Hindenburg

cover_hindenburg.jpgDirk Leupolz
Hindenburg (Inedito, 2010)
Alhambra A 8996
18 brani – durata: 59'56''

 

Atmosfere thriller e grande tema sinfonico alla maniera zimmeriana: così potremmo sintetizzare il CD targato Alhambra che contiene le musiche per la fiction storica Hindenburg trasmessa sul canale tedesco RTL lo scorso anno e che racconta la tragedia di un dirigibile tedesco che esplose in volo nel 1937 con la morte di decine di passeggeri. Innanzitutto va notato lo sforzo della produzione che ha riunito non meno di otto partner per un film televisivo e un parallelo sforzo collettivo per la promozione della colonna sonora. Almeno in questo c'è da imparare per noi italiani che, nel promuovere score di livello certamente non inferiore, spesso giochiamo in svantaggio per l'isolamento di autori ed etichette, gelosi di coltivare e recintare il proprio orticello e purtroppo incapaci – quando non si tratta del grandissimo nome – di fare sistema. Va anche ammesso che artisticamente il lavoro di Dirk Leupolz strizza l'occhio a partiture di calibro cinematografico e quindi risulta appetibile agli appassionati di blockbuster di genere. L'impianto chiaramente tematico (ossia caratterizzato da un tema principale che, variato sotto tutti i punti di vista – orchestrazione, armonizzazione, tempo – forma praticamente tutta l'ossatura della OST) rimanda poi senza troppe discontinuità alla teutonica bottega Zimmer, che ha ormai esteso la sua ombra gigantesca sul modo di fare certa musica da film. Soffermandoci dunque sul cuore del lavoro, ossia il tema che imprime un marchio indelebile all'ascolto, esposto in tutta la sua potenza orchestrale nelle tracce iniziali “Flames”, “Hangar” e “Liftof”, non è possibile non notare l'adeguamento agli standard imperanti – o forse sarebbe meglio dire ad una scuola che, nonostante i detrattori, miete consensi con il suo linguaggio classico semplificato. Melodicamente ricorda molto The Last Samurai, anche se si tratta di film completamente diversi. Da notare poi gli effetti elettronici, esasperati nei brani “Climbing the Roof” e “Flight”, che segnano un parte del lavoro contraddistinta da una sorta di (passi l'ossimoro) artigianalità seriale. Infatti, se da un lato timbri di questo tipo appartengono ormai al consueto della fruizione cine e telemusicale (specialmente nel marcare sequenze all'adrenalina) pure in questo specifico contesto risultano ben incastonati nell'habitat acustico dell'orchestra. Alcuni tocchi lasciano il segno, come l'idea di aggiungere un coro campionato di sfondo (“Worries”), altri destano perplessità, come taluni innesti psichedelici (“Bomb”). La traccia rock “Rain”, per basso e chitarra elettrica, è il momento in cui Leupolz abbandona i troppi citazionismi di genere. Per il resto, prevale l'approccio sinfonico che permette all'autore di dimostrare una grande disponibilità di nuove orchestrazioni per il tema principale, con vette nei brani “The Plan” (completamente diverso sotto il profilo armonico) e “Inferno”. Quest'ultimo procede per contrasto tra l'orchestra al completo integrata da percussioni assordanti, e una dimessa “ode” al violoncello che ricalca l'ennesima pregevole variazione tematica. Arricchisce l'album un bel libretto con le foto delle ricostruzioni grafiche del dirigibile e dello spettacolare e tragico incidente avvenuto nel New Jersey, ricostruito sin nei minimi dettagli.  

 

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