31 Ago2014
La madre
Francesco De Luca & Alessandro Forti
La madre (2014)
Rai Trade
12 brani – durata: 32’34”
Nel terzo brano, “Confessione”, un adagio funereo, ricco di simbolismi emotivi, per archi, piano ribattuto ed elementi sintetici che marcano ancor di più l’atmosfera drammatica della vicenda narrata nella pellicola di Angelo Maresca al suo esordio registico, con Carmen Maura (attrice prediletta da Pedro Almodòvar) e Stefano Dionisi: il melodramma di una madre che non accetta che il figlio prete si sia innamorato di una donna che glielo porterà via!
“La tentazione” parte incerto, trattenuto, con il piano solista su tappeto d’archi sostenuti, che sottolinea il peccato, il tradimento della fede in balia di una amore dolce e turbato al contempo, un leitmotiv altamente drammaturgico che sale fino a riempire il vuoto di un’esistenza senza amore carnale. “Astrazione” con i suoi effetti synth e il piano accorato, gli archi in controcanto, marca maggiormente, con il suo ascendere perpetuo, l’aspetto profondo del dramma interiore della madre e della fede in Dio del figlio che vacilla sotto i sentimenti della forte passione amorosa verso la sua amante. “Visioni” raggela il sangue con il suo procedere angoscioso, da incubo ad occhi aperti, con, nella seconda parte, una ritmica tribale sprofondante. “Solitudine” è allarmante con gli archi tirati fino a simulare il suono della sirena della polizia, divenendo subito dopo un grido di disperazione. Con “La madre” riemerge l’astrattismo di cui sopra, con effetti stranianti, gocciolanti, e il piano che cerca di dar vita al tema dell’anziana donna (Maura) che si rifiuta di perdere il figlio tra le braccia dell’amore fisico e non più spirituale. “Il male” strazia l’anima con la chitarra elettrica che accenna poche note e gli archi che incedono lenti e dolorosi, col piano a ribattere note disperate sullo sfondo. Una chitarra acustica presenta il tema portante in “Le colpe” dandogli un aspetto più popolare, matriarcale, sempre sul filo del dolore rancoroso e dell’amore materno. “Blues di confine” chiude l’album digitale che speriamo abbia prima o poi una distribuzione fisica, un pezzo sporco, metropolitano, duro. Un’eccellente prova cine-musicale questa del duo di ottimi compositori De Luca & Forti!