Mina Settembre 2

cover mina settembre 2Vito Abbonato & Andrea Ridolfi
Mina Settembre 2 (2022)
Rai Com
32 brani – Durata: 67’00”



Abbiamo già parlato in passato del duo di compositori Andrea Ridolfi e Vito Abbonato (leggete intervista), recensendo pure alcune loro ottime colonne sonore per fiction Rai – vedi I Bastardi di Pizzo Falcone o La fuggitiva – e stavolta torniamo a parlarne in occasione della loro seconda score per la fiction di successo, sempre targata Mamma Rai, Mina Settembre 2. Già nella partitura precedente vi erano, come in ogni loro composizione di musica applicata alle immagini, le ragguardevoli avvisaglie di leitmotiv e pagine di puro commento spigliate e affascinanti, che in questo ritorno dell’assistente sociale napoletana, Gelsomina Settembre, soprannominata Mina, hanno una marcia sonora in più. Per supportare la sempre prodiga Mina nell’aiutare psicologicamente chi ha bisogno, interpretata gioiosamente e fascinosamente dalla bella e brava Serena Rossi (candidata al Ciak D’Oro per il suo ruolo), ancora una volta diretta da Tiziana Aristarco, vi sono stavolta sei canzoni accattivanti e davvero gradevoli da ascoltare e riascoltare. Abbonato e Ridolfi sanno perfettamente come equilibrare queste sei canzoni tutte originali con alcuni temi presenti nella prima stagione e nuove pagine tra il sentimentalismo più accorato e alcuni picchi drammatici.
“Mina Settembre” che apre l’album digitale è un valzer partenopeo dolcemente arioso e candido come l’animo della sua protagonista; “Pausa pranzo” è cadenzato e canzonatorio, con un sottobosco quasi tensivo con la sua ritmica centellinata; “Guitar Tune One & Two” è un leitmotiv per chitarra in primo piano e archi in sottofondo, spensierato e a tratti melanconico; ancor più malinconico e straziante il violoncello e il violino solisti su archi morbidi di “Ti lascio” in cui un meraviglioso tema toccante si apre totalmente comparendo dalle profondità della mente; “Keep Me With You” è la prima canzone a palesarsi in questa pregiata colonna sonora, con la voce caldamente profonda e acuta al contempo di Frances Alina che canta un interessante soft rock alla Brian Adams e Ry Cooder; “Genio” per synth, piano e archi gioca su atmosfere sospese e circolari, con un tema non tema minimale assai efficace; “Mina pedina” per basso, chitarra elettrica e acustica, ritmiche mediterranee, è brioso nel suo incedere pedinativo, come da titolo, con quel suo innesto alla Batman televisivo di Neal Hefti; “Mai saprai” presenta la seconda canzone, versione dalla vocalità deliziosa e abbracciante di Flo (al secolo Floriana Cangiano) del tema portante: un bellissimo mix canoro tra Tosca e Rossana Casale, che viene voglia di sentire a loop; “New Love” per chitarra acustica e basso, archi sintetici e piano, ci mostra un tema secondario nuovo, talmente intenso e luminoso da restare subito impresso; “Sebastian Fuga” ritmicamente tensivo e descrittivo della sequenza drammatica da commentare; “I Miss You”, terza canzone, eseguita dalla brillante vocalità di Ilaria Gibellini, che ricorda l’Elisa dei primi tempi e soprattutto Alanis Morissette: un pop-rock con tanta grinta e armoniosità; “Zia Marisa” è un tango gasato come il personaggio che raffigura, con nuance sudamericane nel mezzo; “Threesome” si rivela come pagina elettro-percussiva-acustica di commento ad un paesaggio visivo tensivo, ma nel suo andamento ipnotico molto fascinosa; rumba caraibica nel brevissimo “Rose rosse”; drammaturgicamente addolorato “Tradita Giulia”; vi ricordate “Someone Like You” di Van Morrison? Ecco la quarta canzone “It’s Truly You” (testi di Pamela Curci) ne è una divertente e amorevole parafrasi, cantata con il giusto trasporto da crooner anni ’70 da Michelangelo Nari; “No Baby No” stacca etereamente prima di giungere alla quinta canzone dal mood ballabile sudamericano, “Poquito Poquito”, all’istante orecchiabile e cantabile, con la performance frizzantina e suadente di Flo, anche qui invogliante al riascolto continuativo; “House Rats” zigzagante e anche questo brano ipnotico nel suo avanzare ritmico; una lieve cantilena in “Sweet Vincenzino” che odora di quelle melodie emotive alla Giovanni Nuti per i film del fratello Francesco degli anni ’80 – ’90, idem “Vuoto a perdere” sensibilmente cantilenante; “Lost Trust” fa pari e patta con le movenze di “House Rats” mentre “Bacio di Olga” è la versione strumentale synth di “I Miss You” che dimostra quanto sia bello questo dolcissimo leitmotiv; “Che l’erba cresce” è pezzo country folk ballabile (ma quanto sono eclettici il duo Abbonato & Ridolfi!); “Good Morning Mina” è una lullaby atmosfericamente in crescendo, intrisa via via di dubbi come quelli che ogni assistente sociale ne vive in carriera di molteplici (un gran bel pezzo); percussivamente e tensivamente partenopeo “Le camiciaie”; “Time for Beauty” (liriche di Pamela Curci) è la sesta e conclusiva canzone pop della score, cantata dalla raggiante Ilaria Gibellini, molto invitante e incidente a forza di sentirla; violoncello, chitarra acustica e tastiere per accompagnare morbidamente il melodismo di “Fantastic Love” che sul finire diviene una ballad romantica folk; “Primo incontro” ha la stessa tenerissima andatura e rimembranza compositiva di nutiana memoria come nelle tracce “Sweet Vincenzino” e “Vuoto a perdere”; “Loosing Ball” si destreggia tra spensieratezza e dramma synth; si chiude con “Nel dubbio”, pezzo per chitarra acustica, piano e synth di struggente chiarezza emozionale.              

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