Il Prigioniero

cover_il_prigioniero.jpgEnnio Morricone
Il Prigioniero (1978)
Digitmovies CDDM164 
16 brani – durata: 59' 01''

 

Altra riscoperta di Claudio Fuiano all'insegna della ricerca fonografica e della qualità di ascolto, Il Progioniero – film TV del 1978 diretto da Aldo Lado e liberamente tratto dal romanzo Il duello di Anton Checov – ha visto la sua premiere in CD lo scorso maggio. Grazie ai sopralluoghi negli archivi CAM e al rinvenimento dei master delle sessioni integrali, è stato possibile dare vita ad un'edizione in full stereo e riepilogativa di tutte le variazioni strumentali dei due temi già pubblicati nel singolo del 1978 su CAM. In totale si contano sei versioni de “L'estate è finita” e otto de “I due prigionieri”, comprese le due single version, cosa che fa apparire l'album come un'operazione meramente d'archivio volta a preservare gli sforzi di orchestrazione di Ennio Morricone, anche se questo ne rende debole una sua fruizione in sequenza vista la ripetitività delle tracce. Offrendo un ulteriore esempio del suo stile inconfondibile, il maestro romano ha scritto due temi romantici ma dal sapore a tratti sperimentale, non solo per la scelta in senso moderno di uno strumento appartenente al retaggio colto come il clavicembalo (“L'estate è finita (versione singolo lato A)”) – scelta che si ritrova del resto anche in altre celeberrime composizioni entrate nell'immaginario collettivo – ma soprattutto per le particolari atmosfere, ipnotiche e cariche di tensione, affidate ai due flauti soli de “I due prigionieri”, tema al tempo stesso iterativo e prolifico. Ovvero: le fredde modulazioni dal rarefatto contenuto melodico sono compensate dalle abbondanti variazioni timbriche dell'orchestra da camera che si susseguono nei numeri successivi. Le ridondanze privilegiano il contributo del pianoforte, che accompagna o sostituisce del tutto i flauti come nella quinta e nella sesta versione, particolarmente degne di nota per la loro durata estesa e per l'accostamento del clavicembalo da cui risulta un effetto scheletrico di arpeggi che si ripetono. Le restanti versioni appaiono invece in qualche misura meno azzardate nell'impasto di fiati e archi e più calde all'ascolto. Due brani fuori dal coro, di matrice parodistica, sono invece “Si l'ammuri”, uno stornello siciliano per voce e chitarra, e “Dove sei amore”, un valzer per pianoforte e violino che regala atmosfere da primo Novecento.

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