Amazing Stories - Anthology Two

Cover Amazing Stories Anthology 2AA.VV.
Amazing Stories - Anthology Two
Intrada Special Collection Vol. 34
CD 1: 35 brani - durata: 78'03"
CD 2: 49 brani - durata: 76'28"



Nel secondo dei tre box pianificati per la pubblicazione integrale delle musiche della serie tv fantasy di Spielberg, Storie incredibili (Amazing Stories, 1985-1986), il nome trainante è senza dubbio quello di Jerry Goldsmith. Anche se l’unico episodio della serie musicato da Goldsmith, intitolato Boo! e diretto dall’amico Joe Dante, non pare aver rintuzzato un granché l’estro del grande compositore scomparso. Il suo contributo è simpatico, ma modesto, disimpegnato, immerso in un bagno di sonorità elettroniche abusate e banali. Lontano insomma dalla genialità dei suoi lavori per Ai confini della realtà, dei quali l’autore ha voluto riproporre soltanto l’organico striminzito (appena 13 strumenti, di cui 3 tastiere). Il livello di interesse suscitato dal primo volume di questa attesa collana di Intrada è assicurato, in compenso, dalle molte altre suites che arricchiscono anche la seconda raccolta. Billy Goldenberg, con meno esecutori ancora del pezzo di Goldsmith (ne usa solo 10), compone una malinconica melodia del piano con cui tratteggiare la grigia esistenza di un bimbo ignorato dai suoi genitori. Ancora una triste storia di bambini è al centro dell’episodio Dorothy e Ben, uno dei più toccanti della serie, sorretto dalla vibrante e appassionata musica del francese Georges Delerue, che sa essere passionale, ma non melenso. Dopo momenti riflessivi e tristi, il primo CD volge di colpo al divertimento più scanzonato. Ci pensano Craig Safan e David Newman, il primo con l’umorismo dell’episodio Main Attraction, in cui inserisce una marcetta da banda scolastica e rapide e vigorose pagine sinfoniche nello stile della sua opera più famosa, Giochi stellari; il secondo, praticamente all’esordio della sua carriera, elabora un movimentato score sinfonico abilmente strutturato intorno ad un temino ascendente di sole tre note. Il primo disco si conclude in bellezza, anzi, in splendore, con l’originale e strepitoso lavoro di Bruce Broughton per Thanksgiving, dove l’orchestra ospita inusuali interventi di una meditabonda chitarra solista e di uno stravagante motivo per coro e sintetizzatore. In soli dodici minuti, Broughton condensa un delizioso saggio della sua irrefrenabile genialità. Nel secondo CD si prosegue con umorismo sui percorsi proposti da David Shire nel vibrante score sinfonico per Hell Toupee, in cui l’autore di 2010 utilizza le soluzioni elettroniche elaborate da Craig Huxley (l’inventore, per inciso, del mitico blaster beam di Star Trek I) per ricreare l’inconfondibile sound della science fiction anni ’50; ragtime, un po’ di Bach, banjo e sassofono sono gli ingredienti miscelati da Johnny Mandel per rievocare senza prendersi sul serio la Grande Depressione, nell’episodio One for the Road, mentre il sanguigno Arthur B. Rubinstein, le cui frenetiche partiture per Tuono Blu e Wargames avevano promesso una carriera che purtroppo non ha mai preso abbrivio, sviluppa una curata suite sinfonica per Remote Control Man, in cui, ad un tratto, viene pure parafrasata la “Cavalcata delle Valchirie”. Alla serie di Spielberg si sono dedicati non solo i nomi di spicco della film music anni ’80, ma anche vecchie glorie della musica da film di tutti i tempi. Come l’inglese John Addison (quello della celeberrima sigla di La signora in giallo), che si affida a toni lievi e ad una sofisticata e intrigante scrittura sinfonica tipicamente british per descrivere le gesta dell’affamato mostro buono Greibble. O come l’immenso Leonard Rosenman, che in No Day at the Beach propone la suite forse più memorabile di questa seconda raccolta: il dramma dello sbarco in Normandia emerge nelle ritmiche martellanti del pianoforte. L’impalcatura tonale è continuamente bersagliata da vibrazioni dissonanti, capaci di innalzare alcuni episodi a vertici di inusuale tensione drammatica. La chiusura spetta ad un altro quasi esordiente della famiglia Newman, vale a dire Thomas, divenuto oggi uno dei nomi più rilevanti della musica per cinema. Per l’episodio Santa ’85, l’appena trentenne musicista ha contrapposto sonorità della tradizione natalizia con un minimalismo che precorre i tempi, preannunciando in modo emblematico le molte geniali e ricercate invenzioni che caratterizzano il suo stile eccezionale.
Non resta che attendere, ansiosi, il terzo volume.

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