Pushing Daisies

cover_pushing_daisies.jpgJim Dooley
Pushing Daisies (id., 2008)
Varèse Sarabande VSD - 69322
35 brani – Durata: 74’ 21”


In onda sulla ABC dall’ottobre del 2007 al giugno del 2009, Pushing Daisies è una serie tv americana che mesce dramma e commedia nella storia di Ned, proprietario di una pasticceria con il potere di riportare in vita i morti attraverso il tatto. Un dono che il protagonista usa collaborando con un detective specializzato in casi di morti misteriose. Ma ogni potere ha le sue controindicazioni: Ned non può toccare una seconda volta chi ha resuscitato. Un secondo contatto riporta infatti alla morte, senza nuove possibilità di tornare alla vita… Acclamata dalla critica, la serie ha ricevuto diciassette nomination agli Emmy, vincendone sette, fra cui quello per la migliore colonna sonora. 
Creata dal newyorkese Jim Dooley, la soundtrack di questo serial è un ben congegnato mix di stili e generi, che muta e sfugge alle definizioni.
Sentimento, piglio comico, accenti criptici rivivono e si integrano in una partitura che ben ricrea il senso di straniamento di un protagonista alle prese con un vissuto surreale, non estraneo al dolore.
L’ispirazione è sincera e non banale: ben apre il cd “Morning Has Broken” nell’appassionata esecuzione della cantante americana Ellen Greene.
Coinvolgente il trasporto di “Pie Hole Holding”, mentre un’arcana malinconia riunisce sovrannaturale ed echi di rimpianto in “Lying In The Dark”, sul ritmo di un valzer lento.
Se un piacevole sentimentalismo adolescenziale è il leitmotiv di “Hopelessly Devoted To You”, non mancano le tinte più decise. Efficace il crescendo di “Main Titles”, in cui s’inseguono gli archi con brevi intermezzi del pianoforte. È tesissima la concitazione di “Chuck’s News Flash”, autentico gioiellino perfettamente orchestrato. E una sussurrata agitazione, fatta di ansia e mistero, torna con “Where’s My Briefcase?”.
Una patina inquieta è lasciata anche dal motivo in quattro quarti di “Homeopaths”, mentre “Bittersweets” fa ironia sul genere horror con un tema da luna park che si fa via via più cupo.
La vicinanza al giallo, con sfumature da detective story, arrivano soprattutto con “Who’s Smoking?” e con i successivi “Follow The Yellow Thick Hose” e “Institution Omnibus”. Ambiguo anche il crescendo à-la-Danny Elfman di “Happy Halloween”.
Eppure l’OST di Dooley non si ferma nemmeno al citazionismo. Omaggia sì lo swing (“Chuck’s Swing”) e il valzer d’antan (“Waltz”), ma sa sorprendere con improvvise virate di tono: si ascolti “Wilfred Woodruff’s War”, imprevedibile fra le tinte epiche e le divertite frenate e riprese della melodia.
Coinvolto il viaggio della melodia di “Park Picnic”, che sembra attraversare sentimenti contrastanti. Sottile l’umorismo che permea anche i momenti più tesi di “Death Came”.
Così, senza sacrificare l’estro ai dettami di una più riconoscibile convenzionalità, Jim Dooley vince la sfida di accompagnare in musica una serie sui generis, in cui anche le inflessioni più tetre vengono prese con leggerezza.

 

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