dizionario “Stracult”), che Piccioni, con la sua solita, ineccepibile e particolareggiata maestria e originalità compositiva riesce a rendere maggiormente attraente e stimolante, arrivando persino a superare in qualità, con l’ampiezza leitmotivica messa su pentagramma, la storia e la sua esposizione attraverso recitazione e girato: “…che spesso fa ridere e imbarazza per il tentativo di far sesso&cultura” (sempre Giusti nel dizionario di cui sopra). Basti soltanto, con l’ausilio della meravigliosamente unica voce di Edda Dell’Orso (protagonista in primo piano di molte tracce), assistita dagli imprescindibili Cantori Moderni di Alessandro Alessandroni, immergersi totalmente nel coacervo di romanticismo sensuale di matrice beat/lounge d’annata del brano iniziale “Capriccio”, con un tema per organo Hammond, vocalismo sexy, ritmica licenziosa da far venire la pelle d’oca. “Aspetto ancora un giorno” è un gran pezzo di samba con la Dell’Orso in forma smagliante; spensierati ritmi bossa nova in “Da soli in vacanza”; “The Redcoat” psichedelicamente ‘altrove’ e profondamente Sessantino; “Sognando la tua voce” è ‘Piccioni’s Touch’ all’ennesima potenza, una di quelle melodie che sin dal primo ascolto ti fanno ‘cadere in amore’ per la sua espressività compositiva incomparabile e rara, che la voce delicatissima di Edda esalta in ogni sua parte; medesimo risultato uditivo emozionale del precedente brano in “E’ vero, ogni mondo è felice” e “…al Re”; “Con o senza sole” incomincia oniricamente per poi svelarsi con quel beat Swinging London attraente e misterioso al contempo. Jazz-Beat-Lounge di altissimo spessore performativo in “Scacco alla regina”, con l’Hammond e la Dell’Orso a farla da padrone; atmosfericamente rituale e a tratti sospeso l’iniziale incedere lounge de “L’alfiere” che via via cresce per (quasi) tramutarsi in qualcos’altro, un misterico astrattismo; “La torre” è puro jazz commentativo che in “Nero su bianco” si esprime più energicamente (gli archi solenni con Edda ululante), col tema portante inneggiante tutto l’erotismo della vicenda narrata; si chiude l’LP con “Poche mosse alla fine” e “I cavalli”: il primo etereo e cantilenante, il secondo un pezzo lounge jazz bossa nova fremente e danzereccio.
Recensione concessa su autorizzazione e pubblicata in origine sulla rivista cartacea Audioreview 2023