Lo squartatore di New York
Francesco De Masi
Lo squartatore di New York (1982)
Beat Records CDCR 129
29 brani – durata: 70’57”
Lucio Fulci ci ha lasciati il 13 Marzo del 1996 e sono passati precisamente 20 anni dalla sua scomparsa, omaggiati dalla storica etichetta discografica romana di colonne sonore Beat Records, che questo anno compie 50 anni di attività, stampando per la prima volta la OST integrale del suo film del 1982, anno d’oro per l’Ottava Arte, Lo squartatore di New York, con le musiche del compianto Francesco De Masi (Roma, 11 gennaio 1930 – Roma, 6 novembre 2005). Film e score considerati da molti fan fulciani e demasiani un vero e proprio capolavoro cine-musicale, anche se la critica blasonata, all’epoca dell’uscita nelle sale, definì la pellicola un’operazione di macelleria.
“Oggi, a distanza di trentaquattro anni, possiamo tranquillamente dire, con pace del popolo della critica compassata che lo massacrò, che Lo squartatore di New York non solo è un giallo-horror sopraffino, ma che va sicuramente posizionato tra i migliori lavori di Lucio Fulci” afferma Filippo De Masi, figlio del compositore Francesco, nel libretto del CD, e noi gli diamo ragione. Gran parte del merito della nomea di Cult della pellicola ultraviolenta di Fulci va attribuita alle musiche straordinarie di De Masi, paragonabili per intensità ed energia compositiva a partiture per film americani dello stesso genere giallo-horror scritte da Lalo Schifrin o Jerry Fielding. Qui De Masi supera se stesso in bravura e creatività autoriale, scrivendo uno degli score più belli della sua lunga carriera (e di musiche indimenticabili ne ha composte davvero tante, sempre poco ricordate e menzionate nella musica per film dai critici, o presunti tali, del settore!), con un magnifico tema struggente dal titolo “Fay”, effettivo punto di forza dell’intera partitura. Un leitmotiv che nelle parole di Filippo De Masi, sempre nel libretto, rappresenta: “un brano che non si può non amare con tutte le forze. …è la vera anima del film perché riesce a sottolineare alla perfezione quel pessimismo cosmico, vero trionfatore di una pellicola che alla comparsa dei titoli di coda stimola lo spettatore a iniziare a pensare”. Tema presente tre volte con alcune variazioni in cui il suo candore sexy e nostalgico al contempo viene fuori in maniera magistrale grazie al flicorno del grandissimo Oscar Valdambrini, suonato con colori morbidi e avvolgenti, caldi, su ritmiche tenui e archi aerei e la chitarra elettrica di Silvano Chimenti e l’armonica del compianto Franco De Gemini in controcanto o che sviluppa il leitmotiv come se stessimo passeggiando al tramonto mano nella mano con la nostra innamorata: insomma una performance di quelle che segnano la Storia del Cinema perché il Tema è superbo e incancellabile!
Ma non di solo “Fay” vive l’album, anzi! Il reale tema portante della pellicola macabra di Fulci che ha fatto svenire De Masi in moviola, mentre prendeva i tempi della musica da comporre, assistendo alla famosa sequenza del capezzolo della donna del commissario, tagliato in due da una lametta, è quello che si sente in “New York…One More Day”: giro di batteria scatenato di Alessandro Alessandroni, chitarra elettrica che virtuosisticamente canta il leitmotiv, synth molto disco anni ’70 che elabora il tema tra il jazz e il beat scatenato, da puro poliziesco exploitation. “Phone Call” presenta il tema in modo soft per flauto disteso su un tappeto ritmico e sintetico tensivo, con rullante di piatti e chitarra elettrica che improvvisa, con l’aggiunta della variazione della stessa traccia che si sente più avanti nel CD, ancora più forte e avvincente. “The Ripper” accenna ad un nuovo tema all’inizio, tendente al goffo ma subito viene calpestato dal main theme per chitarra elettrica e flauto per un pezzo ricco di tensione crescente, con sax finale urlante e archi sottesi. “April Night” cantato da Kriss Kream su musiche di Walter Rizzati e Franco De Gemini e parole di Giuseppe Cassa, è traccia puramente disco tribale, piacevolissima, alla Santa Esmeralda. “The Ballade of the Cobra” scritta da Sergio Montori e Gian Paolo Chiti con l’orchestra diretta da Rizzati, altro pezzo strumentale da discoteca molto anni ’70. “Suspense and Murder” come il titolo annuncia, gioca sul filo della tensione allarmante più marcata con archi, synth, sax con effetto eco e flauto in acuto, basso e la chitarra elettrica che esegue il tema principale versione “cattiva”. “A Step Away from Lincoln Center” scritto da i succitati Montori e Chiti, è un tema strumentale delicato e paesaggistico per flauti, archi e ottoni in gran spolvero, davvero bello, quasi bacharachiano!
“New York… One More Day” rivede comparire il tema portante nella sua performance migliore e più impattante con i session men al completo e pronti a duettare virtuosisticamente, anche se sul finire si pigia sul pedale tensivo. Striduli accordi attanagliano il breve e malefico “Riptonic” (compare variato altre due volte nell’album). Ritmi tribali e voce scura di Sandro Alessandroni nel pezzo cubano “Puertorico Club” (presente e variato altre due volte), ballabile pulsante frenesia corporale. “New York… One Night” e il successivo “New York… One More Day” terza versione nel disco del brano dallo stesso titolo, che ritorna altre tre volte, sono due tracce di commento, col tema principale svettante, dinamiche o atmosferiche, con chitarra elettrica e sax in primo piano, nonché basso avviluppante e tromba invitante. “Tic nervoso”, composto da Berto Pisano, è un vibrante brano dance tanto anni ’70, alla Silvestri della storica serie TV Chips. “Where is the Ripper?” e “Waiting for the Killer” riguardano il lato tensivo del film in cui si attendono lo squartatore e il suo ennesimo omicidio efferato, in ambedue i casi il tema portante striscia sullo sfondo insinuandosi con il suo sax maligno e aggressivo tra le immagini, con effetti riverberati angosciosi e seducenti nel medesimo tempo. Anche in questo frangente di puro commento la classe compositiva dell’enorme De Masi si nota subito e affascina fin dal primo ascolto. Il suo nome, non lo dimentichiamo mai, si può giustamente e meritatamente annoverare tra le fila dei grandi compositori del nostro Cinema, e non soltanto, con una filmografia di quasi 200 film di ogni tipologia di genere, in cui ha dimostrato di saper spaziare da uno all’altro con vigorosa maestria e fantastica originalità tematica. E Lo squartatore di New York è una perla imperdibile tra le sue innumerevoli colonne sonore, da acquistare ad occhi chiusi e con le orecchie ben tese, per coglierne tutte le sfumature e coloriture incredibili, virtuose e originali oltre ogni dire.