La musica da film è senso narrativo: Intervista esclusiva a Francesco Cerasi
La musica da film è senso narrativo: Intervista esclusiva a Francesco Cerasi
Si sono appena concluse le vacanze estive e Colonne Sonore riparte con le interviste sui generis ai compositori italiani di ieri e di oggi. Come domande, i titoli più rappresentativi della loro filmografia cine-musicale e come risposte, libero sfogo al compositore di raccontarsi in prima persona senza filtri e con profonda sincerità, così da delineare egli stesso il percorso che l’ha condotto a scrivere musica per immagini. Riprendiamo proprio il percorso di queste interviste particolari imparando l’arte di un giovane autore di musica applicata, classe 1980, romano e dal 2004 a stretto contatto con Tv e Cinema: Francesco Cerasi.E’ l’ideatore del primo esperimento di “audio arte” in Italia. Il 15 maggio 2010, con il sostegno del Ministero dei beni culturali e della sovrintendenza della Galleria Nazionale d’arte moderna, ha presentato le proprie composizioni ispirate ad opere rappresentative e iconografiche dell’arte figurativa del Novecento.
Ha vinto il Nastro d’Argento nel 2011 per la miglior canzone originale, “Amami di più”, dal film Se sei così ti dico sì con Emilio Solfrizzi. Molteplici sono stati i premi attribuitegli da quando ha intrapreso la carriera di compositore per il cinema, tra cui il Premio Sonora “ Miglior musicista” e il Premio Ente dello Spettacolo e “Il Cinematografo” per la colonna sonora di Uno su due, Premio Golden Graal “Astro nascente”e il Premio di Garanzia Ministero della Cultura, per la colonna sonora di …e se domani. Il suo sodalizio con il regista Eugenio Cappuccio, per il quale ha composto la sua prima vera colonna sonora per il Cinema (Volevo solo dormirle addosso), proseguendo per altre quattro pellicole fino ai giorni nostri, rappresenta una di quelle collaborazioni che creano ottimi risultati nell’unione intrinseca tra fotogrammi e musica. Cerasi, che ha musicato sia fiction di successo (la serie Mediaset de I Liceali e alcuni episodi della serie Rai Crimini) che film con buoni risultati al botteghino (Scrivilo sui muri di Scarchilli, La bella gente di de Matteo e Lezioni di cioccolato 2 di Federici), ha uno stile giovane, fresco, prammatico, con venature classicheggianti che rendono le sue musiche da film sempre ben divise tra una forte orecchiabilità cantabile ed una innovativa e colta sperimentazione che aderisce alle immagini perfettamente in modo tale da essere percepite piacevolmente ma non disturbare la storia per cui nascono. Insomma, un altro giovane autore italiano da tenere sott’occhio che con un suo stile ben delineato ha già tracciato un solco importante nella musica applicata della new generation italica di compositori per il grande e piccolo schermo.
Colonne Sonore: Volevo solo dormirle addosso (Eugenio Cappuccio, 2004)
Francesco Cerasi: La colonna sonora di Volevo solo dormirle addosso tra quelle che ho fatto è quella che riesco a giudicare con meno distacco, perché è stata la prima e quella che mi ha permesso di passare da universitario che impartiva ripetizioni di latino e greco a speranzoso compositore di musica per immagini, passione che ho sempre coltivato, fin dagli anni del ginnasio.
Avevo quasi 24 anni. La colonna è semplice, non c’è molta musica nel film. Ci sono dei temi minimali di musica elettronica, principalmente nelle scene che riguardano l’azienda in cui agisce il protagonista. Alcuni brani vagamente jazz ed “esperimenti” per piano solo.
LA DANZA DEI TACCHI: http://youtu.be/5i7FjYjMisw
CS: …e se domani (Giovanni La Parola, 2005)
FC: …e se domani è stata una magnifica esperienza. Ho potuto fare la musica che avevo immaginato dopo aver visto il film con totale libertà e molti stimoli, in una sintonia perfetta con il regista Giovanni La Parola che è una delle persone più creative e talentuose che abbia mai incontrato. La musica ha dei richiami chiari alle colonne sonore di alcuni cartoni animati americani e alle partiture di Danny Elfman per Tim Burton. Ha una struttura piuttosto precisa: intorno a tre temi principali in Re maggiore, si muovono le altre declinazioni melodiche tra il romantico e il comico per archi e ottoni, sostenuti da ritmiche metalliche.
CS: Uno su due (Eugenio Cappuccio, 2006)
FC: Uno su due per me è stato un film molto importante.
Era la seconda volta che collaboravo con Eugenio Cappuccio, è stata una lavorazione molto lunga, a volte complessa ma molto formativa. La partitura è scritta per un’orchestra d’archi, tranne pochi episodi di musica digitale con suoni lunghi e rarefatti, dove la musica doveva essere più discreta e concreta, con oggetti, principalmente metalli, graffiati o percossi, nelle parti di allucinazione del protagonista.
Spesso le sezioni d’orchestra si intrecciano in arpeggi poliritmici, scomponendo il tema principale, di quattro note. Dovendo evitare qualsiasi tipo di lirismo sentimentale, ho dovuto prediligere una ricerca armonica a volte ardita, ma che sul film spero sia efficace.
Durante la post produzione ho avuto un sostegno prezioso e indispensabile dal Maestro Paolo Buonvino che è uno dei compositori italiani che ammiro di più.
IL VOLO: http://youtu.be/j3KcH7k_Wbo
OVERTURE: http://youtu.be/jAnAUg6cAwo
TEMA DI LORENZO: http://youtu.be/fQgXk7Dq1BY
CS: I liceali 1-2-3 (Lucio Pellegrini, Francesco Miccichè, 2008-2010)
FC: La serie dei Liceali è stata la mia prima lunga serialità, come si dice in gergo, mi ha permesso di imparare molte cose che non sapevo, scrivere musica per il cinema è diverso che scrivere musica per la tv, bisogna essere molto più espliciti nel commento e mai estremi.
La musica della serie cerca di tenere in considerazione quel “temperamento pop” di cui sopra,anche nei brani per orchestra oltre a quelli più giovanilistici, con chitarra acustica e wurlitzer.
L’interazione con Lucio Pellegrini è stata per me molto formativa e serena, così come con i montatori e con Francesco Miccichè: il regista della terza serie.
IL MINUTO FINITO: http://youtu.be/efIBD9Peqyg
DOLORI NASCOSTI: http://youtu.be/FDicuUNosuI
IL SOLE A SCUOLA: http://youtu.be/OI1e9K9i61g
CS: Crimini (due episodi, 2006-2009)
FC: Sono molto affascinato dal thriller, e i due film tv della mini serie televisiva Crimini sono state due occasioni preziose e divertenti.
Ne L’ultima battuta di Federica Martino, il sentimento principale era quello del mistero, quindi ci sono suoni lunghi e scuri su cui il pianoforte espone il tema principale vagamente post romantico.
In Niente di personale è stato un po’ diverso. Il film è ricco di scene d’azione, quindi mi sono potuto divertire, finalmente, a fare un po’ di elettronica quasi jungle, drum and bass, con suoni sintetici, spesso aggressivi e a sperimentare la commistione tra un trio d’archi con una drum machine che si inseguono in un prestissimo scuro e minaccioso.
CRIMINI FUGA: http://youtu.be/wb5JsvdQSIk
CS: Se sei cosi ti dico si (Eugenio Cappuccio, 2011)
FC: In questo film la parte più interessante per me è stata la scrittura delle canzoni.
Il protagonista del film, Piero Cicala, è un cantante che ha conosciuto un successo beffardo e fulmineo con un solo brano: ”Io te e il mare” e cerca un riscatto sentimentale provando a cantare in un programma televisivo la sua canzone dell’anima, una ballata vagamente sanremese: “Amami di più”, tra l’altro vincitrice dello scorso Nastro d’argento come miglior canzone originale.
La collaborazione con Solfrizzi che interpreta entrambi i brani, è stata lunga e complessa, ma ne ho un bel ricordo; grazie alla sua dedizione e meticolosità, la canzone mi sembra risulti aderente sia al personaggio che al film.
“Io te e il mare” è una canzone “elettrotrash estiva”che è una definizione poco accattivante e lontanissima dalla musica che cerco di ascoltare e scrivere, nonostante questo sono soddisfatto perché mi sembra una parodia credibile ed orecchiabile.
In “Amami di piu’” di cui Alessio Bonomo ha scritto il testo, l’attore protagonista ha dato un importante contributo melodico, specialmente alla parte del ritornello e un’interpretazione vocale perfetta e molto toccante.
IO TE E IL MARE: http://youtu.be/wNT5V6-HorY
AMAMI DI PIU’: http://www.youtube.com/watch?v=2cNfwJ4EHGw
CS: Gli equilibristi (Ivano de Matteo, 2012)
FC: Aver collaborato a questo film è per me una ragione di grande orgoglio, cosa che non mi capita molto spesso.
Ammiro molto il talento e l'abilità di Ivano e lo ammiro come persona. La colonna sonora, si può dire sia nata insieme al film, ci siamo visti qualche pomeriggio per sentire un po' di pezzi che avevo preparato al piano, sulla scia di pochi discorsi generici sul soggetto che era stato da poco scritto. Dopo un po' di tempo la sceneggiatura era pronta così come la maggior parte dei temi principali del film.
Il criterio dell'uso della musica non è mai estetico, basta vedere il film per rendersene conto. La musica costituisce il pensiero del personaggio, quell’istinto della mente che ci disturba e ci sorprende, in questo caso con "un agguato triste". Dunque non è quasi mai un momento di decompressione emotiva, come succede di solito, anzi è il mezzo con il quale, insieme ad Ivano e Marco Spoletini che ha montato il film, si è deciso di far sentire allo spettatore il dolore progressivo del protagonista.
Per tornare al discorso sul senso narrativo, si tratta di una musica poco accattivante ma spero molto efficace. D'altronde forse la musica di un film non dovrebbe essere un insieme di "pezzi belli", ma di pezzi "giusti".
CS: Quali sono i tuoi compositori italiani e stranieri preferiti di musica per film?
FC: I compositori di musica da film che ammiro sono tanti: Alberto Iglesias e Alexander Desplat, tra gli europei, Buonvino, Catalano e il grande Piersanti, personale, elegante, efficacissimo ed essenziale, tra gli italiani. Per me Morricone e John Williams costituiscono una categoria assestante. Tra gli americani: Giacchino e Santaolalla.
Sono legato, quasi affettivamente a John Barry, a 11 anni mi ha folgorato e grazie alla colonna sonora di Balla coi lupi ho cominciato a prendere in grande considerazione l’idea che la musica da film fosse un modalità d’espressione gigantesca, straordinaria e modernissima.
CS: Cosa significa per te “musica per immagini”?
FC: Il discorso, ovviamente mi appassiona totalmente, quindi la risposta potrebbe essere interminabile.
Sintetizzando, per me la musica da film è un’arte applicata, nella quale oltre all’abilità musicale, compositiva, richiesta ad ogni musicista e autore, è fondamentale un senso narrativo, un’attenzione all’impianto strutturale del racconto e una discrezione ed efficacia, nel rapportarsi all’opera cinematografica, non lontana da quella del traduttore.
Oltre che “traghettare” un concetto o un sentimento dalla percezione visiva a quella uditiva, il compositore di musica per il cinema dovrebbe occuparsi anche di colmare l’emozione di una determinata scena con sensazioni subliminali che
magari non è possibile dichiarare esplicitamente nella scena,.
Dunque, in virtù della discrezione e dell’efficacia, a cui facevo riferimento prima, credo sia evidente una tendenza che cerco di non dimenticare, cioè che: come in ogni singola partitura, anche nella composizione della musica per un film e nella totalità della sua struttura, siano importanti le pause quanto il suono. Il compositore scrive sia la musica che i silenzi.