Django

cover django mokadelic vinileMokadelic
Django (Id. – 2023)
Goodfellas
34 brani – Durata: 1h 22’



In principio vi fu Django di Sergio Corbucci del 1966 con le musiche di Luis Bacalov, poi l’omaggio di Quentin Tarantino nel 2012, Django Unchained, con i titoli di testa in cui si ascolta proprio la canzone di Bacalov cantata da Rocky Roberts per il film originale, e in mezzo una miriade di apocrifi e solo un sequel riconosciuto, reinterpretato nel 1987 da Franco Nero, il reale Django. Nel 2023 arriva su Sky la miniserie italo-francese Django che vede alle musiche i nostri Mokadelic, band post-rock psichedelica formata da Alessio Mecozzi, Cristian Marras, Alberto Broccatelli, Maurizio Mazzenga e Luca Novelli. Per la TV e il Cinema, tra gli altri, hanno scritto gli apprezzabili score per Gomorra, Romulus, Sulla Mia Pelle (candidato ai David di Donatello per la miglior colonna sonora originale) e ACAB. I Mokadelic, a proposito dello score, raccontano che: <<In Django la musica svolge un ruolo evocativo, supporta ed enfatizza il carattere mistico e visionario dei personaggi. L’esistenza di due realtà contrapposte, i cambi improvvisi, le esplosioni, la terra e il fuoco sono elementi che musicalmente hanno ispirato la composizione della colonna sonora in alternanza tra momenti tensivi, rarefatti, intimi e psichedelici con momenti epici, incalzanti e di impatto>>. Per questo western dal respiro internazionale, con Noomi Rapace e Matthias Schoenaerts, che ripercorre la trama della pellicola originaria, hanno composto nel loro stile atmosferico-acustico-ipnotico-allucinogeno una sequela di brani, incisi e temi che, pur tracciando un sottotesto country-western caro al genere (“The Promised Land”), richiamano ambienti sonori moderni crudi, violenti e duri (“The Rise of New Babylon”, “New Happiness”, “Django Fight”, “The War”), con solo pochi bagliori di pace (“Another Black Body Buried”, “Prayer For Forbidden Dreams”, “Brothers in Lies”). La conclusiva traccia “The New West” contiene nella sua lunga durata (8’08”) sintetismi fantasmatici, ambient claustrofobica e un crescendo percussivo metallico alla John Carpenter, abbastanza scompensanti.

Recensione concessa su autorizzazione e pubblicata in origine sulla rivista cartacea Audioreview 2023

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