Otello (da Shakespeare) secondo Carmelo Bene

cover_otello.jpgLuigi Zito
Otello (da Shakespeare) secondo Carmelo Bene (1979)
Cometa Edizioni Musicali CMT 10012
18 brani – durata: 43'52''

 

Un CD raro – uscito nel 2010 e limitato a sole 500 copie – quello che contiene, per la prima volta in versione integrale, le musiche di scena e la relativa colonna sonora televisiva dell'Otello di Carmelo Bene. La prima dello spettacolo avvenne il 18 gennaio 1979 al teatro Quirino di Roma, protagonista l'attore e regista Carmelo Bene (1937-2002) che, con la sua vena avantgarde, fece parecchio rumore sulla stampa per “una mutazione del senso della storia” – così un articolo del Messaggero – e la stranezza di recitare in forma di monologo gran parte dei dialoghi originariamente concepiti da Shakespeare. Le musiche originali firmate da Luigi Zito (compositore per la Rai che stabilì con Bene un sodalizio duraturo) sono ispirate ad un retaggio classico sin dalla composizione dell'organico, che prevede accanto agli archi strumenti solisti come l'oboe (“Umoresca”), il flauto e la tromba (“Tema Otello”), o accostamenti a metà strada tra il colto e il popolare nel singolare duetto di clavicembalo e mandolino (“Tardi si fa musica scena #2”). Prevale nel complesso un clima di composta ironia, talvolta artificioso quando la musica assomiglia ad una marcia funebre (“M sei da Otello”). Il tema del brano “Tardi si fa musica scena” agisce da trait d'union con i suoi diversi arrangiamenti (da segnalare la versione “#3” per archi, trombe e timpani che unisce sperimentazione e classicità nella sua armonizzazione inconsueta). Alcuni momenti della partitura potrebbero invece risultare statici ad un orecchio poco allenato (“Tema Otello musica scena”, “Stupore Jago”) per la scheletrica organizzazione degli sviluppi accordali e la laconicità degli archi o la semplice ripetizione di suoni percussivi (“Rollio timpani”) che sembra al limite tra sonorizzazione e commento vero e proprio. Ma forse questo è il prezzo da pagare per una musica il cui linguaggio neoclassico si scontra con il contesto contemporaneo e sperimentale della messa in scena. Un album insomma consigliato ai veri intenditori.            

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