Reportage dall'ultimo Festival del Cinema di Berlino
Curiosità musicali dalla Berlinale 2024
Con molta probabilità avrebbe conquistato l’Orso D’Oro se fosse stato inserito nella sezione “Concorso”. Era invece presente nella sezione “Forum” Marijas Klusums (Il Silenzio di Maria) firmato dal regista lettone Dāvis Sīmanis, film ammirato da molti partecipanti alla Berlinale 2024 per il suo straordinario impatto artistico. Innanzi tutto il tema: il difficile e drammatico rapporto di un artista con il terrorismo stalinista. Nel dramma realmente avvenuto l’attrice teatrale Maria Leiko, molto ammirata per le sue prestazioni, viene improvvisamente accusata di partecipare a rappresentazioni teatrali di carattere formalista e modernista, lontano dal sentire popolare.
In teatro recita il ruolo di vittima innocente, un’identica situazione che il destino riserverà alla sua vita. Gli attori maschi del teatro lettone di Mosca vengono prelevati e deportati durante le prove mentre il teatro viene chiuso per attività sovversiva. Nel suo rifiuto di una falsa confessione che accusi la troupe del teatro, viene condannata alla fucilazione e sepolta in una fossa comune. Di profondo impatto le riprese e inquadrature con una fotografia in splendido b/n realizzata con straordinaria eleganza dall’operatore lettone Andrejs Rudzāts e la profondità espressiva e scenica dell’interpretazione di Olga Šepicka nel ruolo della protagonista. La musica curata da Paulius Kilbauskas e Justinas Štaras segue lo sviluppo visivo del dramma in modo funzionale in ideale equilibrio con le immagini.
Nella sezione “Berlinale Classics” è stato inserito un toccante omaggio al grande regista russo Andrej Tarkovskij (1932 - 1986) con la proiezione in prima mondiale del suo ultimo film e testamento spirituale e artistico Offret (Sacrificio, 1986), nella nuova versione in restauro digitale curata dallo Svenska Filminstitutet. Capolavoro della storia del cinema, il film si avvale del contributo di Sven Nykvist, operatore della fotografia e di Erland Josephson, superlativo protagonista nel ruolo di Alexander. Non avendo potuto avere Eduard Artemiev (1937 – 1922), suo compositore preferito, cui le autorità sovietiche negarono il visto, il regista russo ha elaborato personalmente la colonna sonora del film inserendo l’aria “Erbarme d’ich, mein Gott” dalla Matthaeus-Passion di Johann Sebastian Bach che risuona nei titoli di apertura e nella drammatica sequenza finale dell’incendio. Il dramma del sacrificio del fuoco e della propria vita si rapporta in modo profondo con i toccanti accenti della musica di Bach montata nel film in perfetto equilibrio con le immagini che parlano all’anima dello spettatore e lo interrogano nel suo dramma esistenziale. Di grande interesse anche l’inserimento di musica strumentale giapponese per flauto (Suzo Watazumido) e canti di pastori delle contee svedesi della Dalekarlie e Hjerdalen.
Fra i film interessanti anche dal punto di vista musicale segnaliamo Les gents d’à cotè di André Techiné musicato da Olivier Marguerit, con Isabelle Huppert brillante protagonista. Umberto Smerilli ha firmato la colonna sonora di A Different Man di Aaron Schimberg, presentato in concorso con Sebastian Stan formidabile protagonista nel ruolo di Eduard che, affetto da neurofibromatosi, si sottopone ad un intervento chirurgico al volto per poi rifiutare l’ammaliante nuovo look e riconoscersi nel tempo con grande fatica. L’attore rumeno naturalizzato statunitense è stato premiato con l’Orso d’Argento per la migliore interpretazione protagonista. Malgrado percorsa da una ritmica incalzante, la scrittura musicale non sembra quasi mai poter uscire da un ruolo prevalentemente atmosferico ed esornativo.
Purtroppo esce a mani vuote dalla Berlinale il bellissimo nuovo film di Piero Messina Another End presentato in concorso. La suggestiva sceneggiatura è avvolta da un carattere distopico e fantastico e percorsa da una coinvolgente carica romantica. Una nuova tecnologia potrebbe alleviare il dolore di una perdita attraverso la coscienza di una persona deceduta che viene impiantata in un altro corpo vivente e allungare quindi i tempi dell’addio. Il film è caratterizzato dalla superlativa interpretazione di Renate Reinsve e Gael Garcia Bernal nei ruoli dei protagonisti Zoe e Sal. Dal carattere spiccatamente sinfonico, come sospesa nel tempo nelle sue dilatate volte espressive, nella sua rarefazione timbrica e nel suo introspettivo raccoglimento, la scrittura di Bruno Falanga non si limita a una mera funzione di accompagnamento ma assume un ruolo protagonistico nel suo trasmettere allo spettatore l’inquietudine interiore e il toccante fervore visionario del lavoro di Piero Messina. Lontana da stucchevoli sottolineature sentimentali genera in modo magistrale una liturgia dal denso tessuto sonoro che si muove in perfetto equilibrio con il decorso delle immagini nella sua severa e avvolgente carica espressiva.
Il grande climax dal punto di vista musicale lo ha rappresentato Kohlhiesels Toechter (Le figlie di Kohlhiesel) film muto del 1920 di Ernst Lubitsch (1892 – 1947), inserito nella sezione “Berlinale Classics”, ultimo lavoro realizzato in Germania dal regista tedesco prima del suo trasferimento negli Stati Uniti. Graffiante parodia farsesca ispirata alla shakespeariana “Bisbetica Domata”, il film è stato presentato in prima mondiale nella nuova versione in restauro digitale 4k realizzato dalla Fondazione Friedrich Murnau di Wiesbaden, con accompagnamento musicale dal vivo di una nuova partitura composta da Diego Ramos Rodriguez, eseguita da un ensemble di dodici strumentisti dei Berliner Philharmoniker diretto da Simon Roessler e composto da quintetto d’archi, pianoforte, percussioni e cinque strumenti a fiato. Dopo la prima del 1920 la pellicola è stata sottoposta ad alcune leggere modifiche da parte della censura tedesca e l’originale negativo del film è andato perduto durante il periodo nazista. Il restauro è quindi avvenuto sulla base di tre nitro copie conservate presso il Danish Film Institute e l’Archivio federale tedesco. Il viraggio ricostruito dall’originale presenta colori differenti riferiti a persone, cose e luoghi. Diego Ramos Rodriguez è un musicista attivo anche nel cinema e molto apprezzato in Germania. La sua scrittura si rapporta pienamente con le immagini e il contenuto commediante del film e si sviluppa in un singolare collage di temi dal carattere marcatamente gioviale e ironico della tradizione popolare e militare austro-ungarica – polka, valzer, czardas – che nella sua elegante fantasia timbrica ed esuberante gioiosa carica ritmica coinvolgono e divertono il pubblico che accoglie il formidabile virtuosismo della superlativa prestazione dei musicisti impegnati nell’esecuzione con una trionfale ovazione. Trionfale ovazione (extra Berlinale) anche per il Maestro Kirill Petrenko, Direttore musicale dei Berliner Philharmoniker, che nei giorni 14, 15 e 16 Febbraio ha guidato la sua leggendaria orchestra in un programma comprendente l’”Ouverture Tragica” di Johannes Brahms, il “Concerto per violino n.1 op.35” di Karol Szymanowski e la “Sinfonia Domestica” di Richard Strauss. Con un tratteggio severo e solenne, l’eloquenza tardoromantica di Brahms viene esaltata dal maestro russo assecondato in modo superlativo dall’orchestra con il suo suono denso, profondo e trasparente. Nella smagliante esecuzione della singolare “Sinfonia Domestica” di Richard Strauss, con un ideale dosaggio dei volumi sonori, Petrenko esalta la suggestiva eloquenza timbrica e la vertiginosa esuberanza ritmica della partitura con l’orchestra che risponde in modo superlativo con il suo prodigioso virtuosismo. Di grande suggestione e impatto emotivo infine l’esecuzione del crepuscolare ma affascinante “Concerto n. 1 per violino e orchestra op. 35” del compositore polacco Karol Szymanowski (1882 – 1937) con l’affermata violinista georgiana Lisa Batiashvili, interpretato con profondo impegno intellettuale come una sinfonia con il violino solista dove il denso spessore sonoro dei Berliner Philharmoniker illumina l’avvolgente opulenza cromatica della magnifica scrittura.