“Immagini sul Pentagramma” dell’Ensemble Duomo
“Immagini sul Pentagramma”
Resoconto del concerto dell’Ensemble Duomo del 16 gennaio 2022 presso il Teatro dei Filodrammatici di Milano
“Senza la musica la vita sarebbe un errore” ha affermato Friedrich Wilhelm Nietzsche. E mai affermazione fu più vera, specialmente in questi anni di pandemia, dove il colpo più duro l’ha subito proprio il Mondo delle Arti (della Cultura in genere). Sì, perché tale affermazione del filosofo, poeta, compositore e filologo tedesco si può (e si deve) estendere a tutte le altre forme artistiche, non soltanto alla musica. Proprio Colei (la Musa Musica) o Coloro (le Muse Arti) hanno vissuto un ‘rifiuto’ da parte dei governi che hanno pensato di salvaguardare (?) tutto il ‘resto’ ma le succitate dimenticate e considerate ignorantemente e stupidamente (meramente, ancor peggio!) un ‘Hobby’; perché come disse un non meglio imprecisato ‘essere umano’ “La cultura non paga”. Tutta questa filippica per esprimere il mio (e non solo Mio) disappunto verso una Nazione (anzi Nazioni, perché non soltanto il nostro Bel Paese ha subito tale mistificazione culturale) che si è dimenticata totalmente essere il nucleo di ARTI – in special modo della MUSICA – del globo intero; e l’affermazione di Nietzsche, che campeggia nel libretto dell’eccellente e virtuosistico CD “Morricone, Donaggio, Ortolani – Ensemble Duomo” (2019), da acquistare nel foyer del Teatro dei Filodrammatici di Milano, di cui state leggendo il seguente reportage concertistico, è un monito da non tenere in secondo piano, bensì da avere ben presente e stampato nella mente a caratteri cubitali. Non ci si dimentichi della Cultura e delle Arti che da sempre hanno alimentato i popoli del mondo per poter progredire e crescere mentalmente. Specificato ciò, in concomitanza della riapertura (finalmente, e lottando contro tutte le restrizioni e regolamentazioni AntiCovid che tanto hanno ‘tolto’ ai teatri, cinema e auditorium – non ci si scordi che questi luoghi sono sicuri al 100% più di ristoranti, bar, feste private etc. etc. etc.) della stagione teatrale e concertistica dell’appena menzionato prestigioso Teatro lombardo – che innumerevoli volte abbiamo descritto in vari resoconti all’interno del nostro portale, soprattutto in riferimento all’egregio quintetto Ensemble Duomo, che da tempo stimiamo – abbiamo avuto l’onore di poter assistere al concerto inaugurale tributante il mondo delle colonne sonore.
Un programma suddiviso in due parti, come da prassi dell’Ensemble Duomo – Roberto Porroni (elaborazioni e arrangiamenti) alla chitarra, Germana Porcu al violino, Ilaria Ronchi al flauto (in sostituzione del membro costante Pier Filippo Barbano, che ha contratto il virus maledetto), Marcella Schiavelli al violoncello e Antonio Leofreddi alla viola, della cui validità abbiamo ampiamente espresso sperticati elogi negli articoli precedenti (ed ovviamente cosa che farò anche nel presente) – che ha visto vibrare in teatro le note carezzevoli, nostalgiche, meravigliose e indimenticate di suite tratte dalle colonne sonore di Stelvio Cipriani per Anonimo veneziano, James Horner per Braveheart, Ryūichi Sakamoto per Il tè nel deserto, Nino Rota per Il bidone e Giulietta degli spiriti e Mariano Mores con il suo celeberrimo “El tango de Roxanne” così come arrangiato per il musical ‘folle e anarchico’ Moulin Rouge, con protagonisti indiscussi Nicole Kidman e Ewan McGregor. La seconda parte tutta dedicata al titano Ennio Morricone con una selezione di pezzi non scontata e assai intelligente in una lunga suite che ha inebriato la platea, attenta, partecipe e seriamente commossa dalla performance accalorata e multiforme dell’Ensemble, di note estratte da Metello, Cosa avete fatto a Solange?, Il clan dei siciliani, Il buono, il brutto, il cattivo (“Il triello”), La sconosciuta, Fatti di gente perbene, La Piovra (“Con tenerezza”) e Nuovo Cinema Paradiso (“Tema d’amore”, rivisto in maniera ‘fantasiosa’ da Porroni da rimanere stupefatti, e il “Tema principale” come bis). Tutti solisti competenti come sempre – torno a ridire un Ensemble che suona come un’orchestra, dopo averlo pronunciato in altre occasioni su questo sito – e con una dedizione all’esecuzione a dir poco maniacale e veramente appassionata, con la performance della violinista Porcu, in particolar modo, in alcuni leitmotiv ‘da brivido’ (vedi il tema portante horneriano del guerresco e romantico Braveheart). Quindi grazie Ensemble Duomo, alla prossima. E infine applausi sentiti e continui a gridare a gran voce che si ha realmente bisogno di Arte…e di Musica; perché “Senza la musica la vita sarebbe un errore”!