20 Lug2013
Addio Franco De Gemini
Addio Franco De Gemini
“Mi hanno chiamato in molti modi, alcuni altisonanti, altri un po’ meno, come potrebbe capitare a chiunque nella propria vita, senz’altro sono molto legato ad una definizione: l’uomo dell’armonica.” Queste le parole con cui si presenta Franco De Gemini nel suo libro di ricordi e aneddoti cine-musicali di una sterminata carriera, “From Beat to Beat – Beat Records Company 1966 – 2006” (qui recensito), con la partecipazione come musicista e, in pochi casi, nelle vesti di compositore, ad oltre 800 colonne sonore di moltissimi autori di musica applicata italiana e non solo. Harmonica Man, così come veniva chiamato da amici, colleghi e la stampa, ci ha lasciati, dopo una lunga malattia, il 20 luglio all’età di 84 anni. De Gemini aveva visto i suoi natali a Ferrara il 10 settembre del 1928, in realtà aveva trascorso l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza a Torino, dove aveva imparato a suonare nelle orchestre della città. Amò al tal punto l'armonica a bocca, da fondare, nella seconda metà degli anni '40, una scuola, Club Armonicisti Torinesi. Musicista dell'Eiar e del Festival di Sanremo, dal 1953 cominciò a suonare per alcune importanti colonne sonore.
Nel frattempo entrò nell'orchestra del maestro Berto Pisano, con cui inizia a registrare musiche per la televisione, incidendo negli studi della Fonit Cetra. Trasferitosi a Roma, conoscendo e collaborando con nomi illustri del Cinema nostrano e mondiale, fonda lui stesso nel 1968 la storica e celebre casa editrice discografica, specializzata nelle colonne sonore, Beat Records, producendo e preservando vere e proprie gemme compositive di autori sia stranoti che misconosciuti della musica per film.
Come afferma il critico John Mansell nel libretto del CD Beat Records, Si può fare molto con 7 donne, OST di Franco De Gemini del 1972, ristampata nel 2012: “Sarebbe corretto affermare che senza Franco De Gemini il mondo della musica da film sarebbe un posto molto più povero!” Ed il sottoscritto, che l’ha conosciuto in quel di Loreto (AN) nel lontano 2003, durante l’evento “Musica per l’Immagine”, primo Festival Internazionale Musiche da Film, svoltosi il 24, 25 e 26 ottobre, non può far altro che sottoscrivere le parole, tanto reali adesso che Franco non è più tra di noi, di Mansell. Perché conoscere De Gemini voleva dire conoscere la vera essenza della musica per film, la vera anima dei suoi compositori, le trame fantastiche e ironiche del dietro le quinte dell’Ottava Arte, il grande spirito emotivo, umano e sarcastico con cui si registravano e producevano centinania e centinaia di partiture con una velocità inaudita e con una classe ineguagliabile che ancora oggi lasciano impallidire tutti i giovani compositori che si affacciano nel mondo della Settima Arte con tutti i problemi che ben sappiamo, e tutto questo trapela dalle parole-fiume del libro succitato che consigliamo ai nostri lettori di andare a recuperare. Franco De Gemini, l’uomo dell’armonica, come il titolo del più celebre brano a cui ha prestato la sua immensa arte esecutiva, il pezzo di Ennio Morricone da C’era una volta il West che suonava nel film Charles Bronson (grazie agli insegnamenti di De Gemini stesso!), era all’impatto conoscitivo un uomo diretto, simpaticissimo, cordiale e foriero di aneddoti sulla propria vita non soltanto lavorativa, un grande uomo con l’armonica perennemente con se da cui uscivano note sublimi; mi ricordo ancora, sempre a Loreto, quando suonò, durante un pranzo divertentissimo, su di uno spartito improvvisato in un tovagliolo dal carissimo amico e compianto compositore Francesco De Masi, un tema del medesimo scritto all’impronta dalle reminiscenze spaghetti western e tutti i convenuti applaudirono allegramente, rimpiobando per una manciata di secondi nella polvere e nel caldo afoso di un Far West italico ed epicamente grandioso. O quando ci incontrammo a Milano perché con la sua strabordante generosità e simpatia mi regalò una copia , da me tanto agognata, della meravigliosa score di De Masi Una magnum per McQuade. De Gemini era, e continuerà ad essere lì su nel cielo tra i tanti amici artisti con cui ha collaborato cullati dalle soffici nuvole di note senza fine, così: una grand’uomo generosissimo, ma d’altronde come poteva essere altresì, visto che nella sua gloriosa carriera aveva conosciuto e lavorato, tra gli altri, con Ennio Morricone, Carlo Rustichelli, Francesco De Masi, Piero Piccioni, Armando Trovajoli (una su tutte, Italiani brava gente in cui duettava con il leggendario flautista Severino Gazzelloni), Nicola Piovani, Nico Fidenco, Riz Ortolani, Franco Micalizzi, Bruno Nicolai, Stelvio Cipriani, Carlo Savina, Mario Nascimbene, Roberto Pregadio, Alessandro Alessandroni, Piero Umiliani, Alessandro Cicognini (fu proprio con lui che iniziò la sua carriera nella musica per film, con la partitura di Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini).
Tra le molteplici colonne sonore da ricordare, non si può non citare la sua partecipazione alla realizzazione della celeberrima soundtrack di West Side Story, scritta da Leonard Bernstein, nel 1961.
Ora inserisco nello stereo la tua OST di Si può fare molto con 7 donne e mi lascio cullare dalle sue strepitose note beat-jazz ricordando quanto sei stato grande e ancora lo sarai adesso che ti sei riunito con i tuoi amici compositori, lasciando una meravigliosa eredità ai tuoi figli Daniele ed Enrico e alla tua cara moglie Luciana. Grazie di tutto Franco!
“Mi hanno chiamato in molti modi, alcuni altisonanti, altri un po’ meno, come potrebbe capitare a chiunque nella propria vita, senz’altro sono molto legato ad una definizione: l’uomo dell’armonica.” Queste le parole con cui si presenta Franco De Gemini nel suo libro di ricordi e aneddoti cine-musicali di una sterminata carriera, “From Beat to Beat – Beat Records Company 1966 – 2006” (qui recensito), con la partecipazione come musicista e, in pochi casi, nelle vesti di compositore, ad oltre 800 colonne sonore di moltissimi autori di musica applicata italiana e non solo. Harmonica Man, così come veniva chiamato da amici, colleghi e la stampa, ci ha lasciati, dopo una lunga malattia, il 20 luglio all’età di 84 anni. De Gemini aveva visto i suoi natali a Ferrara il 10 settembre del 1928, in realtà aveva trascorso l'infanzia, l'adolescenza e la giovinezza a Torino, dove aveva imparato a suonare nelle orchestre della città. Amò al tal punto l'armonica a bocca, da fondare, nella seconda metà degli anni '40, una scuola, Club Armonicisti Torinesi. Musicista dell'Eiar e del Festival di Sanremo, dal 1953 cominciò a suonare per alcune importanti colonne sonore.
Nel frattempo entrò nell'orchestra del maestro Berto Pisano, con cui inizia a registrare musiche per la televisione, incidendo negli studi della Fonit Cetra. Trasferitosi a Roma, conoscendo e collaborando con nomi illustri del Cinema nostrano e mondiale, fonda lui stesso nel 1968 la storica e celebre casa editrice discografica, specializzata nelle colonne sonore, Beat Records, producendo e preservando vere e proprie gemme compositive di autori sia stranoti che misconosciuti della musica per film.
Come afferma il critico John Mansell nel libretto del CD Beat Records, Si può fare molto con 7 donne, OST di Franco De Gemini del 1972, ristampata nel 2012: “Sarebbe corretto affermare che senza Franco De Gemini il mondo della musica da film sarebbe un posto molto più povero!” Ed il sottoscritto, che l’ha conosciuto in quel di Loreto (AN) nel lontano 2003, durante l’evento “Musica per l’Immagine”, primo Festival Internazionale Musiche da Film, svoltosi il 24, 25 e 26 ottobre, non può far altro che sottoscrivere le parole, tanto reali adesso che Franco non è più tra di noi, di Mansell. Perché conoscere De Gemini voleva dire conoscere la vera essenza della musica per film, la vera anima dei suoi compositori, le trame fantastiche e ironiche del dietro le quinte dell’Ottava Arte, il grande spirito emotivo, umano e sarcastico con cui si registravano e producevano centinania e centinaia di partiture con una velocità inaudita e con una classe ineguagliabile che ancora oggi lasciano impallidire tutti i giovani compositori che si affacciano nel mondo della Settima Arte con tutti i problemi che ben sappiamo, e tutto questo trapela dalle parole-fiume del libro succitato che consigliamo ai nostri lettori di andare a recuperare. Franco De Gemini, l’uomo dell’armonica, come il titolo del più celebre brano a cui ha prestato la sua immensa arte esecutiva, il pezzo di Ennio Morricone da C’era una volta il West che suonava nel film Charles Bronson (grazie agli insegnamenti di De Gemini stesso!), era all’impatto conoscitivo un uomo diretto, simpaticissimo, cordiale e foriero di aneddoti sulla propria vita non soltanto lavorativa, un grande uomo con l’armonica perennemente con se da cui uscivano note sublimi; mi ricordo ancora, sempre a Loreto, quando suonò, durante un pranzo divertentissimo, su di uno spartito improvvisato in un tovagliolo dal carissimo amico e compianto compositore Francesco De Masi, un tema del medesimo scritto all’impronta dalle reminiscenze spaghetti western e tutti i convenuti applaudirono allegramente, rimpiobando per una manciata di secondi nella polvere e nel caldo afoso di un Far West italico ed epicamente grandioso. O quando ci incontrammo a Milano perché con la sua strabordante generosità e simpatia mi regalò una copia , da me tanto agognata, della meravigliosa score di De Masi Una magnum per McQuade. De Gemini era, e continuerà ad essere lì su nel cielo tra i tanti amici artisti con cui ha collaborato cullati dalle soffici nuvole di note senza fine, così: una grand’uomo generosissimo, ma d’altronde come poteva essere altresì, visto che nella sua gloriosa carriera aveva conosciuto e lavorato, tra gli altri, con Ennio Morricone, Carlo Rustichelli, Francesco De Masi, Piero Piccioni, Armando Trovajoli (una su tutte, Italiani brava gente in cui duettava con il leggendario flautista Severino Gazzelloni), Nicola Piovani, Nico Fidenco, Riz Ortolani, Franco Micalizzi, Bruno Nicolai, Stelvio Cipriani, Carlo Savina, Mario Nascimbene, Roberto Pregadio, Alessandro Alessandroni, Piero Umiliani, Alessandro Cicognini (fu proprio con lui che iniziò la sua carriera nella musica per film, con la partitura di Pane, amore e fantasia di Luigi Comencini).
Tra le molteplici colonne sonore da ricordare, non si può non citare la sua partecipazione alla realizzazione della celeberrima soundtrack di West Side Story, scritta da Leonard Bernstein, nel 1961.
Ora inserisco nello stereo la tua OST di Si può fare molto con 7 donne e mi lascio cullare dalle sue strepitose note beat-jazz ricordando quanto sei stato grande e ancora lo sarai adesso che ti sei riunito con i tuoi amici compositori, lasciando una meravigliosa eredità ai tuoi figli Daniele ed Enrico e alla tua cara moglie Luciana. Grazie di tutto Franco!