06 Nov2014
Superseven chiama Cairo
Angelo Francesco Lavagnino
Superseven chiama Cairo (1965)
Beat Records CR125
20 brani – durata: 45’20”
Le bobine originali, contenenti questa rara colonna sonora del Maestro Angelo Francesco Lavagnino, sono state ritrovate negli archivi di famiglia: quale migliore occasione per pubblicare integralmente lo score di questo classico Euro-spy, scritto e diretto nel 1965 da Umberto Lenzi ed interpretato da Roger Browne (che tanto darà al genere in questione), Fabienne Dalì, Massimo Serato e Rosalba Neri, per una storia di intrighi internazionali tra l'Egitto, la Svizzera e l'Italia, tratta dal racconto omonimo di Humphrey Humbert (in realtà uno pseudonimo usato dal regista per dare maggior appeal all'operazione).
Lenzi, precedentemente, si trovò benissimo a lavorare con Lavagnino (nel film A008 Operazione sterminio) e fu, dunque, entusiasta della scelta: nelle stesse liner notes del cd il regista ricorda affettuosamente la figura del grande musicista.
La musica scritta dal compositore ligure per questo – ennesimo - film di spionaggio à l'italiana conferma le sue particolari doti di scrittura ed arrangiamento, che portano a perfezione uno stile composito, esposto in partiture diverse per un'eterogenea mole di lavori cinematografici, ma che si distanzia dai coevi trend musicali, ormai ampiamente diffusi, anche tra i suoi colleghi compositori e arrangiatori.
In primo luogo, la colonna sonora non contiene canzoni per i titoli di testa e di coda, secondo la moda lanciata dai film di 007 ed accolta dalla gran parte dei compositori italiani (o dovremmo dire dei produttori, visto che erano questi ultimi a richiedere costantemente ai professionisti italiani di fare qualcosa che “assomigliasse a”).
Lavagnino preferisce ricorrere ad un tema caratterizzato da una melodia magniloquente, a passo di bolero, che possiamo ascoltare nei titoli di testa del film (la “Seq.2”, che si apre in suspance, tra note sovrapposte di organo, clarinetto basso, timpani e archi maestosi) ed in altri momenti topici: a tempo di valzer con archi in evidenza (nei 50 secondi di “Seq.1”), nelle sospensioni/frammentazioni di “Seq.3” (caratterizzate da un vibrafono molto riverberato), “Seq.5” (con archi e armonica in evidenza), “Seq.13” (quasi sommersa da percussioni di matrice etnica) e in “Seq.19” (tra clarinetto, vibrafono, timpani e atmosfere tese).
Il brano e l'arrangiamento testimoniano, da un lato, della grande capacità del Maestro di scrivere indifferentemente per film di genere peplum, spy, drammatici e gotici, mantenendo una cifra stilistica assolutamente riconoscibile, dall'altra della grande influenza che le musiche di autori come Les Baxter o Maurice Jarre (la sua musica per Lawrence d'Arabia, ad esempio) hanno avuto sulla musica per colonna sonora, tra la fine degli anni '50 ed i primi anni '60.
C'è poi un secondo tema, a passo di polka, che sottolinea – variamente arrangiato – una serie di situazioni di azione, mistero, suspance: in “Seq. 4” (dall'andamento marziale, quasi epico, che poi sfocia nel primo tema, interrotto da una melodia fischiata, il solito Alessandroni? - ndr), in “Seq.15” (introdotta da percussioni roboanti e convulse scale eseguite dagli archi), “Seq.16” (con un'introduzione più lunga, pattern spezzati e campane Morriconiane) e “Seq.18” (con il fischio ad introdurre un momento disteso che si fa vieppiù teso fino all'esplosione della polka-spy finale).
E ancora: l'atmosfera angosciosa di attesa che caratterizza “Seq. 6” (con un ostinato di pianoforte e un climax ascendente di stampo Morriconiano – Ricordiamo che i due collaborarono, nello stesso anno, nella stesura dello score per un altro Euro spy, Agente 077 Missione Bloody Mary di Sergio Grieco), la “Seq.7” (con insistite dissonanze e carillon), le due sequenze dello striptease nel locale, musicate da un piccolo combo jazz guidato dall'organo Lowrey (“Seq. 8” e “Seq. 17”), la dolce malinconia di “Seq. 9” (appoggiata su un tempo terzinato tipicamente anni '50 e su intensi ricami armonici di organo e vibrafono), le atmosfere di suspance e mistero di “Seq. 10” (letteralmente “inzuppate” nel riverbero dello studio) e le variazioni giocose su pianoforte e percussioni di “Seq.11” e “Seq.12” (con richiami alla musica etnica nord africana).
Completano questi 45 minuti di musica alcuni brani d'azione per Seq. 14” (aperta da un gong, con ripetuti richiami etnici) e la suspance della finale “Seq.20”, stemperata poi nel valzer iniziale in versione estesa.
Dall'ascolto dell'intero score emerge chiaramente come si tratti di un tipico lavoro di sincronizzazione della musica sulle immagini, oltre alla eccezionale capacità di arrangiamento e conduzione dei musicisti in studio. Emergono anche alcuni riferimenti a lavori coevi del Maestro Lavagnino - penso, in particolare, al Suo lavoro sulla c.d. Gamma Quadrilogy (una serie di film di fantascienza, musicati in maniera non troppo distante da questa) - oltre che alle colonne sonore di Carlo Savina e Benedetto Ghiglia per altri film di genere Euro spy.
Il booklet contiene, oltre ad alcune foto di scena e locandine originali, una bella disamina della biografia di Lavagnino, a cura di John Mansell, collezionista di colonne sonore, critico e giornalista inglese, patron del sito www.runmovies.eu.
Superseven chiama Cairo (1965)
Beat Records CR125
20 brani – durata: 45’20”
Le bobine originali, contenenti questa rara colonna sonora del Maestro Angelo Francesco Lavagnino, sono state ritrovate negli archivi di famiglia: quale migliore occasione per pubblicare integralmente lo score di questo classico Euro-spy, scritto e diretto nel 1965 da Umberto Lenzi ed interpretato da Roger Browne (che tanto darà al genere in questione), Fabienne Dalì, Massimo Serato e Rosalba Neri, per una storia di intrighi internazionali tra l'Egitto, la Svizzera e l'Italia, tratta dal racconto omonimo di Humphrey Humbert (in realtà uno pseudonimo usato dal regista per dare maggior appeal all'operazione).
Lenzi, precedentemente, si trovò benissimo a lavorare con Lavagnino (nel film A008 Operazione sterminio) e fu, dunque, entusiasta della scelta: nelle stesse liner notes del cd il regista ricorda affettuosamente la figura del grande musicista.
La musica scritta dal compositore ligure per questo – ennesimo - film di spionaggio à l'italiana conferma le sue particolari doti di scrittura ed arrangiamento, che portano a perfezione uno stile composito, esposto in partiture diverse per un'eterogenea mole di lavori cinematografici, ma che si distanzia dai coevi trend musicali, ormai ampiamente diffusi, anche tra i suoi colleghi compositori e arrangiatori.
In primo luogo, la colonna sonora non contiene canzoni per i titoli di testa e di coda, secondo la moda lanciata dai film di 007 ed accolta dalla gran parte dei compositori italiani (o dovremmo dire dei produttori, visto che erano questi ultimi a richiedere costantemente ai professionisti italiani di fare qualcosa che “assomigliasse a”).
Lavagnino preferisce ricorrere ad un tema caratterizzato da una melodia magniloquente, a passo di bolero, che possiamo ascoltare nei titoli di testa del film (la “Seq.2”, che si apre in suspance, tra note sovrapposte di organo, clarinetto basso, timpani e archi maestosi) ed in altri momenti topici: a tempo di valzer con archi in evidenza (nei 50 secondi di “Seq.1”), nelle sospensioni/frammentazioni di “Seq.3” (caratterizzate da un vibrafono molto riverberato), “Seq.5” (con archi e armonica in evidenza), “Seq.13” (quasi sommersa da percussioni di matrice etnica) e in “Seq.19” (tra clarinetto, vibrafono, timpani e atmosfere tese).
Il brano e l'arrangiamento testimoniano, da un lato, della grande capacità del Maestro di scrivere indifferentemente per film di genere peplum, spy, drammatici e gotici, mantenendo una cifra stilistica assolutamente riconoscibile, dall'altra della grande influenza che le musiche di autori come Les Baxter o Maurice Jarre (la sua musica per Lawrence d'Arabia, ad esempio) hanno avuto sulla musica per colonna sonora, tra la fine degli anni '50 ed i primi anni '60.
C'è poi un secondo tema, a passo di polka, che sottolinea – variamente arrangiato – una serie di situazioni di azione, mistero, suspance: in “Seq. 4” (dall'andamento marziale, quasi epico, che poi sfocia nel primo tema, interrotto da una melodia fischiata, il solito Alessandroni? - ndr), in “Seq.15” (introdotta da percussioni roboanti e convulse scale eseguite dagli archi), “Seq.16” (con un'introduzione più lunga, pattern spezzati e campane Morriconiane) e “Seq.18” (con il fischio ad introdurre un momento disteso che si fa vieppiù teso fino all'esplosione della polka-spy finale).
E ancora: l'atmosfera angosciosa di attesa che caratterizza “Seq. 6” (con un ostinato di pianoforte e un climax ascendente di stampo Morriconiano – Ricordiamo che i due collaborarono, nello stesso anno, nella stesura dello score per un altro Euro spy, Agente 077 Missione Bloody Mary di Sergio Grieco), la “Seq.7” (con insistite dissonanze e carillon), le due sequenze dello striptease nel locale, musicate da un piccolo combo jazz guidato dall'organo Lowrey (“Seq. 8” e “Seq. 17”), la dolce malinconia di “Seq. 9” (appoggiata su un tempo terzinato tipicamente anni '50 e su intensi ricami armonici di organo e vibrafono), le atmosfere di suspance e mistero di “Seq. 10” (letteralmente “inzuppate” nel riverbero dello studio) e le variazioni giocose su pianoforte e percussioni di “Seq.11” e “Seq.12” (con richiami alla musica etnica nord africana).
Completano questi 45 minuti di musica alcuni brani d'azione per Seq. 14” (aperta da un gong, con ripetuti richiami etnici) e la suspance della finale “Seq.20”, stemperata poi nel valzer iniziale in versione estesa.
Dall'ascolto dell'intero score emerge chiaramente come si tratti di un tipico lavoro di sincronizzazione della musica sulle immagini, oltre alla eccezionale capacità di arrangiamento e conduzione dei musicisti in studio. Emergono anche alcuni riferimenti a lavori coevi del Maestro Lavagnino - penso, in particolare, al Suo lavoro sulla c.d. Gamma Quadrilogy (una serie di film di fantascienza, musicati in maniera non troppo distante da questa) - oltre che alle colonne sonore di Carlo Savina e Benedetto Ghiglia per altri film di genere Euro spy.
Il booklet contiene, oltre ad alcune foto di scena e locandine originali, una bella disamina della biografia di Lavagnino, a cura di John Mansell, collezionista di colonne sonore, critico e giornalista inglese, patron del sito www.runmovies.eu.