16 Dic2009
Mal’aria
Paolo Vivaldi
Mal’aria (2009)
Rai Trade edizioni musicali FRT 433
22 brani – Durata: 48’16”
Nell'Italia del 1925, in piena ascesa del fascismo, il regime impone una modernità fatta di efficienza e regole. Le zone rurali vanno bonificate. Nel ferrarese, però, fra le campagne del delta del Po, qualcosa turba il regolare procedere delle operazioni: alcuni bambini muoiono inaspettatamente.
Film tv in due puntate diretto da Paolo Bianchini e andato in onda su Rai Uno nel mese di aprile, Mal’aria si appoggia a una colonna sonora debitrice della tradizione mystery propria del genere fantastico. Le musiche di Paolo Vivaldi, infatti, rivisitano ispirazioni gotiche – più che fiabesche – portando in dote l’immancabile patina moderna che svecchia il tessuto sonoro, adattandolo alle esigenze di un pubblico contemporaneo e soprattutto potenzialmente distratto come quello televisivo; come più volte ricordato, il contesto della visione televisiva è privo dell’attenzione regalata all’audiovisivo dalla fruizione cinematografica, sia per vincoli contestuali (l’ambiente domestico e non una sala buia) che per l’approccio dello spettatore (intenzionale quello cinematografico, più casuale e svagato quello casalingo).
I colori della soundtrack sono spesso scuri e foschi, con gli archi minacciosi che fremono inquieti (si ascoltino “Un paradiso che uccide” o “Sospetti. Misteri”).
Le note si rincorrono su echi vocali creando un senso d’angoscia che tracima nello spettrale, come in “Frammenti di memoria”. I suoni digitali di “Incubi d’acqua” (composta a quattro mani con Fabrizio Pigliucci) rimandano poi a rumori che paiono rendere concreti gli stati mentali: nei suoni bruschi sembrano trovare rappresentazione squarci di incubo o brandelli di memoria.
Sono pochi i brani più ariosi e distesi, come “La febbre dei bimbi”. Per il resto, è la suspense a fare la parte del leone, con la tensione resa palpabile dall’insistere su poche note; ne è esempio “Le tombe misteriose”.
Ispirato, seppur triste, è invece il motivo di “Nasce l’amore”, presente anche in versione con violino solista, intimistica e aperta da un malinconico pizzicato.