Reportage del concerto del Traffic Quintet con il premio Oscar Alexandre Desplat
Note come onde in movimento!
Reportage del concerto del Traffic Quintet con il premio Oscar Alexandre Desplat a Milano al Teatro Dal Verme il 21 Settembre 2015
In una calda sera di fine settembre il Teatro Dal Verme di Milano ha visto esibirsi un compositore parigino di fama mondiale che a 54 anni ha vinto 73 riconoscimenti importanti e ricevuto 148 nomination ad altrettanti premi prestigiosi, aggiudicandosi proprio questo anno l’Oscar per le musiche originali del film Gran Budapest Hotel di Wes Anderson. Stiamo parlando di Alexandre Desplat, con al suo attivo 160 colonne sonore tra Europa e oltreoceano, con titoli notevoli quali Harry Potter e i doni della morte parte 1 & 2, Argo, Godzilla, The Imitation Game, Il racconti dei racconti e il prossimo anno le musiche per il primo spin off della saga lucasiana di Star Wars, Rogue One del regista Gareth Edwards (nota è la profonda ammirazione di Desplat per le musiche di John Williams per Guerre Stellari che lo hanno formato per diventare autore di musica applicata).
Desplat con il Traffic Quintet ha condotto un pubblico attento e rispettoso in un cammino cine-musicale tra le sue composizioni meno magniloquenti e più minimali, accompagnate dalle immagini in scorrimento su di un grande schermo alle spalle dell’ensemble: immagini di Parigi, la città natale di Desplat, rallentate o velocizzate, con innumerevoli dissolvenze incrociate e sprazzi di immagini di film francesi e non e una Juliette Binoche danzante; a dire il vero questo assemblaggio di sequenze è risultato più fastidioso che attrattivo e a tratti distraeva non poco l’ascolto della musica desplatiana.
L’affiatato e virtuoso Traffic Quintet, formato da Dominique Lemonnier (infortunata ad una mano e quindi nel ruolo di direttrice dell’ensemble, nonché moglie del compositore), Thibault Vieux al violino, Estelle Villotte alla viola, Raphel Perraud al violoncello, Philippe Noharet al contrabbasso, in aggiunta Alain Planès al pianoforte e Alexandre Desplat ai flauti e percussioni, hanno eseguito le colonne sonore in un concerto di poco più di un’ora, diviso in due parti, intitolato “Quai de scene”, nel quale le musiche originali dell’autore di partiture per registi del calibro di Roman Polanski, Terrence Malick, Jacques Audiard e David Fincher, sono divenute un lungo flusso sonoro cullante, tra tonalità e atonalità, tra melodie riconoscibili e trasfigurate, onirico e sibilante, che riproduceva l’andatura lieve e mossa al contempo di un fiume (la Senna) che palpita di riflessi delle vite di chi lo naviga, vi si bagna, vi pesca, lo guarda assuefatto e sognante, ne respira i profumi e si innamora tra le sue sponde. Le score di La ragazza con l’orecchino di perla, Birth – Io sono Sean, L’uomo nell’ombra, Lussuria - Seduzione e tradimento, Chéri, Coco avant Chanel, Il profeta, Il discorso del re si sono mischiate come onde del mare che si infrangono sugli scogli o di un fiume sulle sponde in un succedersi di note dove i flauti, il piano e le percussioni facevano da sfondo all’impressionismo armonico degli archi che cantavano stupendamente tra di loro, dando nuova linfa a temi già di per sé emozionali e intensi.
Un concerto di musica per film dove le immagini finiscono in secondo piano, giustamente, e le musiche vivono separate da esse di una vitalità intimista e nitida, in un fluttuare perpetuo tra gli accordi a dimostrazione che la musica di qualità seppur nata per un film può vivere da sola!