Reportage del concerto “Una serata con Ennio Morricone”
Essere o non Essere Ennio!
Reportage del concerto “Una serata con Ennio Morricone” dell’Orchestra Sinfonica di Milano del 29 giugno 2023
«Essere, o non essere, questo è il dilemma», celebre frase dell’Amleto di William Shakespeare dall’”Atto 3°, scena 1”. Codesta frase mi è frullata in testa mentre ascoltavo il concerto “Una serata con Ennio Morricone”, presso l’Auditorium di Milano in Largo Mahler, dell’Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Alberto Maniaci – che avevo io stesso recensito anni fa poco dopo il lockdown pandemico (leggi reportage), quasi col medesimo programma ma dal titolo differente e con la compagine lombarda in versione ridotta causa regolamentazioni AntiCovid –, e potete benissimo giungere al porvi (e pormi) la domanda del perché tale riconduzione mnemonica alla famosa tragedia del drammaturgo e poeta inglese? Perché, come da titolo di questo resoconto, mi è sovvenuta un’assonanza (visto che parliamo di musica, più che giustificata) che mi ha portato a scrivere <<Essere o non Essere Ennio>> in riferimento al fatto se sia doveroso o meno – e qui sta il Dilemma! –, quando si esegue qualsivoglia compositore di musica classica e (in questo frangente) per film in concerto, essere rispettosi della materia musicale originaria o potersi prendere delle clamorose o leggere digressioni, nientemeno arrivando a sconvolgerne la sostanza primigenia in note? A mio modesto parere sì. Tuttavia questo sì deve sottostare a determinate regole, ovvero che il rieseguire concertisticamente musica di autori più o meno noti non comporti stravolgerne in maniera dilettantesca, ignorante, pretenziosa o banale la forma primaria originale che di suo, nel suo nucleo fondativo pentagrammato, assurge a capolavoro inestimabile. Non sono un oltranzista della materia musicale o visiva, che in questo caso sono i due volti della stessa medaglia, ossia Settima & Ottava Arte all’unisono, dato che si tratta di colonne sonore entrate prepotentemente nell’immaginario comune di cinefili e non, per giunta del Maestro Ennio Morricone che perfino i bimbi dell’asilo sanno chi sia seppur non abbiano mai intravisto un film da Lui musicato.
Precisato ciò, come d’altronde feci nel reportage di cui sopra anni addietro, quello che il direttore d’orchestra siciliano Alberto Maniaci ha selezionato (ed egli stesso arrangiato e orchestrato per l’occasione, come accadde a suo tempo) del repertorio morriconiano – ovvero temi o suite da La leggenda del Pianista sull’oceano, C’era una volta in America, C’era una volta il West, Il Buono, il Brutto, il Cattivo, Giù la testa, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, La Sconosciuta, Metti, una sera a cena, Mission, Nuovo Cinema Paradiso, Baaria e Malena – ha certamente elettrizzato il numeroso pubblico di tutte le età convenuto, rinfrescato dall’esagerata calura milanese da quelle note che riescono sempre a far emozionare, esaltare e riflettere, rimembrandone le immagini o i ricordi personali legati a quei film o ad attimi di vita privata correlati alla loro visione – perché mai dovete scordare che un Film non è solo la Storia che ci viene raccontata visivamente e uditivamente, è sempre e comunque quella fetta della nostra esistenza in cui lo abbiamo guardato e soggettivamente vissuto per poi creare dei ricordi di vario genere legati ad esso, sia belli che brutti, sia intimi che distaccati, pur sempre fatti della sostanza dei sogni reali e non di quell’attimo –.
La performance dell’Orchestra Sinfonica di Milano più che partecipativa e avvinta, è stata clamorosamente entusiasmante e, come sempre, impeccabile, dove hanno brillato unitariamente tutte le sezioni degli oltre cinquanta musicisti presenti. Maniaci, nel suo modo di dirigere assai trascinante, con o senza bacchetta, simile ad un giullare di corte euforico (nel senso più pregevole della similitudine affibbiatagli), quasi a tratti distraente dalla visione omnicomprensiva della compagine performante, ha infervorato, nell’ora e mezza del concerto, non soltanto le celeberrime melodie di Morricone rispettandole, stravolgendole, mutandole, innovandole, perfino un pubblico davvero, come accennato sopra, accalorato dall’ascolto e stupefatto al contempo da alcuni simpatici o fuorvianti arrangiamenti, sempre nobilitati dall’orchestra lombarda che potrebbe addirittura rendere la musichetta di Peppa Pig un’opera pucciniana o wagneriana, facendola entrare negli annali della Musica.
Sicuramente il sottoscritto non ha condiviso stavolta l’aver mutato in una sarabanda sonora la delicata poetica samba del leitmotiv di Metti, una sera a cena o la straniante versione jazz-bossa nova del tema di Giù la testa, anche qualche eccessivo e pomposo esito epico di alcuni passaggi della nota canzone “Se telefonando” (uno dei tre bis richiesti a gran voce dal pubblico ultra entusiasta e in standing ovation, insieme ai già eseguiti Il Buono, Il Brutto, Il Cattivo e la versione estesa, con tanto di geniale trovata del pezzo per piano dalla nota stonata, del tema portante da La Leggenda del pianista sull’oceano), ad ogni modo scomparenti rispetto alle altre performance dei temi principali, su tutti, de La sconosciuta, Malena, Baaria o le suite leitmotiviche da Nuovo Cinema Paradiso e Mission, nonché quella sorta di minuetto inesistente nella partitura originale per violino solo (il sempre grandissimo Luca Santaniello) introdotto nell’iconico e geniale tema da Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto.
Alla fine <<Essere o non Essere Ennio>>… forse sì forse no, anche se il pubblico ha gradito oltre ogni previsione e distrazione arrangiamentale, perché la Musica del compianto Ennio è senza tempo e confini, eternamente con Noi comunque la si interpreti.
Foto del concerto di Massimo Privitera
Foto di Ennio Morricone di Ernesto Romano