Un fidanzato per mia moglie: Intervista esclusiva a Massimo Nunzi
Un fidanzato per mia moglie: Intervista esclusiva a Massimo Nunzi
Colonne Sonore: Innanzitutto benvenuto e grazie per aver accettato l'intervista: partiamo da una carta d'identità. Musicista, arrangiatore, compositore, direttore d'orchestra, musicologo, esperto di storia del jazz e conduttore televisivo con “Jazz Istruzioni per l'uso”. Ho dimenticato qualcosa?
Massimo Nunzi: Pazzo, idealista, sognatore ed utopista. Da piccolo leggevo URANIA… sarà stato quello o la mia tata sarda: mi raccontava storie molto arcaiche, su mostri e viandanti ed eroi, roba seria proveniente dalla cultura sarda. Quando vidi I Mammuttones ad Orosei, svenni. Ho sviluppato una grande fantasia. Mi piace l’Arte e sono felice di vedere gli Artisti all’opera, traggo una linfa vitale dalla bellezza e dalle sue manifestazioni. Aiuto i nuovi talenti e condivido tutto; mi piace la vita e gli esseri umani, nonostante, a volte, alcuni ti possano portare a pensare il contrario. Ma capisco che alla base del nostro mestiere, che mestiere non è, c’è una enorme insicurezza. Va da sé che i più fragili, invidiano, complottano e rosicano, ma tanto siamo qui solo di passaggio e quindi perché perdere tempo a star male per il successo di un’altro. Se ha più talento siamo felici. Farà del bene all’umanità. Diciamo che vivo la vita cercando di godere della condivisione.
CS: Dal 30 aprile è nelle sale Un fidanzato per mia moglie, nuovo film di Davide Marengo, con la tua colonna sonora originale. Vuoi parlarci di come è nato il lavoro?
MN: Davide è un grandissimo talento e segue la mia musica da molti anni come io seguo il suo cinema. Ha realizzato cose anche con altri musicisti, tuttavia penso che con me riesca ad ottenere risultati più vicini al suo gusto estetico. Ci troviamo in istantanea sintonia e a lui debbo molte delle idee che ho realizzato per questo film; sa perfettamente cosa vuole, è un vero esteta. Ha anche girato alcune parti de La Grande Storia del Jazz. Noi siamo un vero team. Pensiamo all’unisono e armonizziamo il pensiero filmico e sonoro. A volte gli faccio conoscere cose di cinema che non conosce e viceversa lui fa con la musica, è un grande esperto. Suo padre è Renato Marengo che è stato produttore e talent scout di molti artisti della “scuola” Napoletana (produsse Rosso Napoletano con Toni Esposito affidando gli arrangiamenti a Paul Buckmaster che nello stesso momento stava lavorando con Miles Davis…..capito il tipo..?). E' letteralmente nato nella musica: una volta mi raccontò che I genitori se lo “dimenticarono” nel porta enfants sotto ad un amplificatore. Lo ritirarono rintronato, ma da allora è come Asterix: è entrato nella pozione magica!
CS: Non è la tua prima volta nel mondo della musica da film, giusto? Qual è il tuo personale rapporto con la musica per il cinema, con la musica applicata in generale? E in particolare con la grande passione che dimostri costantemente per eroi del calibro di Quincy Jones e Stan Kenton, ma anche degli “italianissimi” Piero Piccioni o Armando Trovajoli?
MN: Credo che il cinema di oggi sia imparagonabile con quello degli anni d’oro 50/80. Lavorando sul progetto Red Bull, visionabile sul mio sito, mi sono reso conto che si è verificata una congiunzione di eventi unica ed irripetibile: il Dopoguerra, la freschezza e la novità erano benvenute, le sperimentazioni anche, la banalità, bandita! Chiesi a Monicelli (che una volta venne a vedere Trombe Rosse - spettacolo musicale del Nostro - ndr) “Ma come lavorava con Umiliani, Maestro?” e la risposta fu “e chi lo ha visto mai? Lui montava e io approvavo...”. Ho fatto pochi film e non sono un vero musicista “da film”; in questo senso mi sento simile a Bacalov e Umiliani: loro sono compositori, io pure. Quincy è un esempio perfetto e così il mio maestro Pete Rugolo che ha fatto una caterva di film e scriveva per Stan Kenton.
CS: Per la colonna sonora di Un fidanzato per mia moglie hai assemblato i musicisti ed inciso tutto dal vivo in studio, limitando al massimo l'utilizzo di computer e sequenze. Ci racconti con quali musicisti hai lavorato? Inoltre, ti chiedo: si tratta di una sorta di riappropriazione di un modo di registrare le colonne sonore, che tra gli anni '50 e '80 ha fatto epoca qui in Italia?
MN: Ho usato il computer per i pezzi dance. In realtà, a parte “Ma che freddo fa” e la canzone di Forni e Graziano “Is this the time”, il resto è proprio tutto scritto da me. Mi piace essere capace di comporre anche musica techno.. Io vengo da una famiglia normale e mio padre mi ha giustamente fatto un discorso: Se vuoi fare il musicista devi guadagnare, e così, ho cominciato subito a suonare qualsiasi cosa.. Feste di piazza, matrimoni e poi la sera duettavo con Chet Baker, perché io sono nato trombettista: poi ho cominciato a studiare la musica. Tanta gavetta mi ha fatto crescere esponenzialmente. Chi ha il latte e caffé e la Berklee fatica meno di sicuro; provai a dirlo a mio padre, ma in effetti costava un botto andarci. Quindi, serate di tutti i tipi, big band, Massimo Urbani, Don Cherry, Tullio De Piscopo, etc, fino ad oggi. Nel film suonano super musicisti del calibro di Lorenzo Feliciati e Emanuele Smimmo, ritmica da sballo e poi una miriade di amici: William Stravato, Stefano Scarfone, Duilio Ingrosso per non citarne che alcuni.
CS: Dato che siamo nell'ambito del remake di una commedia, sei stato forse ispirato dal tocco dei grandi “compositori di Cinecittà” che musicavano le commedie à l'italiana? Omaggi a Umiliani, Rustichelli, Savina o Gori? Te lo chiedo perché conosco la tua passione per quel suono, quel modo di “usare” l'orchestra e i musicisti, che hai straordinariamente celebrato, ad esempio nel progetto live “C'era una volta a Roma” o più recentemente con “Orchestra Operaia”.
MN: Ho fatto un lavoro più “moderno”. Infatti il riferimento era a commedie agrodolci che avessero spessore senza perdere leggerezza.. un buon compromesso.. il tema principale torna in mille forme diverse in molti temi, sempre ben celato; solo nel brano che chiude il film, “Te Quiero para vivir”, che ha cantato magistralmente Peppe Servillo ho potuto scrivere alla “vecchia” ah ah ah!!! Archi abbastanza moderni, ma tema molto retrò: a me piace Claus Ogerman, da morire…
CS: Anche in questa soundtrack la tua partitura si affianca a diverse canzoni, tra le quali una tua originale “Te quiero para vivir” interpretata da Geppi Cucciare e Peppe Servillo: un brano intenso, dall'arrangiamento orchestrale possente e delicato al tempo stesso, con quel gusto tipico dei brani di Mina e Alberto Lupo con la grande Orchestra della RAI. Raccontaci l'esperienza.
MN: Io penso che pochi sappiano chi era Gianni Ferrio. Ecco.. lui ha scritto gli archi memorabili di Mina! Debbo dire che ho formato l’Orchestra Operaia proprio perché le orchestre che suonano bene sono quelle che suonano sempre. Ferrio aveva l’orchestra della Rai (che anch’io diressi a 25 anni per puro caso.. praticamente come avere la Ferrari… avevo Oscar Valdambrini, Dino Piana e Vannucchi! Maestri veri e di serie A!!!) Io ho usato i miei musicisti che, in maniera rapida, hanno realizzato al meglio; io scrivo tutto. Stravato si è studiato una parte difficilissima e poi il pezzo è stato tolto, capita.. in realtà andrà nel dvd.
C’è anche una canzone di Ilaria Graziano e Francesco Forni, “Is this the time”, che hanno cantato in una scena: nella mia continua ricerca di voci e suoni, li ho conosciuti e subito presentati a Davide che a sua volta li ha inseriti nel film…il film va nutrito.
CS: A proposito di canzoni: cosa pensi di quelle colonne sonore composte esclusivamente di “brani del momento” presi di peso dalle classifiche?
MN: Comprendo la necessità di “sbigliettare” e una canzone famosa può aiutare un film; il film a volte è Arte, ma altre volte è solo una questione di soldi.
CS: Sei attualmente impegnato su più fronti e con diversi progetti, musicali e non. Bolle qualcosa in pentola, in particolare sul versante musica per film o esecuzioni di soundtracks con big orchestra? I lettori di “Colonne Sonore” vogliono sapere.
MN: Sono in procinto di fare un grosso progetto all’Auditorium (di Roma - ndr) che riguarda un gigante del Cinema: appena potrò dirvelo, sarete i primi! Nel cinema c’é un film in stallo che è The Lythium Conspiracy che non riesce ad uscire.. Per il resto, supportate l’Orchestra Operaia!
Concludiamo qui la nostra chiacchierata con Massimo Nunzi che ringrazio per la disponibilità.
Grazie a te e a “Colonne Sonore”. E' stato un vero piacere!