26 Mar2015
Leoni
Lorenzo Tomio
Leoni (2015)
Ala Bianca/GDM Music
25 brani – Durata: 31’20”
“Durante il lungo periodo di lavorazione, quando il film ancora non possedeva una piega ben definita, le innumerevoli proposte da me abbozzate mi confermavano come musicare una commedia fosse cosa per nulla facile”. Le parole del giovane compositore Lorenzo Tomio, al suo primo lungometraggio con attori in carne ed ossa, Leoni, dopo i film d’animazione Cuccioli – Il codice di Marco Polo e Cuccioli – Il paese del vento, più varie esperienze nei corti, documentari, teatro, spot, serie web e animate, sottolineano una cosa alquanto importante e per nulla scontata nella musica applicata: “Quanto sia complicato dare forma sonora ad un film comico, alla commedia in tutte le sue sfumature, come d’altronde (affermazione di diversi attori comici italiani e stranieri negli anni) è sempre stato difficile più far ridere che piangere, attorialmente e aggiungerei musicalmente!”.
Possiamo benissimo affermare che il veneto Tomio, nato a Treviso, luogo dove è ambientata questa pellicola, Leoni, diretta da Pietro Parolìn e interpretata da Neri Marcorè, Stefano Pesce e Piera Degli Esposti, ha centrato il suo obbiettivo e quello del film, musicare la commedia risaltandone gli aspetti più ludici, gioviali e dissacranti con l’uso di alcuni strumenti che per eccellenza “suonano la Commedia”: il violino di Lucia Clonfero, la viola di Valentina Mosca, il violoncello di Alan Dario, il flauto di Francesca Cescon, il clarinetto di Michele Uliana, la chitarra solista di Lino Brotto, la chitarra e il basso dello stesso compositore, il contrabbasso di Giuseppe Pilotto, la batteria di Remo Straforini, il pianoforte di Roberto Durante e dulcis in fundo il Coro di Voci Bianche dell’Associazione Musicale F. Manzato di Treviso diretto da Livia Rado.
“Man mano però che le idee venivano srotolate dalla mia testa e scandagliate con precisione laser dalla produzione e dal regista, appariva con chiarezza che il fattore su cui puntare dovesse essere il grottesco. E così ho fatto, ripensando alle commedie francesi e alle sonorità manouche, nonché ai classici italiani. Leoni mi ha portato a confrontarmi con un film pieno di sfaccettature, per cui differenziare le varie situazioni è stato fondamentale, creando un linguaggio ed una grammatica apposita per ogni personaggio”,
continua a raccontare Tomio; noi diciamo subito che fin dal primo brano, dal titolo che più esplicativo della musica e del tono del film non potrebbe essere, “Commedianti”, il compositore e musicista con sonorità swinganti e jazzate delinea i caratteri stravaganti della storia, narrante le disavventure imprenditoriali di un giovane rampollo dell’aristocrazia veneta in decadimento che cerca di dare una svolta alla sua esistenza, aiutato da vari personaggi particolari e strambi.
Afferma ancora Tomio: “Il tema principale tratteggia infatti una sorta di presentazione dell’ensemble di dodici strumenti che accompagnerà tutto il film, e che dialogherà in seguito con le altre parti”. Si passa da rincorse a perdifiato dalla matrice balcanica, una sorta di ballata zingara, di “Inseguimento” al breve “Stupidino archi pizzicati” dal leitmotiv primario in punta di piedi e autoironico, dalla pseudo-marcia funebre velocizzata di “Gualtiero corto” con un nuovo tema dissacratorio a “Tema famiglia” tra il serio e il faceto, dalla ripresa del tema principale nel pianismo atmosferico e quasi d’antan di “Piano solo stupidino” al coro di voci bianche eteree e il piano solitario di “Una notizia inattesa” dalle reminiscenze elfmaniane per il cinema burtoniano. Archi e fiati la fanno da padrone per dare maggiormente risalto al lato comico con interventi ariosi jazzistici e swing qui e là di chitarre elettriche, acustiche, basso e ritmiche varie, come in “Stupidino archi tenuti”, “La famiglia Cecchin”, il virtuosistico e traccia più lunga dell’album “Telefonata” e “Cattivi cinodromo Alessio”.
Il pezzo finale della OST è affidato alle cure dei Los Massadores e cantato da Neri Marcorè e per l’appunto i Los Massadores, “Pianura savana”, un reggae divertente e beffeggiatore dai ritmi caraibici.
Una colonna sonora molto piacevole che vede affacciarsi nel panorama cine-musicale italico un interessante nuovo autore di musica per immagini (www.lorenzotomio.com).
Leoni (2015)
Ala Bianca/GDM Music
25 brani – Durata: 31’20”
“Durante il lungo periodo di lavorazione, quando il film ancora non possedeva una piega ben definita, le innumerevoli proposte da me abbozzate mi confermavano come musicare una commedia fosse cosa per nulla facile”. Le parole del giovane compositore Lorenzo Tomio, al suo primo lungometraggio con attori in carne ed ossa, Leoni, dopo i film d’animazione Cuccioli – Il codice di Marco Polo e Cuccioli – Il paese del vento, più varie esperienze nei corti, documentari, teatro, spot, serie web e animate, sottolineano una cosa alquanto importante e per nulla scontata nella musica applicata: “Quanto sia complicato dare forma sonora ad un film comico, alla commedia in tutte le sue sfumature, come d’altronde (affermazione di diversi attori comici italiani e stranieri negli anni) è sempre stato difficile più far ridere che piangere, attorialmente e aggiungerei musicalmente!”.
Possiamo benissimo affermare che il veneto Tomio, nato a Treviso, luogo dove è ambientata questa pellicola, Leoni, diretta da Pietro Parolìn e interpretata da Neri Marcorè, Stefano Pesce e Piera Degli Esposti, ha centrato il suo obbiettivo e quello del film, musicare la commedia risaltandone gli aspetti più ludici, gioviali e dissacranti con l’uso di alcuni strumenti che per eccellenza “suonano la Commedia”: il violino di Lucia Clonfero, la viola di Valentina Mosca, il violoncello di Alan Dario, il flauto di Francesca Cescon, il clarinetto di Michele Uliana, la chitarra solista di Lino Brotto, la chitarra e il basso dello stesso compositore, il contrabbasso di Giuseppe Pilotto, la batteria di Remo Straforini, il pianoforte di Roberto Durante e dulcis in fundo il Coro di Voci Bianche dell’Associazione Musicale F. Manzato di Treviso diretto da Livia Rado.
“Man mano però che le idee venivano srotolate dalla mia testa e scandagliate con precisione laser dalla produzione e dal regista, appariva con chiarezza che il fattore su cui puntare dovesse essere il grottesco. E così ho fatto, ripensando alle commedie francesi e alle sonorità manouche, nonché ai classici italiani. Leoni mi ha portato a confrontarmi con un film pieno di sfaccettature, per cui differenziare le varie situazioni è stato fondamentale, creando un linguaggio ed una grammatica apposita per ogni personaggio”,
continua a raccontare Tomio; noi diciamo subito che fin dal primo brano, dal titolo che più esplicativo della musica e del tono del film non potrebbe essere, “Commedianti”, il compositore e musicista con sonorità swinganti e jazzate delinea i caratteri stravaganti della storia, narrante le disavventure imprenditoriali di un giovane rampollo dell’aristocrazia veneta in decadimento che cerca di dare una svolta alla sua esistenza, aiutato da vari personaggi particolari e strambi.
Afferma ancora Tomio: “Il tema principale tratteggia infatti una sorta di presentazione dell’ensemble di dodici strumenti che accompagnerà tutto il film, e che dialogherà in seguito con le altre parti”. Si passa da rincorse a perdifiato dalla matrice balcanica, una sorta di ballata zingara, di “Inseguimento” al breve “Stupidino archi pizzicati” dal leitmotiv primario in punta di piedi e autoironico, dalla pseudo-marcia funebre velocizzata di “Gualtiero corto” con un nuovo tema dissacratorio a “Tema famiglia” tra il serio e il faceto, dalla ripresa del tema principale nel pianismo atmosferico e quasi d’antan di “Piano solo stupidino” al coro di voci bianche eteree e il piano solitario di “Una notizia inattesa” dalle reminiscenze elfmaniane per il cinema burtoniano. Archi e fiati la fanno da padrone per dare maggiormente risalto al lato comico con interventi ariosi jazzistici e swing qui e là di chitarre elettriche, acustiche, basso e ritmiche varie, come in “Stupidino archi tenuti”, “La famiglia Cecchin”, il virtuosistico e traccia più lunga dell’album “Telefonata” e “Cattivi cinodromo Alessio”.
Il pezzo finale della OST è affidato alle cure dei Los Massadores e cantato da Neri Marcorè e per l’appunto i Los Massadores, “Pianura savana”, un reggae divertente e beffeggiatore dai ritmi caraibici.
Una colonna sonora molto piacevole che vede affacciarsi nel panorama cine-musicale italico un interessante nuovo autore di musica per immagini (www.lorenzotomio.com).