Il Padrino in concerto
Estate 2016
laVerdi e il grande cinema
Il Padrino in concerto
All’Auditorium il capolavoro di Francis Ford Coppola
con l’esecuzione in sincrono dal vivo
della colonna sonora del Premio Oscar Nino Rota
Auditorium di Milano – largo Mahler
Giovedì 21, Venerdì 22 e domenica 24 luglio
Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi
Direttore John Ross Jesensky
A laVerdi torna il grande cinema con Il Padrino. Il capolavoro di Francis Ford Coppola del 1972, con la strepitosa interpretazione di Marlon Brando, sarà proiettato su grande schermo con l’esecuzione in sincrono dal vivo delle musiche del Premio Oscar milanese Nino Rota (in lingua originale e sottotitoli in italiano).
L’imperdibile evento per cinefili e non solo è in programma su tre date giovedì 21 (ore 20.30), venerdì 22 (ore 20.00) e domenica 24 luglio (ore 18.00), all’Auditorium di Milano. Sul palco di largo Mahler l’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi, diretta per l’occasione dallo specialista statunitense John Ross Jesensky.
laVerdi riprende così il suo viaggio attraverso il grande cinema e la sua musica, dopo Aleksandr Nevskij, Il Signore degli Anelli e Tempi moderni.
Durante i concerti serali, il pubblico dell’Auditorium avrà a disposizione un buffet allestito nel Foyer del bar (costo euro 12,00, solo su prenotazione; modalità: al momento della prenotazione del biglietto del concerto o scrivendo direttamente a info@auditoriumdimilano.org).
(Biglietti: euro 35,00/15,00; info e prenotazioni: Auditorium di Milano Fondazione Cariplo, largo Mahler, orari apertura: mar – dom ore 14.30 – 19.00, tel. 02.83389401/2/3; on line: www.laverdi.org o www.vivaticket.it ).
Il Padrino – note a margine
di Francesco Lombardi
Francis Ford Coppola, pur di avere le musiche di Rota per il suo film, affrontò plurimi viaggi transatlantici a Roma e a Bari, in quanto l’accettazione dell’incarico era stata subordinata dal Maestro alla condizione di non muoversi dall’Italia. Tutta la vicenda produttiva de Il Padrino è una sorta di odissea, dove Ulisse è interpretato dall’allora giovane regista, impegnato contro il fato e i dispettosi “dei” di Hollywood. Probabilmente parte di questa mitologia aneddotica venne alimentata dallo stesso Coppola e contribuì non poco a costruire quel clima di leggenda che fece del film uno dei titoli che occupano stabilmente un posto nella top ten di tutti i tempi. La leggenda, per quanto riguarda l’aspetto musicale, fu ulteriormente accresciuta dal fatto che, dopo le anteprime, i produttori imposero a Coppola di far rifare completamente la colonna sonora, perché giudicata non abbastanza commerciale. I manager della Paramount giudicarono la musica sensibile ed evocativa, creata da quello che allora era considerato unanimemente uno dei grandi compositori di musica per il cinema, incapace di esaltare il dramma messo in scena dal film. La nuova musica fu affidata ad un americano e risultò così disastrosa da venir immediatamente ripristinata quella di Rota. Il successo commerciale del film e delle musiche fu assolutamente clamoroso e venne bissato con il secondo capitolo. Rota però dovette subire una quantità di guai ed amarezze tali da rendere il successo ottenuto un boccone con un retrogusto amarognolo. Innanzitutto fu costretto a cofirmare l’opera con il padre di Coppola, che aveva suonato il violoncello professionalmente, ma era un compositore dilettante senza alcuna esperienza nella musica per il cinema. Di fatto delle musiche composte da Coppola, poche e di contorno, non rimase traccia, ma il nome di Rota quale autore delle musiche, delle vere musiche di commento al film, fu certamente sminuito. Poi, un produttore italiano lo denunciò anonimamente all’Academy Awards quando ormai era stato stabilito di assegnargli l’Oscar, contestando il fatto che uno dei temi era stato usato in un film di molti anni prima e trascinandolo in tribunale per questo. Il tema effettivamente aveva avuto, come spessissimo è accaduto nella vicenda artistica del Maestro, molte vite, ma la causa in tribunale il produttore la perse perché non avendolo mai pagato ne’ contrattualizzato non poteva accampare alcun diritto. L’Oscar, sempre in condominio con Carmine Coppola, arrivò comunque per Il Padrino Parte II ma Rota, mantenendo fede al suo proposito di non viaggiare fino in America, non si presentò a ritirarlo e se lo fece spedire via nave a Bari. Detto questo, se fischiettate la melodia del tema d’amore, anche nel più remoto angolo del pianeta, ancora oggi, a più di 40 anni di distanza, è facile che la risposta giunga immediata: “… questa è la musica de Il Padrino!”. Ma la musica de Il Padrino e de Il Padrino Parte II, ulteriormente riutilizzata per la terza parte della saga nel 1990, non è solo il celeberrimo tema d’amore. E’ una partitura complessa e di grandissima levatura, una successione di felici idee musicali, assemblate e orchestrate con una mano tale, da rendere possibile costituire una suite da concerto usando esclusivamente le partiture originali composte per il film. E’ la summa di un’arte, affinata in 30 anni di lavoro per lo schermo, senza rinunciare mai all’idea che, anche nella costrizione di una musica d’uso quale quella cinematografica, vi fosse spazio per scrivere qualcosa in grado di reggere il tempo e degno della sala da concerto.
Nino Rota – note biografiche
1958 Porta a termine le musiche per Fortunella con l’aiuto di Fellini, chiamato dal produttore a cercare di salvare una pellicola che era sfuggita di mano ad Eduardo De Filippo. Il film che ebbe comunque destino gramo, tornerà alla ribalta molti anni dopo perché il celeberrimo tema d’amore de Il Padrino proviene da uno dei brani di Fortunella. Questo fatto genererà una serie di dispute che priveranno Rota del Premio Oscar del 1973 per la migliore colonna sonora. Alla Piccola Scala di Milano viene rappresentato Il cappello di paglia di Firenze per la regìa di Giorgio Strehler. Lo spettacolo ottiene un grande successo.
1971 La visita meravigliosa viene ripresa al Teatro La Fenice di Venezia. Porta a termine la cantata profana per solo, coro e orchestra Roma Capomunni. Un giovane regista americano, Francis Ford Coppola, ha intrapreso la realizzazione di un film tratto da un grande successo editoriale del 1968, Il Padrino di Mario Puzo. Vuole a tutti i costi la musica di Rota. Il compositore pone il veto a qualsiasi suo viaggio a Hollywood e costringe Coppola a fare la spola fra i due continenti per lavorare alle musiche del film.
1972 In marzo esce negli Stati Uniti Il Padrino ed è subito un clamoroso successo. Le musiche di accompagnamento al film, che erano state duramente contestate dalla produzione ritenendole inadatte e fuori contesto per un film così violento, balzano in testa alle classifiche di vendita discografica e vengono trasmesse in continuazione dalle stazioni radio di tutta l’America.
1973 Su Il Padrino si annuncia una pioggia di premi Oscar, compreso quello per la migliore colonna musicale. Un telegramma anonimo denuncia all’Academy Award il fatto che il tema d’amore del film era stato scritto e utilizzato da Rota quindici anni prima in un’altra pellicola, Fortunella di Eduardo De Filippo. Il regolamento del Premio prevede che l’opera debba essere interamente originale e la giuria decide di escludere Rota e assegna l’Oscar alla carriera per la musica cinematografica a Charlie Chaplin. Compone il Concerto n. 2 per violoncello e orchestra e il Trio per clarinetto violoncello e pianoforte. Comincia a lavorare con Eduardo De Filippo all’opera Napoli Milionaria! tratta dalla omonima commedia del drammaturgo napoletano. Con Fellini è la volta delle musiche per Amarcord.
1974 Compone la Ballata per corno e orchestra e la Toccata per fagotto e pianoforte. Riceve l’invito a partecipare ad alcune manifestazioni in Giappone. In novembre va in scena al Teatro dell’Opera di Stoccolma Il cappello di paglia di Firenze. In dicembre esce negli Stati Uniti Il Padrino parte II: è un successo ancora più clamoroso del capitolo precedente.
1975 Con le musiche per Il Padrino parte II vince il Premio Oscar per la migliore colonna sonora: è il primo italiano a riuscire nell’impresa. Va in Giappone, ospite del Festival musicale di Tokyo e di alcune trasmissioni televisive. È uno degli artisti italiani più popolari nel mondo.
laVerdi ringrazia per la collaborazione:
Biografie
John Ross Jesensky, direttore. Compositore e direttore d’orchestra, risiede a Los Angeles. Si è diplomato in Composizione alla Hartt School of Music, dove ha studiato con maestri del calibro di Stephen Gryc, David Macbride, Larry Alan Smith, e l’autore di musiche per film Joseph Turrin.
Al termine degli studi, ha iniziato a dedicarsi alla composizione di musica per film. Mentre frequentava il corso di musica per film della New York University, studiava privatamente sia con rinomati orchestratori di musica per film, come Sonny Kompanek, che con prolifici autori di colonne sonore, come Ira Newborn. Dopo essersi laureato alla New York University, ha vinto il premio Elmer Bernstein Award for Film Composition. Ha vinto inoltre il concorso “Skirball Film Scoring” per la sua partitura del cortometraggio Season’s Greetings di Michael Daugherty, eseguito in concerto dalla New York University Orchestra. Attualmente lavora per CineConcerts, occupandosi di restaurare partiture di colonne sonore. Recentemente ha iniziato a dirigere sia i film della serie Star Trek: The Ultimate Voyage che Il Padrino.
Oltre alla sua attività direttoriale, è un compositore freelance di musiche per film, sia per cortometraggi o lungometraggi che per trailer per importanti compagnie di produzione. Molte delle sue composizioni per corti sono apparse e hanno vinto premi in importanti concorsi come Cannes Film Festival, Phoenix Film Festival, Bare Bones Film Festival e La Gona Film Festival. Alcuni dei suoi lavori più recenti sono stati selezionati per il L.A. Film Festival, Newport Beach Film Festival, Austin Film Festival, Hollyshorts Film Festival e D.C. Film Festival.