Venerdì 13 – la Saga (8 pellicole + il videogame ufficiale)

Harry Manfredini (& Fred Mollin)
Venerdì 13 – la Saga (8 pellicole + il videogame ufficiale) (1980 – 2018)

cover friday the 13th big

Harry Manfredini
Venerdì 13 (Friday the 13th, 1980)
La-La Land Records LLLCD 1228  
17 brani – Durata: 45’54”

cover friday the 13th big ultimate

Harry Manfredini
Venerdì 13 (Friday the 13th – The Ultimate Cut, 1980)
La-La Land Records LLLCD 1584  
33 brani – Durata: 59’33”

cover friday the 13th part 2 3 big

Harry Manfredini
L’assassino ti siede accanto – Week-End di terrore (Friday the 13th – Part 2 & Part 3, 1981/1982)
La-La Land Records LLLCD 1436  
CD 1: 17 brani – Durata: 43’02”
CD 2: 26 brani – Durata: 55’31”

cover friday the 13th part 2 the ultimate cut

Harry Manfredini
L’assassino ti siede accanto (Friday the 13th – Part 2 - The Ultimate Cut, 1981)
La-La Land Records LLLCD 1613  
28 brani – Durata: 62’30”

cover friday the 13th part 3 ultimate big

Harry Manfredini
Week-End di terrore (Friday the 13th – Part 3 – The Ultimate Cut, 1982)
La-La Land Records LLLCD 1633  
31 brani – Durata: 69’50”

cover friday the 13th part 4 5 big

Harry Manfredini
Venerdì 13 capitolo finale – Venerdì 13: il terrore continua (Friday the 13th - The Final Chapter – Friday the 13th Part V: A New Beginning, 1984/1985)
La-La Land Records LLLCD 1465
CD 1: 18 brani – Durata: 52’20”
CD 2: 23 brani – Durata: 48’30”

cover friday the 13th part 6 big

Harry Manfredini
Venerdì 13 – Parte VI: Jason vive (Friday the 13th - Part VI: Jason Lives, 1986)
La-La Land Records LLLCD 1513
19 brani – Durata: 60’23”

cover friday the 13th part 7 the new blood

Harry Manfredini & Fred Mollin
Venerdì 13 – Parte VII - Il sangue scorre di nuovo (Friday the 13th - Part VII – The New Blood, 1988)
La-La Land Records LLLCD 1547
39 brani – Durata: 78’22”

cover friday the 13th part 8 big

Fred Mollin
Venerdì 13 – Parte VIII – Incubo a Manhattan (Friday the 13th - Part VIII – Jason Takes Manhattan, 1989)
La-La Land Records LLLCD 1561
19 brani – Durata: 67’05”

cover friday the 13th videogame big

Harry Manfredini
Friday the 13th – Official Game Soundtrack (Id. – 2018)
La-La Land Records LLLCD 1435
CD 1:10 brani – Durata: 49’17”
CD 2: 11 brani – Durata: 53’47”



Sotterraneamente herrmanniane, stridulamente ligetiane, aggressivamente bartokiane – pur nella loro successiva china elettronica esasperante fine anni ’80 primi ’90 col semi abbandono di certi esuberanti e assaltanti sinfonismi marcatissimi degli esordi – sono state le edificazioni pentagrammate del compositore americano, di origini italiche, Harry Manfredini (Chicago, 25 agosto 1943), assurto alle glorie della Film Music con le rasoiate di archi (memori dei ‘violini urlanti come fendenti di coltello’ di Bernard Herrmann per il cult Psycho di Alfred Hitchcock) e soprattutto per quell’effetto vocale ultraterreno segnalante il serial killer protagonista – vi rimandiamo per una puntuale indagine sul medesimo alla dettagliata recensione del nostro Roberto Pugliese della prima mitica score della saga di Jason Voorhees (leggi qui) – così risultante nella pellicola all’ascoltatore-spettatore inerme: “ch-ch-ch, ha-ha-ha”. Da questa intuitiva, originale e totalmente angosciante sillabazione sonora si è dipanata una delle saghe horror più popolari degli anni ’80 – insieme alle altre due, sempre a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta, protratte, come quella di Venerdì 13, sino ai Duemila, perché se funzionano…a volte ritornano sotto forma di prequel, sequel, remake e reboot, ovvero i capostipiti Halloween – La notte delle streghe (1978) di John Carpenter con l’assassino mascherato Michael Myers e Nightmare on Elm Street (Nightmare dal profondo della notte) del 1984 di Wes Craven con l’assassino in sogno Freddy Kruger, entrambe con partiture di tutto rispetto diventate iconiche, come questa del serial killer con maschera da hockey e machete, panico degli imprudenti villeggianti di Crystal Lake –.
Una score che ha fatto del jazzista Manfredini, nativo dell’Illinois, lo specialista dell’horror anni Ottanta, in combutta con il Charles Bernstein della saga di Freddy/Nightmare, di cui è coetaneo, e con il regista e compositore, per sé stesso, John Carpenter, in collaborazione con Alan Howarth della saga di Myers/Halloween. Dal primo lontano Friday the 13th del 1980 (ben 44 anni orsono) gli score di Manfredini – a prescindere le palesi ridondanze evocative herrmanniane succitate (vedi nel CD “Friday the 13th – The Ultimate Cut” il brano “Brenda Drops In”) e in aggiunta un tocchino williamsiano delle due celeberrime villain notes da Lo squalo (ascoltate sempre in “Friday the 13th – The Ultimate Cut” la traccia “Transition to Lake/Brenda Sees Something”) – sono (e in plurimi frangenti eccellendo sulle immagini) la concreta essenza orrorifica (e nobilitazione di alcuni sequel non degni di nota, buttati lì solo per fare cassa) del nostro mastodontico, indistruttibile, quasi immortale Jason – ‘Hockey Mask’ – Voorhees (va all’Inferno, come sottolinea il capitolo 9 Jason Goes to Hell: The Final Friday del 1993, eppure facendone ritorno impadronendosi delle anime di corpo in corpo delle proprie vittime), perfino spaziale – come non scordare la sua surreale sortita fantascientifica nel decimo capitolo JX – Morte violenta del 2002, catapultato nello spazio nel 2455 e grazie alle nanotecnologie divenuto ancora più letale e invincibile –.
Manfredini ha difatti musicato in totale nove pellicole e il videogioco ufficiale, anch’esso presente in questa recensione ed ultima pubblicazione, in ordine di tempo, della nostra cara etichetta americana La-La Land Records, mancando all’appello ad oggi i due capitoli 9 e 10 appena summenzionati (arriveranno?). Invece il reboot del 2009 di Venerdì 13, come accadde con il reboot di Nightmare del 2010, ha le musiche di Steve Jablonsky (la saga di Transformers), esperto in riprendere e aggiornare (nemmeno più di tanto in verità) i due leitmotiv cult di Manfredini e Bernstein senza un briciolo delle pentagrammate artigliate inferte dai due colleghi sugli originali. Per terminare la lista di celluloide marcata, anzi presa a colpi di machete, dal nostro ‘pazzo gigantesco killer amorevole e affezionato a studenti o villeggianti che fanno sesso incuranti di averlo costantemente alle spalle’, ricordatevi il grande e divertente crossover splatter Freddy Vs. Jason del 2003 con musiche di Graeme Revell – leggete recensione sempre di Roberto Pugliese del box “Nightmare on Elm Street Collection” del 2015 su etichetta Varese Sarabande per avere il quadro completo delle score di Venerdì 13 – in cui si assiste, non sapendo per chi parteggiare, ad una lotta senza regole e senza pari tra Freddy Kruger e Jason Voorhees.
Ritornando a machete (questa battuta ce l’avevo proprio lì, scusate!) sul nostro compositore italoamericano di Chicago, la sua carriera ha avuto, oltre i citati capitoli di questa saga horror tra le più rimunerative al botteghino di tutti i tempi (tallonata a stretto giro da Nightmare, Halloween e negli anni a venire da Scream), altre score rispettabilissime e originali in carnet, dato che il nome di Manfredini divenne simbolo di garanzia per terrorizzare le orecchie degli spettatori e farli trasalire sulle poltrone dei cinema più dell’efferate sequenze filmiche stesse (per una buona maggioranza dei casi assai ripetitive di pellicola in pellicola, avendo così esaurito le trovate geniali splatter/gore/grandguignolesche iniziali), con un sinfonismo classicamente scary – bella pimpante e giullaresca la variante sinfo-epica-pop-rock del tema di Manfredini con il supporto di Michael Zager del brano 2 del CD di Week-End di terrore (Friday the 13th – Part 3) – , omaggiante argutamente i compositori cine-musicali e classici in testa all’articolo, con di tanto in tanto intrusioni sintetiche o di una sorta di sound design primordiale – quando ancora non se ne abusava e si usava con intelligenza, non divenendo il sostituto senza arte né parte della colonna musicale vera e propria, come accade sempre più spesso oggigiorno (invero da molti anni a questa parte), in particolare sul grande schermo, restando tutto anonimo o con la sensazione del copia e incolla stampato nelle orecchie –, prestando il suo operato compositivo a film fanta-horror/sci-fi/thriller/action quali, tra i piacevolmente rammentabili tematicamente, Il mostro della palude (Swamp Thing, Wes Craven, 1982), Chi è sepolto in quella casa? (House, Steve Miner, 1985), Creatura degli abissi (DeepStar Six, 1989) dello stesso regista del primo Venerdì 13, Sean S. Cunningham e Air Force - Aquile d’acciaio 3 (Aces: Iron Eagle III, John Glen, 1992). Inspiegabilmente nel curriculum di Manfredini poche nomination a premi di settore però nessuna per gli esimi risultati conseguiti proprio con la saga di Friday the 13th. Compositore d’appoggio in due dei dieci film con Jason – precisamente Venerdì 13 – Parte VII - Il sangue scorre di nuovo e Venerdì 13 – Parte VIII – Incubo a Manhattan – è Fred Mollin, uno dei cosiddetti artigiani della colonna sonora, attivo da metà anni ’70 sia sul piccolo (Il mio amico Ultraman, Beverly Hills, 90210) che sul grande schermo (Fuori di testa, Pilgrim – Il fuggitivo), al quale toccò il compito di curare le musiche integrali della serie TV Venerdì 13 (1987 – 1990), dove si dimostrò più all’altezza rispetto al compimento filmico segnalato di seguito. Il suo approccio è in ambo i film, sempre con uso preminente del motivo originale portante manfrediniano, di tipo elettronico, con un leitmotiv cantilenante malevolo-fanciullesco tipico dei film horror (“Dad’s Death”, “Tina’s Theme” da Friday the 13th - Part VII – The New Blood) ed un rimbombo martellante metallico costante, simil base percussiva bellicosa e insostenibile (“Main Title (Cast and Crew)” sempre da Friday the 13th - Part VII – The New Blood), dal sintetico sound canonico Ottanta: in questo Capitolo 7 molte delle tracce riferite a composizioni orchestrali di Manfredini provengono da Friday the 13th – Part I, II e VI: Jason Lives. In Friday the 13th - Part VIII – Jason Takes Manhattan, Mollin, unico compositore ed esecutore dello score, pesca a piene mani dagli stilemi synth-pop-rock del periodo – compresa una canzone alla Brian Adams, “The Darkest Side of the Night”, interpretata severamente da Peter Fredette, poi non inclusa nel film – rendendo il tutto ripetitivo e ordinario, troppo in linea con le partiture elettroniche assai similari l’una all’altra, specialmente per i film di genere horror e fantascientifico, degli anni ’80. Ammettiamo che musicalmente questo ottavo capitolo di Jason, a parte la canzone di cui sopra, non ha molto da dire.
Dopo aver sondato la breve parentesi molliniana, si deve ritornare sul vero nucleo compositivo, perno sostanziale dell’impianto sensoriale intramontabile, da jumpscare sinfonica strutturata con tutti i santi crismi, di tutte le pellicole con il volto musicale modellato da Manfredini (ascoltare per credere “What Boy, Ma’am?/Main Titles” da Venerdì 13 capitolo finale), un padre che ha perfettamente educato il figlio Jason – ‘Maschera da Hockey’ – Voorhees ad assassinare godendone oltre ogni immaginazione, sorretto da note ancora più spaventevoli, taglienti, selvagge, sanguinose e pregne di quel male che solo l’Inferno può generare così brutalmente cattive e inarrestabili. Certo, si potrà dire che Manfredini, a parte l’idea del “ch-ch-ch, ha-ha-ha”, abbia rimescolato le carte in tavola del sinfonismo orrorifico di tanto cinema di genere del passato – vedi i tanti impulsi originari e originali, sopra tutti, del già più volte citato Bernard Herrmann e poi dei grandissimi artigiani cine-musicali quali James Bernard, Herman Stein, Hans J.Salter, Walter Greene, Heinz Roemheld, Nicholas Carras, Paul Sawtell, Bert Shefter e via rubricando che hanno reso pauroso il cinema della Hammer o Universal della Golden Age cinematica – comunque sapendolo rimanipolare con vivace originalità e servendolo degnamente come il miglior cameriere su piazza nel miglior Hotel a 5 stelle lusso, in questo caso dimora del serial killer tra i più terrificanti e cruenti della Storia del Cinema Horror. E questo non solo basta e avanza, anche molto di più. Poi se lo si rapporta anche al videoludico Friday the 13th – Official Game Soundtrack il colpo finale è inflitto alla perfezione, più mortale che mai.
Come avrete saggiamente notato, non mi sono soffermato su una traccia anziché su di un’altra dei dieci CD, sempre eccellentemente immessi sul mercato dei collezionisti di colonne sonore dai nostri amici californiani, insieme ad accuratissimi libretti critici d’accompagnamento, che costituiscono il corpo musicale della saga in esame, come già ho praticato in altre recensioni di lavori mastodontici come il presente, perché lascio a voi cultori il piacere (sanguinante e disumano in questo caso) della scoperta track by track del lavoro di Harry Manfredini – a proposito: gli album con denominazione “The Ultimate Cut” contengono tutto il materiale compositivo sia finito che non nei film in modo tale da avere, da completisti abituati qual siete, ogni singolo cue concepito per le partiture del nostro Jason  Voorhees – perché così (sadicamente dal vostro affezionato sottoscritto Direttore della rivista che state leggendo) l’ascolto separato dalle immagini assurge a piacere intimo e reimmersivo nelle sequenze filmiche impresse nella vostra memoria cinefila. Allora… Buon Ascolto! 

 

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