Pillole di Note: Focus sull’etichetta Heristal

Pillole di Note: Focus sull’etichetta Heristal

Si ripresenta la rubrica da voi lettori ben ammirata, ‘Pillole di Note’, ossia mini recensioni di un certo qual numero di colonne sonore che differenziano dalle solite nostre classiche recensioni di lunghezza più o meno variabile.
E questo mese analizziamo per la prima volta l’etichetta italica Heristal Entertainment di Pietro Paluello (http://heristalsrl.it/):

cover dante sogno italia libera

John Sposito
Dante – Il sogno di un’Italia libera (2021)
Heristal UR354
24 brani – Durata: 54’59”



Un viaggio emotivo e avvincente che ci porta nelle stanze dei personaggi più potenti del 1300: i Papi, i Re e gli Imperatori che hanno determinato il destino dell’Italia e dell’Europa per i decenni successivi. Interviste e finzione si intrecciano in una narrazione potente ed evocativa sui momenti e i personaggi più importanti del Medioevo, attraverso il racconto che ne ha fatto Dante nella sua Comedia. A decodificare i versi del grande Poeta, alcuni tra i più attenti studiosi danteschi del mondo che forniscono il contesto storico degli eventi narrati e offrono un punto di vista privilegiato su uno dei capitoli più importanti della storia europea.” La descrizione sul portale Rai Play di questo docufilm di coproduzione italo-francese dello scorso anno, uscito durante le celebrazioni dei 700 anni dalla morte del sommo poeta Dante Alighieri (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321), già dice tutto. E lo score di John Sposito – romano (classe 1958), pianista con esperienze nel Rock Progressive anni settanta e autore nel 1980 della prima fiction seriale televisiva dal titolo Ora Zero e dintorni, e compositore per il varietà, film, programmi TV e documentari vari (Geo&Geo, Simba è nato un Re, Le Alpi di Messner, etc. etc.) – calza perfettamente le immagini con una sequela di brani (e correlati leitmotiv) tra il misterico, l’ambient, il rock, il barocco, il tensivo e l’etereo: quelli che svettano maggiormente, tra mood orchestral-synth e campionature sinfoniche multiformi, con un orecchio ‘ancient’ ed uno ‘modern’ per usare due inglesismi che confanno non poco a questa partitura di sicuro effetto dentro e fuori il girato, sono “Settima epistola”, “Fu Durante”, “Un destino (finale)”, “La battaglia di Anagni” e “Beatrice”. Il suono di Sposito risulta essere assimilabile per sfaccettature e rimandi a quello di Vangelis e Zimmer, ma sarebbe sminuente fare raffronti; difatti questo veterano compositore romano ha ottenuto il privilegio di vedere molti dei suoi brani pubblicati in raccolte di musica elettronica new age accanto al succitato compositore greco premio Oscar e ad Alan Parson e Philip Glass. Quindi, ben comprenderete il livello di questa colonna sonora!

cover dante esilio di un poeta

Pericle Odierna
Dante – L’esilio di un poeta (2021)
Heristal UR352
23 brani – Durata: 56’08”



“La partenza”, seconda track di quest’altra produzione dedicata ai 700 anni dalla morte del Sommo Poeta fiorentino, tra ondulazioni glassiane e movimenti degli archi desplatiani, già da sola basterebbe come motivo per l’acquisto di questa ennesima eccellente partitura di un nostro caro compositore, da tempo ammirato, recensito e intervistato tra le nostre pagine web: Pericle Odierna, polistrumentista e pluripremiato autore di colonne sonore sorprendenti (una su tutte la vincitrice del Globo D’Oro Picciridda - Con i piedi nella sabbia). Ed effettivamente l’italianissimo compositore, ma nato a St.Albans (Hertfordshire) Gran Bretagna nel 1965, esegue personalmente quasi tutti gli strumenti (clarinetti, flauti, erhu, rebab, tarogato, piano, arpa, viola e fagotto) e brani di questo abbagliante lavoro (il romanticismo ambient di “Pensieri notturni”, il barocchismo tra vecchio e nuovo di “Tempo che fu”, l’arabeggiante florilegio di “Confini toscani”, il sottile oscurantismo synth di “Dante” e il crescendo ticchettante e distorcente del bellissimo “Gli ostacoli”, nonché il raveliano “Fagotto solitario”), coadiuvato dai validissimi Catello Cannavale al pianoforte, Leonardo Bertozzi al violoncello, Carlo Dalmini al contrabbasso, Riccardo Corso alle chitarre e plettri e Armando Bertozzi alla batteria e percussioni. Uno score che scorre lieve come l’acqua di un ruscello dai pendii delle montagne sino a valle, con quell’avvicendarsi di note tese, impenetrabili, romanticheggianti, classico-moderne, etniche e liturgiche che la maestria di Odierna sa far suonare colpendo oniricamente e meravigliosamente il lobo destro del nostro cervello, chiamato “Il Poeta”, dedito ad assorbire tutte le forme d’arte.
E quale miglior ‘nome’ e senso si può pronunciare e afferrare parlando della “Grande Bellezza” del sommo Dante Alighieri? Se non proprio questa Musica a Lui dedicata!

cover mannaggia alla miseria

Italo Greco e Lucio Gregoretti
Mannaggia alla miseria (2010)
Pesi&Misure/Rai Trade/Heristal APMCD154
20 brani – Durata: 45’38”



Il 9 dicembre 2021 ci ha lasciati la straordinaria, unica e impareggiabile regista, sceneggiatrice e scrittrice Lina Wertmüller, alla quale abbiamo reso omaggio con questo tributo (leggi qui); e andando a (ri)scoprire per l’occasione la colonna sonora di questo suo film per la TV del 2010 con le splendide musiche di Italo Greco e Lucio Gregoretti (sul podio dell’Orchestra di Roma), con i quali la regista romana aveva già collaborato in altre quattro occasioni cine-musicali, ci siamo resi conto di doverla recensire a tutti i costi. L’eccezionalità di questa partitura, doverosamente da possedere nella propria collezione di colonne sonore, che ha il sapore di quel suono inconfondibile e incancellabile delle commedie italiche anni ’50 – ’60 – ’70 alla Armando Trovajoli, Riz Ortolani e Piero Piccioni (ascoltare, per assimilarne l’essenza, i brani “Noi tre”, “Mannaggia alla miseria (variazione piano)”, “Mannaggia alla miseria (swing)” e il tema portante nella voce d’altri tempi da cantastorie ammaliante di Peppe Servillo in “Mannaggia alla miseria” che apre il CD), sta nella presenza canora della compianta Wertmüller, autrice dei testi delle canzoni della OST, la quale sbuca in “Mannaggia alla miseria” (brano 17), ricordando nel timbro vocale una simpaticamente roca Monica Vitti âgée (quest’ultima scomparsa di recente) e altri tre pezzi in coda al presente album, facendoci rimpiangere ancor di più quel grande Cinema con i suoi altrettanto grandi registi, interpreti, sceneggiatori e compositori che, ahinoi, oggi sono solo un pallido ricordo. Tuttavia, menomale che lo abbiamo potuto vivere, chi di noi odiernamente ha una certa età per poterlo dire, e per fortuna la Sua Memoria la si può rivivere grazie all’immortalità dei film e delle colonne sonore che si possono rintracciare in rete e acquistare in formato fisico (lasciate perdere l’incorporeo digitale, per carità divina!), come in questo caso.

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