Do you like Hitchcock?

cover_do_you_like_hitchcock.jpgPino Donaggio
Ti piace Hitchcock? (Do you like Hitchcock? - 2005)
Quartet Records su licenza Cinevox Record MS021
24 brani - Durata: 60' 33''



L'etichetta Quartet Records, su licenza dell'editore originale Cinevox Record, ha appena dato alle stampe la colonna sonora del film per la televisione Ti piace Hitchcock? (titolo internazionale Do you like Hitchcock?), girato da Dario Argento nel 2005 e prodotto da Rai Fiction e co-produttori vari. Il film doveva essere il primo di una serie dedicata al cinema di genere, progetto poi in realtà mai realizzato. Viene trasmesso da RaiDue il 24 agosto 2007 e distribuito da Cecchi Gori Home Video. Reduce dal cinematografico Il cartaio (la cui locandina compare in una scena del film), Argento celebra il suo personale omaggio al “maestro del brivido” Alfred Hitchcock, non rinunciando tuttavia al proprio stile e al proprio tocco inconfondibile. La critica però non accoglie l'opera con entusiasmo, ritenendola un'ulteriore conferma del “periodo buio” del regista romano che ormai, dai tempi di Trauma (1993), pare non azzeccare più un film.
La pellicola, pur essendo destinata alla televisione, è lavorata comunque in puro stile cinematografico, con una durata di poco più di un'ora e mezza. La colonna sonora è firmata da Pino Donaggio, con il quale Argento torna a collaborare dopo averlo già fatto nel 1990 per Due occhi diabolici (or. Two Evil Eyes) e per il già citato Trauma del 1993. L'ispirazione hitchcockiana intorno alla quale ruota tutto l'impianto narrativo del film è il celebre La finestra sul cortile (or. Rear Window) del 1954, nel quale il fotoreporter L.B. “Jeff” Jeffries, costretto per un incidente su una sedia a rotelle, spia col binocolo i suoi vicini di casa. Nella versione argentiana, il voyeur di turno è invece il giovane Giulio Giordano (interpretato da Elio Germano) che, come ci racconta l'antefatto iniziale, fin da bambino ha la mania di spiare gli altri. Solo in bicicletta in un bosco nei dintorni di Asti, assiste allo sgozzamento di un gallo da parte di due ragazze fattucchiere (chiaro preludio metaforico a ciò che poi succederà nel film). Il clima di infantile smarrimento, scandito dalle percussioni cromatiche e dagli archi rarefatti orizzontalmente in acuto e andamento obliquo nel grave del brano “Prologue”, viene bruscamente interrotto, al quarantesimo secondo della traccia, con l'intervento degli ottoni e l'agitazione degli archi in corrispondenza del sincrono della comparsa della sagoma sfuggente di una delle fattucchiere; all'incontro con l'altra fattucchiera si ascolta una voce femminile sottesa da una melodia pseudo-zingaresca, mentre la frammentazione degli archi riprende nel momento in cui Giulio arriva alla casa dove le due strane ragazze si sono rifugiate e, sentendo le loro risa luciferine, è ansioso di scoprire cosa stanno facendo. In corrispondenza degli schizzi di sangue del gallo che imbrattano il locale, il brano raggiunge il suo climax con l'ostinato orizzontale delle corde delle classi medie, le brevi cellule melodiche delle classi acute, il supporto ritmico delle basse e gli incisi sulla serie B-A-C-H dei corni francesi, che accompagnano tutta la precipitosa fuga di Giulio il quale, scoperto dalle due ragazze, viene da loro inseguito per il bosco con il coltello in mano. L'antefatto dunque si interrompe bruscamente e con un “flash-forward” ci ritroviamo in una visione notturna di Torino (ove il film è ambientato) quindici anni più tardi. Su questa inquadratura partono i titoli di testa mentre la cinepresa scruta roteando nella stanza di Giulio (ormai studente universitario prossimo alla laurea in discipline cinematografiche) e mostra una serie di locandine di film appese al muro e il titolo della sua tesi di laurea, mentre si ascolta la bellissima “Hollywood Memorabilia” (e geniale anche il titolo ideato da Donaggio stesso...), caratterizzata da progressioni cromatiche e l'innesto di una evanescente voce femminile vocalizzata, con la sua strettissima progressione ascendente e discendente per gradi congiunti. Casualmente Giulio, guardando dalla finestra della sua stanza, si accorge di una ragazza discinta e la spia col cannocchiale; il brano “Peeping Eyes”, utilizzato a commento di questa scena, non rappresenta soltanto un omaggio a Hitchcock, ma anche a Brian De Palma e a Donaggio stesso che, con il seducente canto sirenico della voce femminile, ci restituisce, in una sorta di manieristica autocitazione, gli umori di Omicidio a luci rosse (or. Body Double) di vent'anni prima e ci riporta alla scena in cui Jake Scully osserva Gloria Revell da un cannocchiale (a sua volta omaggio di De Palma a Hitchcock) con il brano “Telescope”, anch'esso caratterizzato da un inciso seriale di note esposte dalla voce femminile vocalizzata. Alle note cembalistiche con melanconica e non spensierata melodia minore di flauto che commentano, quasi come immagine senza tempo, la scena della copulazione tra Giulio e Arianna (traccia “Young Lovers”), succede subito il riff jazzistico e distensivo del brano “The Yard”, con il suggestivo assolo violinistico che accompagna la soggettiva di Giulio che, affacciato nuovamente alla sua finestra, osserva le stanze del palazzo di fronte al suo, finché il suo sguardo non inquadra nuovamente la ragazza della sera precedente (Sasha) intenta a litigare accesamente con la madre per una questione di soldi. Frammentari e sospesi i puntillistici suoni elettronici con  brevi scariche di chitarra elettrica, enigmatiche percussioni cromatiche al ritmo dei congas nel brano “Window on the Yard” che commenta la scena in cui Giulio, spinto dal suo innato voyeurismo, pedina in bicicletta (chiaro richiamo all'antefatto del prologo) Federica, una bella ragazza che ha stretto un'equivoca amicizia con Sasha (che si scopre essere anoressica e particolarmente viziosa) e si incontra con lei al parco. Scena tipicamente argentiana quella del violento omicidio della madre di Sasha, con l'anonimo assassino dai guanti bianchi che penetra nell'appartamento con la chiave e colpisce in testa la donna con conseguente profluvio di sangue. La comparsa della sagoma dell'assassino armato, dopo una lunga e snervante (benché didascalica) attesa dell'evento nefasto di circa tre minuti, è in sincrono con l'improvviso anelito strumentale degli ottoni al minuto 3:09 della traccia “Bloody Hammer”, poi interrotto nel momento del passaggio di inquadratura alla stanza di Giulio, che sta dormendo e viene destato dalle grida femminili in lontananza, e ripreso col ritorno alle sanguinose immagini dell'agonia della donna. Da questo momento in avanti la musica viene utilizzata in stile più televisivo, come fondale sonoro, appare quasi impercettibile se non la si ascolta, ma se non ci fosse se ne sentirebbe la mancanza. Donaggio ricorre a suoni elettronici e inserti ritmici mai stabili e riposanti, ma volti a non chiudere ancora il conto con la tensione. La storia in sé si anestetizza e non succede nulla almeno fino al “coup de théâtre” all'ora e dieci in cui Andrea, che è andato a trovare Giulio, con la gamba ingessata in seguito a una rocambolesca caduta, improvvisamente lo afferra e cerca di affogarlo nella vasca da bagno. Troviamo il sincrono di “Friends Can Kill” proprio in corrispondenza di questo momento con il brano tensivo-modulare che accompagna tutta la sequenza della colluttazione tra i due ragazzi.
Il film si spegne a poco a poco e l'ispirazione narrativa e fotografica va svanendo, mentre la musica viene mixata in maniera abbastanza indistinta senza una specifica valorizzazione ed evidenza delle singole tracce. Attraverso “The Roof” e “Madness and Sensuality” (quando verrà rivelata la vera identità dell'assassino) e il divertente e beffardo “Excercise” (un tema maggiore brillante da commedia dopo un lungo periodo di soffuse inquietudini sonore senza soluzione di continuità), il film si chiude presentando nuovamente i due temi iniziali, ovvero “Peeping Eyes” (quando Giulio scopre di poter spiare una nuova avvenente dirimpettaia...) e “Hollywood Memorabilia”, riproposto anche sui titoli di coda.
Musica eseguita dalla Bulgarian Symphony Orchestra – Sif 309 diretta da Natale Massara, programmazione dei suoni elettronici di Paolo Steffan. Registrata presso lo Studio 1 BNR di Sofia a opera del sound engineer Marco Streccioni.

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