15 Ott2010
Johnny Oro
Carlo Savina
Johnny Oro (1966)
GDM Music ”The Hillside Series” CD 4135
21 brani (18 di commento + 2 canzoni + 1 base strumentale) – durata: 50’ 23’’
Spaghetti western piuttosto anomalo se paragonato ai lavori precedenti e successivi di Sergio Corbucci che lo ha diretto, Johnny Oro racconta le gesta dell’omonimo personaggio interpretato da Mark Damon, attore americano a suo agio nella parte di questo bounty killer guascone, beffardo, animato da un innato senso della giustizia ma nello stesso tempo disposto a tutto pur di procurarsi ricompense in oro. Proprio da tale ossessione discendono il soprannome “Oro” e l’abitudine di portarsi appresso una pistola ed una serie di gadget fabbricati con lo stesso metallo nobile. Mai apparsa in passato neppure in vinile e molto richiesta dagli appassionati, la OST del film, firmata dall’ottimo Carlo Savina, è finalmente disponibile grazie alla GDM Music. Il compositore torinese confeziona nella circostanza un prodotto decisamente accattivante, attingendo direttamente alla fonte del più puro western all’italiana, di cui può essere considerato uno specialista di tutto rispetto, anche se purtroppo abbastanza ignorato dalle case discografiche. Considerata la presente stagione di revival del western nostrano, possiamo però ritenere probabile in futuro un incremento della discografia del Maestro.
Lo score in questione, per buona parte costruito su armonie tex-mex, può essere sommariamente suddiviso in tre sezioni: nelle lunghe scene di raccordo in cui assistiamo alle peregrinazioni solitarie del protagonista, abbiamo passaggi musicali piuttosto rilassati con in primo piano il fischio, l’armonica a bocca e liquide note di chitarra elettrica (“Seq. 2”, “Seq. 3”, “Seq. 5”); quando l’azione si fa concitata, ecco salire alla ribalta la tromba in stile deguello con la chitarra elettrica che esegue ritmiche più nervose (“Seq. 7”, “Seq. 8”, “Seq. 11”, “Seq. 17”); infine nei momenti di pericolo e angoscia un organico strumentale più ridotto interviene con suoni ossessivamente ripetitivi che contribuiscono alla costruzione di atmosfere drammatiche (“Seq. 12”, “Seq. 13”, “Seq. 16”, “Seq. 18”). L’unico brano extra-vagante è quello legato alla lunga scena del saloon durante la quale ascoltiamo in sottofondo le tipiche evoluzioni pianistiche (“Seq. 6”).
Sebbene dunque non ci sia nulla di particolarmente innovativo, Johnny Oro è una colonna sonora appagante, specie per gli amanti del genere; l’unica riserva riguarda proprio l’omonima canzoncina dei titoli di testa eseguita dal coro I Cantori Moderni di Alessandroni: a non convincere non è tanto la parte musicale, indovinata grazie a quel bel motivetto fischiato desunto dal livello interno (Johnny lo usa infatti per richiamare il proprio cavallo), quanto il buffo testo in italiano che non avrebbe sfigurato come sigla di un cartone animato.