Reportage del concerto della pianista Polina Osetinskaya
Polina Osetinskaya in concerto al Festival Morellino Classica 2023
Il Festival Morellino Classica è una manifestazione molto articolata che con ben 18 appuntamenti dal 27 giugno 2023 al 6 gennaio 2024 coinvolge alcuni fra più suggestivi borghi e luoghi della Maremma Grossetana a partire da Scansano, che dal suo celebre vino prende il nome.
Uno dei concerti più interessanti della dodicesima edizione è sicuramento stato quello tenuto il 7 luglio scorso dalla pianista russa Polina Osetinskaya nella magnifica cornice del Teatro Castagnoli a Scansano.
Bambina prodigio che ha tenuto il suo primo concerto all’età di 6 anni, Polina Osetisnskaya è fortemente apprezzata oltre che per la sua tecnica prodigiosa e le sue doti di interprete anche per l’eclettismo e la suggestiva originalità delle sue proposte musicali molto spesso legate anche alla Settima Arte. Al riguardo, vorremmo citare il suo bellissimo CD pubblicato dal Label Quartz (ktz 2104 - www.quartzmusic.com) dedicato a lavori di Nino Rota (1911 – 1979) e Leonid Desyatnikov (1955). Di Nino Rota la Osetinskaya esegue i “15 Preludi” e la “Suite” dal Casanova di Federico Fellini mentre di Desyatnikov vengono proposti gli eleganti “Nachklaenge aus dem Theater”, raccolta di temi composti per musiche di scena, “Albumblatt” dedicato al compleanno di Yulia Volk-Boreyko, moglie del direttore d’orchestra Andrei Boreiko, e brani tratti da colonne sonore scritte per il film Giselle Obsession di Alexey Uchitel, Moskow Nights (1995) e The Target (1911) entrambi di Alexander Zeldovich. Mentre di Rota – artista rimasto ancorato al XIX secolo – si ammira la straordinaria freschezza tematica e melodica e la formidabile funzionalità delle sue musiche filmiche, il ben più giovane Desyatnikov incanta per la sua elegante e spigolosa espressività e per il suo coinvolgente impegno intellettuale. Il compositore russo è autore fra l’altro della controversa opera The Children of Rosenthal, su libretto di Vladimir Sorokin, commissionata nel 2005 dal Teatro Bolshoi. Narra la surreale storia di cloni di alcuni grandi compositori (Wagner, Verdi, Mozart, Mussorgski e Tchaikowsky) creati dallo scienziato Alex Rosenthal, emigrato dalla Germania in Russia per sfuggire alle persecuzioni naziste.
Il programma del concerto legava cinema e musica in un’avvincente quanto originale associazione: il barocco musicale nel grande schermo d’autore con partiture che hanno evocato e fatto rivivere grandi momenti filmici. Prima parte della serata dedicata a Johann Sebastian Bach, autore molto amato dai grandi registi con “Italienisches Konzert’ BWV 971” dal film Il talento di Mr. Ripley (The Talented Mr. Ripley, 1999) di Anthony Minghella, la “Toccata n. 5, BWV 914” dal film Rapsodia per un killer (Fingers, 1978) di James Toback, secondo movimento “Siciliano” dalla “Sonata nr. 2 per flauto BVW1031” dal film Le onde del destino (Breaking the Waves, 1996) di Lars von Trier, “Passacaglia e Fuga BWV 582” da Il Padrino (The Godfather, 1972) di Francis Ford Coppola.
Polina Osetinskaya, nella sua capacità di coniugare le sue sbalorditive doti tecniche con un profondo impegno intellettuale e una dirompente forza spirituale, propone un Bach avvolto in un’affascinante romantica modernità che incanta e interroga l’animo dell’ascoltatore.
Il grande climax di tutta la serata non poteva che essere il corale “Ich ruf zu Dir, Herr Jesus Christ BWV 639”, che percorre la drammatica parabola esistenziale dell’astronauta Kris Kelvin in Solaris (Id., 1972) capolavoro di Andrei Tarkovskij (1932 – 1986) ispirato all’omonimo romanzo di Stanislaw Lem (1921 – 2006).
La pianista russa con il suo avvolgente fraseggio, con il suo straordinario fervore espressivo propone il corale in incantato raccoglimento per una toccante trasfigurazione poetica che evoca in modo imponente le indimenticabili immagini lasciateci dal regista.
Nella seconda parte avremmo onestamente fatto volentieri a meno della vuota enfasi barocca di Rameau presente con vari brani derivati dalle colonne sonore dei film 4 Days in France (Id., 2016) di Jérome Reybaud, Mademoiselle (The Handmaiden, 2016) di Chan-wook Park e Casanova (Id., 2015) di Jean-Pierre Jeunet. Al posto di Rameau avremmo visto volentieri ad esempio il “Concerto in Re minore per oboe, archi e basso continuo” di Alessandro Marcello, colonna sonora del film Anonimo Veneziano (1970) di Enrico Maria Salerno di cui successivamente è stata elaborata una versione per pianoforte presente nel film Undine – Un amore per sempre (Undine, 2020) di Christian Petzold.
Forse si poteva dare più spazio a Purcell presente in programma con il suo brano “Ground in Do minore ZD 221” nell’arrangiamento di Michael Nyman per la sua colonna sonora composta per il film I misteri del giardino di Compton House (The Draughtsman’s Contrac, 1982) che si rivela perfettamente funzionale alle sfarzose e vuote atmosfere del barocco britannico. Ritroviamo la musica del compositore inglese anche in altri importanti film fra cui Lo Specchio (Zerkalo, 1975) di Andrei Tarkovskij con “The Indian Queen” e Arca Russa (Russkiy kovcheg, 2002) di Alexander Sokurov con “King Arthur”.
Indovinatissima è apparsa la scelta di Haendel con la “Sarabande” dalla “Suite nr. 4 in Re minore HWV 437” che accompagna il film Barry Lindon (Id., 1975) di Stanley Kubrick così come la “Ciaccona in Sol maggiore HWV 435” tratta dal film Sinfonia d’Autunno (Höstsonaten, 1978) di Ingmar Bergman.
Serata stellare...malgrado Rameau...