16 Nov2014
Emozioni romantiche all'Auditorium di Milano
Emozioni romantiche all'Auditorium di Milano
L'Orchestra Verdi di Milano prosegue il suo cammino nei territori meno esplorati della grande musica del Novecento. Il piatto forte del programma settimanale ha presentato infatti il bellissimo “Concerto per Violino in Re maggiore op.35” del compositore austriaco Erich Wolfgang Korngold, il brillante autore di numerose partiture per il cinema nella Hollywood degli anni '30 e '40 (ricordiamo soprattutto quelle per i film interpretati da Errol Flynn come Capitan Blood, La leggenda di Robin Hood, Lo sparviero del mare, Il conte di Essex). Korngold deve la sua fama e la sua popolarità soprattutto grazie ai suoi lavori per il grande schermo, ma è stato autore di molta bellissima musica per la sala da concerto (nonché di opere liriche, tra cui Die tote Stadt) che solo negli anni recenti ha cominciato ad entrare con più regolarità nei repertori delle orchestre sinfoniche di tutto il mondo.
Il “Concerto per Violino” è forse la sua opera che più di altre ha raggiunto lo status di classico moderno, oltre che essere ormai un vero e proprio piéce de resistance entrato nel repertorio violinistico di tutti i maggiori solisti internazionali come Gil Shaham, Anne-Sophie Mutter, Nicola Benedetti, Renaud Capuçon e Daniel Hope. Composta nel 1945 per il virtuoso Jascha Heifetz, la partitura rimanda a molte opere per lo schermo di Korngold: la maggior parte del materiale tematico infatti è direttamente desunto dai temi delle colonne sonore di Aurora sul deserto (Another Dawn), Il conte di Essex (The Private Lives of Elizabeth and Essex) e Il principe e il povero (The Prince and the Pauper).
Sul palco, insieme all'Orchestra Verdi e al direttore Zhang Xian, troviamo il giovanissimo (classe 1989) Eugene Ugorsky, violinista russo con una carriera internazionale già di grandissimo prestigio, nonché esecutore di tecnica e bravura straordinarie. La partitura di Korngold è composta nella classica struttura in tre movimenti (veloce-lento-veloce) in uno stile tardo-romantico non dissimile da quello utilizzato nelle sue musiche per il cinema. E' una pagina di grande cantabilità, nella quale solista e orchestra si alternano in un meraviglioso gioco di colori ed atmosfere. Il tono deciso e appassionato di Ugorsky, che predilige i colori più scuri dello strumento, si presta molto bene alla caleidoscopica scrittura di Korngold, che richiede una grande padronanza tecnica dello strumento sino ad arrivare a punte di virtuosismo mozzafiato. Il primo movimento (“Moderato nobile”) è contraddistinto da un tema di rapinosa bellezza, che orchestra e solista si scambiano con grande appariscenza, mentre l'Andante (“Romance”) del secondo movimento è tutto giocato su registri tenui e sussurrati: qui la cantabilità del solista viene fuori in tutta la sua grande forza espressiva (un plauso sia al controllo di Ugorsky che alla precisa concertazione del Maestro Zhang). Il terzo movimento (“Allegro assai vivace”) è invece un'esplosione di irresistibile frenesia, quasi sotto forma di danza, nel quale il solista è chiamato a colpi d'arco e “staccati” particolarmente complessi, di pari passo con una scrittura orchestrale densa e rapsodica. Ugorsky e la Verdi consegnano così una lettura davvero entusiasmante della pagina di Korngold, che il pubblico dell'Auditorium ha dimostrato di apprezzare molto, tributando orchestra e solista di un lungo applauso.
In apertura e chiusura del programma troviamo invece due pagine del compositore Antonín Dvořák. Il concerto si è aperto con la “Karneval Ouverture op.92”, brano celebrativo di circostanza ricco di colori vivaci che descrive l'arrivo di un viandante presso una città dove si stanno svolgendo feste e danze di carnevale: un galoppante “Allegro” che é quasi un saggio di virtuosismo per l'intera orchestra e dove emergono molti dei tratti tipici del compositore boemo. Nella seconda parte del concerto è stata invece protagonista la celebre “Sinfonia N°9 in Mi minore “Dal nuovo mondo””, una composizione che non ha certo bisogno di presentazioni. Zhang Xian e la Verdi ne hanno dato una lettura particolarmente accesa e corroborante, dimostrando grandissima compattezza e precisione millimetrica nel fraseggio (tutte le sezioni sono apparse assai in forma nel corso dell'esecuzione). E' una Sinfonia che, nel suo essere profondamente e rigorosamente figlia della scuola di Beethoven e Brahms, riesce anche a dipingere panorami quasi cinematografici, come nell'evocativo e struggente “Largo” del secondo movimento, eseguito dalla Verdi con grande trasporto emotivo.
L'Orchestra Verdi di Milano prosegue il suo cammino nei territori meno esplorati della grande musica del Novecento. Il piatto forte del programma settimanale ha presentato infatti il bellissimo “Concerto per Violino in Re maggiore op.35” del compositore austriaco Erich Wolfgang Korngold, il brillante autore di numerose partiture per il cinema nella Hollywood degli anni '30 e '40 (ricordiamo soprattutto quelle per i film interpretati da Errol Flynn come Capitan Blood, La leggenda di Robin Hood, Lo sparviero del mare, Il conte di Essex). Korngold deve la sua fama e la sua popolarità soprattutto grazie ai suoi lavori per il grande schermo, ma è stato autore di molta bellissima musica per la sala da concerto (nonché di opere liriche, tra cui Die tote Stadt) che solo negli anni recenti ha cominciato ad entrare con più regolarità nei repertori delle orchestre sinfoniche di tutto il mondo.
Il “Concerto per Violino” è forse la sua opera che più di altre ha raggiunto lo status di classico moderno, oltre che essere ormai un vero e proprio piéce de resistance entrato nel repertorio violinistico di tutti i maggiori solisti internazionali come Gil Shaham, Anne-Sophie Mutter, Nicola Benedetti, Renaud Capuçon e Daniel Hope. Composta nel 1945 per il virtuoso Jascha Heifetz, la partitura rimanda a molte opere per lo schermo di Korngold: la maggior parte del materiale tematico infatti è direttamente desunto dai temi delle colonne sonore di Aurora sul deserto (Another Dawn), Il conte di Essex (The Private Lives of Elizabeth and Essex) e Il principe e il povero (The Prince and the Pauper).
Sul palco, insieme all'Orchestra Verdi e al direttore Zhang Xian, troviamo il giovanissimo (classe 1989) Eugene Ugorsky, violinista russo con una carriera internazionale già di grandissimo prestigio, nonché esecutore di tecnica e bravura straordinarie. La partitura di Korngold è composta nella classica struttura in tre movimenti (veloce-lento-veloce) in uno stile tardo-romantico non dissimile da quello utilizzato nelle sue musiche per il cinema. E' una pagina di grande cantabilità, nella quale solista e orchestra si alternano in un meraviglioso gioco di colori ed atmosfere. Il tono deciso e appassionato di Ugorsky, che predilige i colori più scuri dello strumento, si presta molto bene alla caleidoscopica scrittura di Korngold, che richiede una grande padronanza tecnica dello strumento sino ad arrivare a punte di virtuosismo mozzafiato. Il primo movimento (“Moderato nobile”) è contraddistinto da un tema di rapinosa bellezza, che orchestra e solista si scambiano con grande appariscenza, mentre l'Andante (“Romance”) del secondo movimento è tutto giocato su registri tenui e sussurrati: qui la cantabilità del solista viene fuori in tutta la sua grande forza espressiva (un plauso sia al controllo di Ugorsky che alla precisa concertazione del Maestro Zhang). Il terzo movimento (“Allegro assai vivace”) è invece un'esplosione di irresistibile frenesia, quasi sotto forma di danza, nel quale il solista è chiamato a colpi d'arco e “staccati” particolarmente complessi, di pari passo con una scrittura orchestrale densa e rapsodica. Ugorsky e la Verdi consegnano così una lettura davvero entusiasmante della pagina di Korngold, che il pubblico dell'Auditorium ha dimostrato di apprezzare molto, tributando orchestra e solista di un lungo applauso.
In apertura e chiusura del programma troviamo invece due pagine del compositore Antonín Dvořák. Il concerto si è aperto con la “Karneval Ouverture op.92”, brano celebrativo di circostanza ricco di colori vivaci che descrive l'arrivo di un viandante presso una città dove si stanno svolgendo feste e danze di carnevale: un galoppante “Allegro” che é quasi un saggio di virtuosismo per l'intera orchestra e dove emergono molti dei tratti tipici del compositore boemo. Nella seconda parte del concerto è stata invece protagonista la celebre “Sinfonia N°9 in Mi minore “Dal nuovo mondo””, una composizione che non ha certo bisogno di presentazioni. Zhang Xian e la Verdi ne hanno dato una lettura particolarmente accesa e corroborante, dimostrando grandissima compattezza e precisione millimetrica nel fraseggio (tutte le sezioni sono apparse assai in forma nel corso dell'esecuzione). E' una Sinfonia che, nel suo essere profondamente e rigorosamente figlia della scuola di Beethoven e Brahms, riesce anche a dipingere panorami quasi cinematografici, come nell'evocativo e struggente “Largo” del secondo movimento, eseguito dalla Verdi con grande trasporto emotivo.