Superman / Shazam!: The Return of Black Adam

cover_superman_shazam.jpgJeremy Zuckerman, Benjamin Wynn
Superman / Shazam!: The Return of Black Adam (Inedito, 2011)
La-La Land Records LLLCD 1172
39 brani – durata: 60'42''

 

L'ennesimo connubio tra DC Comics e La-La Land Records dà spazio a due autori poco più che esordienti ma provvisti, come si legge nel ricco booklet, di solide basi. Jeremy Zuckerman, newyorkese, ha studiato al College of Music di Berklee e al California Institute of the Arts,  lavorando alla musica di una serie di cartoni animati americani intitolata Avatar: The Last Airbender prima di firmare la composizione e l'orchestrazione delle tracce incluse nel presente CD, nonché alcune esecuzioni live alla chitarra. Il collega Benjamin Wynn, con un diploma in “music technology” al California Institute of the Arts, si è riservato il ruolo di compositore addizionale per i quattro cortometraggi d'animazione della saga DC Showcase usciti nel 2010 (anche se nella playlist non vengono specificate le tracce in questione e quindi si deve presumere che i due abbiano lavorato in stretta collaborazione). Dei quattro, il cartoon di apertura Superman / Shazam!: The Return of Black Adam è senza dubbio musicalmente il più interessante e appetibile per gli appassionati di blockbuster poiché la coppia sfodera pezzi monumentali e roboanti, sebbene eseguiti da un'orchestra digitalizzata che strizza l'occhio a Zimmer, Shore e Elfman. Sembra essere il destino dei giovani più ambiziosi quello di farsi strada con i software musicali a basso costo (anche Giacchino catturò l'attenzione di Spielberg per il videogioco di Jurassic Park con un demo sinfonico nei lontani anni '90). Anche se il computer oggi non è più sinonimo di velleitari suoni midi o di un genere a se stante ma di un rivoluzionario modo di fare musica e di ascoltarla, con risultati che, a fronte di alcune prassi esecutive ancora inarrivabili (come il legato degli archi), cominciano ad essere davvero impressionanti. Questo è anche il motivo per cui un'etichetta come La-La Land abbia investito in OST “computer generated” ma esteticamente simili alle più blasonate realizzazioni hollywoodiane. Dei primi 16 pezzi della playlist ci piace tutto o quasi (per i brani tra i 20 e i 30 secondi di durata il giudizio dovrebbe essere “n. c.”). “DC Showcase Main Title” inaugura uno stile fatto di ostinati d'archi e di percussioni fragorose, il tutto costruito per dare spessore ad un breve ma efficace tema melodico che verrà sviluppato egregiamente in altre tracce come “Tawny's Reveal”, dove gli archi vengono sostituiti dalle percussioni cromatiche. Se non manca una piccola dose di leggerezza (“Billy Batson”, un tempo sincopato punteggiato dal pizzicato dei violini campionati), è l'allestimento grandioso ed epico a catturare l'attenzione. “Battle in the City”, l'unico brano di una certa lunghezza e organicità, è il miglior biglietto da visita della coppia Zuckerman-Wynn assieme al seguente “The Subway Ride/The Wizard Shazam”. Le due tracce sono costruite mattone dopo mattone alternando sequenze adrenaliniche a base di timpani e ottoni ed altre sospese, caratterizzate da un tema brevissimo all'arpa di sole quattro note ripetute. In “The Subway Ride/The Wizard Shazam” l'atmosfera è in maggiore debito con le trovate dello Snow di X-Files. Il tema legato al personaggio Shazam è l'unico momento per assaporare uno stile caartoonistico e fiabesco (“Shazam!”), mentre appare evidente che la musica è stata concepita per colpire l'attenzione e riempire quanto più possibile l'orecchio con una tavolozza variopinta. Da non dimenticare le interessanti anche se brevi variazioni tematiche di “Back in the City”, “Gods and Ants” e “Billy's Had Enough”. Qualche nota negativa, che fa scendere la valutazione complessiva del CD, riguarda il materiale proveniente da Jonah Hex, che nelle intenzioni degli autori è un omaggio al Morricone degli spaghetti-western. Le esecuzioni di un violino solista (“Madame Lorraine”) e l'ingresso in campo dello stesso Zuckerman alla chitarra (“Jonah Rides into Town”) non bastano però a colpire l'immaginazione. La musica di Green Arrow rimane anch'essa nel limbo, simile ad un mero underscore percussivo ed esotico con pochissime idee melodiche (“Late Again/Tension at the Airport”, “Assassination Attempt/The Princess...The Queen”, “The Conveyor Belt”). Infine i due autori sperimentano per la pellicola The Spectre un funky vintage che risulta troppo artificioso oltre che poco organico all'ascolto. L'appello all'universo hip hop risolleva le sorti della breve OST grazie al contributo di Benjamin Wynn che rivendica nelle note di copertina una passione personale per tale genere. I loop elettronici e gli effettoni speciali (“Costumes”, “Heading to Mexico”) regalano qualcosa da riascoltare come bis finale dell'ora abbondante di musica inserita nel CD (molto frammentata in verità e da selezionare con cura).

 

 

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