Nosferatu di Murnau in compagnia dell’organista Jean Guillou alla Philharmonie a Berlino
Nosferatu di Murnau in compagnia dell’organista Jean Guillou alla Philharmonie a Berlino
Albin Grau (1884 - 1971), artista originario di Lipsia, é stato grafico, pittore, scenografo e architetto particolarmente prolifico con all’attivo oltre mille lavori anche in campo cinematografico, che lo ha visto collaborare a oltre quaranta realizzazioni filmiche fra cui primeggia Nosferatu di Friedrich Wilhelm Murnau.
Accanto all’attività artistica egli aveva uno spiccato interesse per i fenomeni esoterici e occultisti che lo portarono ad aderire alla Loggia Pansofica a Berlino e a stabilire una stretta relazione con l’occultista britannico Aleister Crowley. Uno dei suoi primi lavori per il grande schermo é la realizzazione del manifesto pubblicitario per il film Die rote Redoute (1921) di Hanns Kobe.
La sua grande passione per il cinema lo porta alla fondazione della casa di produzione Prana-Film GmbH il cui primo importante impegno è rappresentato da Nosferatu, realizzato nel 1921 che si impone come risultato di un’intensa e appassionata collaborazione fra Albin Grau, il regista Friedrich Wilhelm Murnau e l’attore Max Schreck che ricopre il ruolo del protagonista Conte Orlok. La sceneggiatura del film firmata da Henrik Galeen è liberamente ispirata al romanzo Dracula dello scrittore britannico Bram Stoker.
Malgrado il successo del film, a causa di una avventata gestione finanziaria da parte del socio e amministratore Enrico Dieckmann, la Prana - Film GmbH si ritrova ben presto in uno stato di bancarotta e viene rilevata dalla Deutsch-Americanische Film Union. Albin Grau riesce comunque a proseguire la sua attività di scenografo e architetto presso la UFA a Berlino.
Nel frattempo nel 1924 la vedova dello scrittore Bram Stocker aveva citato in giudizio a Berlino la Prana-Film GmbH per lo scorretto utilizzo del soggetto e aveva ottenuto la distruzione di tutte le copie del film presenti sul territorio tedesco. Rimasero quindi disponibili solo alcuni esemplari all’estero e una copia di sicurezza risalente al 1939 rinvenuta presso l’Archivio Nazionale Cinematografico tedesco (Bundesarchiv-Filmarchiv) a Berlino. Su questa copia e su quella con didascalie in francese conservata presso la Cinémathéque Française a Parigi si basa il lavoro di restauro compiuto nel 2005 da Luciano Berriatua su commissione della Murnau Stiftung di Wiesbaden e svoltosi in buona parte presso i laboratori de l’Immagine Ritrovata a Bologna. Sono stati rimossi i graffi, le macchie, le abrasioni, stabilizzato il fluire delle immagini e l’ondeggiamento del grado di luminosità. Considerato una delle massime espressioni del cinema espressionista tedesco, Nosferatu rappresenta in pieno quanto dichiarato dal suo sottotitolo: Eine Symphonie des Grauens. Il film di Murnau è una vera ‘Sinfonia dell’Occulto’ che si muove fra sinistre volte, stretti vicoli, ombre misteriose, oppressive coltri nebbiose, montagne e boschi surreali, luci lampeggianti, un’imbarcazione dalle vele nere che trasmettono un’atmosfera spettrale e angosciante. Diversamente da Il gabinetto del Dottor Caligari (1919) di Robert Wiene che si ispira a riferimenti pittorici del movimento espressionista (Hermann Warth e Walter Röhrig della Galleria Der Sturm), Murnau opta per setting di immagini paesaggistiche in Germania (Lübeck e Rostock), in Romania (Montagne dei Carpazi) e Slovacchia (Monte Vratná e fiume Waag) volti a sottolineare l’autenticità dei luoghi in cui si muove il protagonista vampiro. Il regista evidenzia una grande capacità nel creare personaggi e atmosfere dal forte impatto visivo in modo semplice e immediato senza un particolare utilizzo di artificiali allestimenti.
Il film trasfigura magistralmente l’immagine di un fantasma assetato di sangue e portatore di peste che si muove nell’inconscio di una società, quella tedesca della Weimarer Republik, dilaniata da profonda angoscia, dilagante violenza e insicurezza e pronta a prostrarsi ai disegni perversi di forze occulte e destabilizzatrici. Un messaggio che si presta a una triste attualizzazione: ieri l’inarrestabile ascesa del nazismo oggi l’impressionante dilagare del pensiero unico nordamericano volto a imporre a livello planetario un modello economico basato sulla perversione monetarista di Milton Friedman e della Chicago University, capace di creare finora solo alienazione, emarginazione, miseria e dirompente pessimismo per il futuro di un pianeta sempre più nelle mani di speculatori, banche e multinazionali.
La colonna sonora originale del film era stata curata da Hans Erdmann che insieme a Giuseppe Becce e Ludwig Brav nel 1919 aveva elaborato la famosa Kinothek (Kinematographische Bibliothek), raccolta di brani di diversi autori adatti all’utilizzo musicale per il grande schermo. Nosferatu rappresenta un esempio di film musicato con brani attinti dalla Kinothek e in questo caso composti da Erdmann, Becce, Bizet, Boito e Verdi. Inevitabilmente il risultato di una compilazione presenta contenuti soprattutto oleografici e fatica a rapportarsi con la tensione interiore e la forza espressiva del film. Cosa che riesce invece in modo magistrale a Josè Maria Sánchez-Verdú (1968) con la sua nuova composizione commissionatagli nel 2005 dalla Murnau Stiftung di Wiesbaden. Dell’esecuzione in concerto nel 2009 a Berlino di questa rilevante partitura abbiamo già riferito su queste colonne.
Ci sembra doveroso anche ricordare la bellissima rivisitazione del soggetto operata negli anni settanta da Werner Herzog con Isabelle Adjani e Klaus Kinski grandi protagonisti di memorabili immagini percorse dalla suggestiva scrittura realizzata dai Popul Vuh. Dopo la sorprendente e appassionante proposta musicale di John Zorn che in occasione della Berlinale 2014 aveva accompagnato il film Il gabinetto del Dottor Caligari (1919) con le sue suggestive figurazioni tratteggiate all’imponente organo Karl Schuke della Philharmonie, il 14 febbraio scorso é stata la volta del compositore e organista francese Jean Guillou a cimentarsi al medesimo strumento con le immagini di un’alta icona del cinema. Classe 1930, Jean Guillou é considerato uno dei maggiori solisti d’organo, attività che unisce a quella di compositore e all’insegnamento. La musica eseguita per Nosferatu si differenzia in modo netto dalla colonna sonora originale a suo tempo redatta da Erdmann e si basa esclusivamente su brillanti improvvisazioni ideate dal solista che sorprendono per la fantasia inventiva e la capacità di sfruttare lo straordinario potenziale cromatico dello strumento spingendosi spesso ai confini dei registri estremi e dello spazio tonale. La estraniante spigolosità e la tesa espressività delle figure sonore e dei loro ritmi ossessivi si muove nella sua complessa articolazione per riprodurre un universo sonoro dai contorni spettrali che si associa in modo altamente singolare e suggestivo al senso matafisico di angoscia trasmesso dal film. La capacità di Jean Guillou, con imponente estro compositivo, di rapportasi alla forza narrativa del film é fortemente coinvolgente. La musica assume un ruolo protagonistico nel suo porsi fortemente dialettico nel decorso delle immagini mentre l’ascoltatore rimane incantato dai formidabili voli virtuosistici del solista.
Successo clamoroso per un’avvincente esperienza visiva e musicale.