A Napoli non piove mai
Louis Siciliano ALUEI
A Napoli non piove mai (2015)
GDM Music GDM OST 2
16 brani – Durata: 60’00”
Suoni mediterranei insinuanti e leggeri, con intromissioni jazzistiche primeggianti e sincopate, sono profusi all’interno di questa ottima partitura di Louis Siciliano ALUEI per la commedia partenopea di Sergio Assisi che strizza l’occhio alla verace comicità napoletana da Troisi a Siani, che ha ricevuto parecchie critiche positive, anche e soprattutto per la sua colonna sonora dalle molteplici sfaccettature sonore, comunque dal sapore meridionale. Difatti anche nelle musiche di Aluei (La febbre, Il rabdomante, I mostri oggi) oltre alle marcanti sonorità jazz vi sono rimandi all’universo cine-musicale di Pino Daniele per il sodale compianto Massimo Troisi: ne è un esempio il tema che apre la OST, “O’ tiemp e cagnà (underscore)” e il samba con assoli di sax spumeggianti su ritmiche accattivanti e mandolino e piano di “A Bridge to Mama Africa”.
Si cambia brevemente registro con gli archi e l’arpa leggiadri e teneri di “Rain on Trees”: una lunga elegia soave e carezzevole! Altrettanto lungo il brano “Napoli Take Away” in cui gli ottimi musicisti impegnati nelle sessioni jazzistiche della score eseguono un take raffinato, a tratti dalle reminiscenze funky anni ’70, con interventi sintetici tensivi e un tema suadente alla Gato Barbieri: un pezzo di pura improvvisazione ad un ascolto disattento ma che contiene in sé una ricercatezza timbrica e armonica, nonché una performance eccellente che fa rientrare di diritto questa colonna sonora tra le migliori dell’anno appena passato. D’altronde dalle parole dello stesso Louis Siciliano Aluei si può benissimo comprendere che lavoro fine e come al solito, nel suo caso, di attenta ricerca vi è stato dietro la composizione di questa score: “Ho lavorato sulle sfaccettature della quotidianità e intorno a questi grandi attori. Ci sono in effetti molti livelli di interpretazione e questo mi ha ispirato anche nelle musiche. Io vivo tra Parigi, Londra, Milano, New York e Varsavia ma Napoli resta il mio centro, cuore e radice culturale. Ho sintetizzato duecento anni di musica napoletana, inserendo anche elementi operistici perché il film è molto teatrale. C’è dentro anche Rossini. In un brano ho simulato la voce di un castrato, per omaggiare Farinelli. I grandi cantanti partivano da Napoli alla conquista del mondo. E poi il mandolino, amato veramente in ogni paese, fino al lontano Oriente, alla Cina. Dovevo assolutamente inserire questo strumento nostrano meraviglioso, che ad esempio era stato usato molto bene anche da Nino Rota. Quando si parla di musica italiana all’estero non pensano certo ai grandi cantautori, pensano a 'Torna a Surriento' e 'O’ Sole mio'. Quella è la vera musica internazionale, che piace”. E proprio Rota viene omaggiato nella traccia “Barnaba valzer”, tema del protagonista della vicenda narrata in A Napoli non piove mai, temino irriverente e operistico per archi in primo piano. Il mandolino torna nell’altro leitmotiv enunciato nel brano d’apertura del disco che prende il nome dal film, dolcemente fanciullesco. “Mysterium” rossinianamente lirico e dal crescendo ostinato, mentre atmosfere idilliache inebriano “Aran Islands” con arpe in primo piano e un basso incessante a dare corpo all’ariosità del pezzo. “Arcana” è un adagio per archi e coro dall’andamento funesto e straziante. “Lume eterno” è un ostinato per archi dai riecheggiamenti rossiniani che dopo anche un distratto ascolto della OST ci fa comprendere quanto eclettismo vi è in questo compositore cittadino del mondo ma di origini napoletane, origini che ritornano nel brano “Habanera napoletana (pizzicato)” frizzante affresco del succitato temino rotiano per archi. “Il mare dentro” per archi sospesi, ci mostra il lato umano mesto e in cerca di serenità dei protagonisti della pellicola, con un disteso tema malinconico. “Spaghetti western” fa il verso, fin dal titolo, ai nostri gloriosi film di frontiera, polvere e pistole, con un leitmotiv per armonica, chitarre alla Ry Cooder e fiati etnici, con voci indiane sullo sfondo. “Solve et coagula” per archi in gran spolvero è un altro ostinato questa volta di matrice orffiana e mozartiana. “Japanese Landscapes” penultimo adagio di rasserenante intensità emotiva prima della chiusura con il pezzo dell’inizio del CD, “O’ tiemp e cagnà” in una versione canora cantata aspramente e vigorosamente da Siciliano ALUEI stesso: applausi!