Apollo 13
James Horner
Apollo 13 (Id. - 1995)
MCA Records MCAD 11241
23 brani – durata: 72'07''
Il contributo di James Horner alla pluripremiata pellicola diretta da Ron Howard ed interpretata da un cast eccezionale segna uno dei momenti creativamente più prolifici del compositore statunitense, capace anche di influire su un certo stereotipo del cinema d'azione a stelle e strisce. Il film – basato sul libro Lost Moon dell'astronauta Jim Lovell, che prese parte alla terza spedizione Nasa per la Luna (1970) risoltasi in una drammatica scorribanda nello spazio prima del fortunoso rientro – è indubbiamente riuscito in ogni dettaglio e sa sprigionare la carica ideale dell'epopea lunare con un forte accento folkloristico-patriottico.
È questo un aspetto che, musicalmente parlando, si è tradotto nell'integrazione dello score originale con alcune canzoni pop dei favolosi sixties incluse anche nell'OST album (Jefferson Airplane, Jimi Hendrix, The Who, The Mavericks e molti altri), al punto che la musica di Horner ha subito un drastico ridimensionamento rispetto alla versione cinematografica ed è stata perdipiù mixata in diversi punti con il parlato e gli effetti del film. Una parziale giustificazione a questa scelta la si può cogliere nella qualità superiore dell'audio del film, al punto che all'edizione commerciale ha fatto seguito una “gold edition” a tiratura limitata in Dolby Surround – cosa che la dice lunga anche sugli alti standard qualitativi seguiti per la registrazione dello score. Tuttavia rimane il fatto che, per ascoltare la musica nella sua purezza e senza tagli, sarebbe necessario procurarsi l'album promozionale destinato ai giurati dell'Academy Award, che però è ormai introvabile (aveva una tiratura di appena 500 copie). L'ottima fattura dello score si avverte fin dalle prime battute dell'iniziale “Main Title”, che presenta l'esposizione del tema principale del film in sette note da parte della tromba solista, quindi l'entrata degli archi e dei legni orchestrati in maniera assai sobria com'è nello stile dell'autore. Per ritrovare un brano tratto dalla musica originale bisogna passare al nono titolo della scaletta – “The Launch” – la performance in assoluto più emozionante e che saggerà a dovere la dinamica del vostro impianto stereo! A livello timbrico è una scaltra integrazione dell'arpeggiatore e del potente basso elettronico con la massa sinfonico corale – un espediente che esalta la semplicità delle armonie affidate ad ensemble di ottoni ed archi. La tromba solista occupa nuovamente un posto di rilievo nella partitura, amplificando quel senso di eroico civismo che pervade la sceneggiatura del film e che i ritmi di marcia ed un fronte percussivo di sapore militaristico trasportano sul piano dell'azione. Il tema veramente memorabile che occupa la parte centrale del brano è costruito su di un tempo ternario ed orchestrato sobriamente con la sezione d'archi in primo piano, quindi seguito dalle voci da “collegiali” dall'etereo coro femminile, che riporta lo score ad atmosfere anni '60. Dopo aver speso le sue migliori risorse melodiche, la partitura offre nei numeri successivi del materiale più astratto, dominato dalle percussioni, gli ostinati d'archi e i contributi del pianoforte nelle ottave più gravi (“Master Alarm”). “The Darkside of the Moon”, con lo sporadico contributo vocale di Annie Lennox, regala forse il momento più lirico con la sua atmosfera tesa e malinconica, le sottili evoluzioni accordali degli archi seguite dall'assolo della tromba solista che, come altrove nell'album, è accompagnata sempre da una ridotta sezione dell'orchestra. L'arringa di Ed Harris (“Failure is Not An Option”) ci introduce negli ultimi minuti della partitura, volutamente didascalica e misurata e capace di elaborare significativamente il materiale già ascoltato in precedenza (“Re-Entry and Splashdown”) grazie all'asciutto contributo della compagine corale. Gli “End Titles” conclusivi regalano una piacevole escursione elettro pop cantata dalla Lennox e seguita dall'ancora prolifica esecuzione dei temi principali del film. Con una nomination agli Oscar in tandem con l'altro grande lavoro del '95 (Braveheart), James Horner ha fatto di Apollo 13 uno dei suoi più notevoli lavori cinemusicali, ricco di temi eroici e solenni, con un gusto per l'essenzialità in controtendenza rispetto al genere di pellicola ed agli stereotipi musicali della scuola hollywoodiana. Unico cruccio è dato dall'omissione, nell'edizione commerciale dell'album, di buona parte della musica originale e da una scaletta che mescola con troppa disinvoltura elementi eterogenei della colonna sonora. Tutto questo penalizza in qualche modo l'ascolto che, se non può dirsi disturbato da una simile scelta editoriale, risulta quantomeno atipico (meglio sarebbe stato inserire le canzoni in calce all'album, come bonus track).