Blade Runner Trilogy: 25th Anniversary
Vangelis
Blade Runner Trilogy: 25th Anniversary (2007)
Universal Music TV 060075305147(4)
3 CD - 36 brani – durata totale: 149' 54''
Nel 1982 il multistrumentista greco Vangelis – fresco di Oscar per la musica di Chariots of Fire (Momenti di Gloria) – ricevette dal regista Ridley Scott la proposta di lavorare al primo film ad alto budget della sua carriera – in precedenza aveva militato su pellicole minori greche e francesi e soprattutto si era fatto le ossa con diverse serie televisive del documentarista transalpino Frédéric Rossif. Nel suo studio londinese Vangelis registrò di getto la colonna sonora, circondato da una quantità assurda di tastiere elettroniche, sintetizzatori, strumenti etnici, percussioni classiche e moderne. Un lavoro che globalmente faceva della totale contaminazione dei generi musicali e della loro “citazione” quasi iconica – dal blues al jazz, dalla musica classica alla sperimentazione post-tonale fino agli archetipi della cyber-punk e della techno – il suo marchio distintivo, si direbbe un nuovo linguaggio multimediale che avrebbe consentito all'Ottava Arte un fecondo connubio con le potenzialità espressive della musica elettronica. Ma appena uscito in sala, il fenomeno Blade Runner venne recepito faticosamente soprattutto dal pubblico, che solo oggi lo circonda di un'ammirazione maniacale e spesso mercificante. Anche la musica subì un destino paradossale. L'uscita dell'OST album su Polydor veniva preannunciata nei titoli di coda, ma nella realtà si dovette aspettare diversi anni prima che due brani della musica originale (“Love Theme From Blade Runner” e gli “Endtitles”) venissero pubblicati sull'antologico Themes (1989). Sulle cause di un simile ritardo non esistono che delle supposizioni più o meno seriose e lo stesso Vangelis, nel corso degli anni, si è limitato ad addossare tutta la responsabilità alla sua etichetta discografica. In mancanza di una OST ufficiale, la Warner corse subito ai ripari commissionando una cover orchestrale dei temi principali del film alla New American Orchestra diretta da Jack Elliott (1982). L'album che ne uscì, di incontestabile fattura, venne utilizzato per svariato tempo quale surrogato dello score (in Italia la musica dei titoli finali fu scelta come sigla della popolare trasmissione Rai Linea Verde). Intanto fioriva un parallelo mercato dei bootleg. Il primo di un certo successo venne lanciato nel 1993 dall'eterea ed ammiccante etichetta Off World Music. Un secondo, camuffato da bootleg rumeno a tiratura limitata – Sunetul Original al Filmului: Blade Runner – ma in realtà prodotto e distribuito in maniera semi-professionale negli Stati Uniti con l'etichetta Gongo Music (1995), avrebbe anch'esso costituito un must per i fanatici delle versioni originali. Ulteriore attrazione di queste uscite era la spettacolare “extended version” dei titoli finali, non inclusa in nessuna delle versioni cinematografiche e purtroppo ancora oggi rimasta ufficialmente inedita, quindi ignorata dai più. Finalmente, nel 1994, appariva il tanto atteso Blade Runner, un disco che, sebbene compilato con dovizia e gusto da Vangelis, assomigliava però prepotentemente ad un concept-album d'autore ed ometteva alcuni dei temi più prolifici. Come se ciò non bastasse, diverse tracce erano state mixate con il parlato e gli effetti del film, cosa che, se da una parte rifletteva la totale immanenza e pervasività di una colonna sonora che non è distinguibile dall'universo sonoro del film, dall'altra procurava un certo disappunto tra gli addetti ai lavori e a non pochi fan.
Dopo 25 anni di attesa e una commedia discografica che non sembrava vedere la luce, Vangelis ha nuovamente attinto ai suoi archivi e dato vita ad un album triplo, Blade Runner Trilogy: 25th Anniversary. Il bouquet è abbastanza ricco: oltre alla prima edizione datata 1994, il cofanetto include un secondo disco di musica completamente inedita e infine un terzo CD bonus, contenente 12 brani ispirati alla pellicola ma concepiti come rivisitazione “postfactum” e celebrativa nel venticinquesimo anniversario. I primi due dischi, della durata complessiva di oltre 100 minuti, riescono finalmente ad offrire gran parte della OST originale. Da notare poi, nel secondo CD, l'inserimento di due bonus track che non vennero mai utilizzate se non incidentalmente nei cut plurimi del film. Ancora oggi i due brani (“One Alone” e “Desolation Path”) suscitano un ascolto ipnotico e avvolgente, com'è nel miglior Vangelis “electronic-driven” d'annata. Desta tuttavia notevole stupore la scelta di amputare un tema fondamentale come “Deckard and Roy’s Duel” o l'inserimento del tutto gratuito di un effetto vento sulle note della splendida “Fading Away” (già presente peraltro nel primo dischetto con il titolo “Tears in Rain”). Se si aggiunge poi che manca ancora una volta, clamorosamente, la musica dei titoli di apertura – con ogni probabilità considerata da Vangelis troppo minimale per un ascolto “assoluto” – si hanno dei motivi sufficienti per considerare questa Trilogy un'operazione non del tutto riuscita (e in effetti la critica cinemusicale ha tratto le logiche conseguenze, bollando il più delle volte l'intero cofanetto). Lasciando però da parte questi dubbi pur legittimi – che investono un tipo di ascolto quasi maniacale ed iper-esigente – quello che più ci interessa dire è che il triplo album permette comunque di godere del capolavoro vangelisiano in una qualità audio stratosferica grazie ad un remaster eseguito con i migliori strumenti della tecnologia odierna, ancora più sorprendente se si considera che la musica venne interamente eseguita sugli strumenti elettronici di oltre 25 anni fa (i quali avevano senz'altro risorse intrinseche superiori a quelle attuali ma soffrivano di inevitabili pressapochismi timbrici). Riascoltare oggi la musica di Blade Runner permette di assaporare quell'impareggiabile artigianalità di Vangelis, quell'avanguardia sperimentale che non cadeva nel solipsismo ma sapeva farsi musica di massa e muzak collettivo. Un lavoro, dunque, che merita ancora enorme attenzione e che stimolerà senz'altro la curiosità di chi intende riscoprire l'archetipo musicale (assieme al Goldsmith di Alien) delle pellicole afferenti al genere science-fiction.