20 Dic2015
Uccidete Johnny Ringo
Pippo Caruso
Uccidete Johnny Ringo (1966)
Digitmovies/Digitsoundtracks CDDM 247
13 brani – durata: 31’ 32’’
La Digitmovies torna ad esplorare l’universo musicale del western all’italiana con una rarità presentata su CD per la prima volta in assoluto. Il siciliano Pippo Caruso (1935), compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra noto al grande pubblico soprattutto per le sue collaborazioni televisive con Pippo Baudo e le partecipazioni a diversi Festival di Sanremo, ha anche scritto una dozzina di colonne sonore per film e sceneggiati nel periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli Ottanta.
La sua prima ed unica esperienza nel genere si realizzò per questo lungometraggio di Gianfranco Baldanello (vi fece anche un cameo quale pianista del saloon). L’occasione nacque grazie ad un’intermediazione della CAM, la storica casa discografica romana detentrice di un folto archivio cinemusicale: avendo scritto la canzone, eseguita nel livello interno da Greta Polyn, “How long is the night?” (omessa sul CD in quanto non presente neppure sui nastri originali), Caruso fu successivamente incaricato, visti i risultati soddisfacenti, di occuparsi dell’intero commento. Il film narra la storia di Johnny Ringo, ranger del Texas che indaga in incognito per conto del governo su una banda di insospettabili falsari: un western moraleggiante in linea con le consuetudini nordamericane, secondo le quali l’eroe è portatore di valori e giustizia.
A sua volta Caruso sembra lasciarsi condizionare maggiormente dall’approccio compositivo dei maestri d’oltreoceano che non dall’innovativo trend italiano dell’epoca. “Seq. 1 titoli”, tema principale della partitura, è infatti un pezzo orchestrale, a tratti imponente, ma con il tocco country dell’armonica di Franco De Gemini e le cadenze ispaniche di una tromba deguellizzante. Confermano questo orientamento stilistico esitante tra il western antico e moderno le successive variazioni: “Seq. 8”, culminante in una conclusione trionfale; l’elaborata “Seq. 9”, con leggere dissonanze e l’impiego aggiuntivo della chitarra elettrica e della viola solista; “Seq. 10”, con più esteso impiego della chitarra classica; “Seq. 12”, rarefatta, altrettanto lievemente dissonante e con la particolarità di un’arpa solista suonata a bicordi; “Seq. 13 finale”, ripresa della configurazione iniziale con una parte più lunga per tromba. Il resto dell’opera è nettamente in debito col western a stelle e strisce: si notino il sinfonismo epico e tambureggiante con ottoni estremamente vivaci di “Seq. 2”, il romanticismo agrodolce di “Seq. 4”, la ballata country di “Seq. 5” (ripresa in “Seq. 6” con un’elegante chitarra classica emergente dal contesto orchestrale), il buffo valzer agreste per violino e fiati di “Seq. 7”. Ad essi vanno infine ad aggiungersi “Seq. 3”, pezzo da saloon per piano, violino e fiati, e “Seq. 11”, suspense per timpani, contrabbasso e fagotto.
Uccidete Johnny Ringo (1966)
Digitmovies/Digitsoundtracks CDDM 247
13 brani – durata: 31’ 32’’
La Digitmovies torna ad esplorare l’universo musicale del western all’italiana con una rarità presentata su CD per la prima volta in assoluto. Il siciliano Pippo Caruso (1935), compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra noto al grande pubblico soprattutto per le sue collaborazioni televisive con Pippo Baudo e le partecipazioni a diversi Festival di Sanremo, ha anche scritto una dozzina di colonne sonore per film e sceneggiati nel periodo compreso tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli Ottanta.
La sua prima ed unica esperienza nel genere si realizzò per questo lungometraggio di Gianfranco Baldanello (vi fece anche un cameo quale pianista del saloon). L’occasione nacque grazie ad un’intermediazione della CAM, la storica casa discografica romana detentrice di un folto archivio cinemusicale: avendo scritto la canzone, eseguita nel livello interno da Greta Polyn, “How long is the night?” (omessa sul CD in quanto non presente neppure sui nastri originali), Caruso fu successivamente incaricato, visti i risultati soddisfacenti, di occuparsi dell’intero commento. Il film narra la storia di Johnny Ringo, ranger del Texas che indaga in incognito per conto del governo su una banda di insospettabili falsari: un western moraleggiante in linea con le consuetudini nordamericane, secondo le quali l’eroe è portatore di valori e giustizia.
A sua volta Caruso sembra lasciarsi condizionare maggiormente dall’approccio compositivo dei maestri d’oltreoceano che non dall’innovativo trend italiano dell’epoca. “Seq. 1 titoli”, tema principale della partitura, è infatti un pezzo orchestrale, a tratti imponente, ma con il tocco country dell’armonica di Franco De Gemini e le cadenze ispaniche di una tromba deguellizzante. Confermano questo orientamento stilistico esitante tra il western antico e moderno le successive variazioni: “Seq. 8”, culminante in una conclusione trionfale; l’elaborata “Seq. 9”, con leggere dissonanze e l’impiego aggiuntivo della chitarra elettrica e della viola solista; “Seq. 10”, con più esteso impiego della chitarra classica; “Seq. 12”, rarefatta, altrettanto lievemente dissonante e con la particolarità di un’arpa solista suonata a bicordi; “Seq. 13 finale”, ripresa della configurazione iniziale con una parte più lunga per tromba. Il resto dell’opera è nettamente in debito col western a stelle e strisce: si notino il sinfonismo epico e tambureggiante con ottoni estremamente vivaci di “Seq. 2”, il romanticismo agrodolce di “Seq. 4”, la ballata country di “Seq. 5” (ripresa in “Seq. 6” con un’elegante chitarra classica emergente dal contesto orchestrale), il buffo valzer agreste per violino e fiati di “Seq. 7”. Ad essi vanno infine ad aggiungersi “Seq. 3”, pezzo da saloon per piano, violino e fiati, e “Seq. 11”, suspense per timpani, contrabbasso e fagotto.