Gato Barbieri – Una biografia dall’Italia, tra jazz, pop e cinema

cover libro gato barbieriAndrea Polinelli
Gato Barbieri – Una biografia dall’Italia, tra jazz, pop e cinema (2023)
Artdigiland
Pagg. 433
Euro 36
https://www.artdigiland.com/italian/gato-barbieri-una-biografia-dallitalia-tra-jazz-pop-e-cinema



Il ricercatore, compositore, docente e performer Andrea Polinelli ha realizzato l’opera omnia libraria su Gato Barbieri, compositore e sassofonista argentino naturalizzato italiano, scomparso a New York il 2 aprile del 2016. Un tomo più che ricco, ricchissimo di contenuti sulla vita – come sottolinea perfettamente il titolo del volume – “tra jazz, pop e cinema” di questo incredibile musicista e compositore… e non solo lo splendido e virtuoso sassofonista che i fan ed anche i cultori di musica conoscevano e conoscono ancora bene, perché quando la Musica è Arte ai massimi livelli, non muore mai e mai la si dimentica. Un libro che attraverso parecchi notevoli contributi da parte di musicologi, giornalisti e rappresentanti di istituzioni internazionali, nonché le numerose preziose testimonianze di collaboratori diretti, ovvero i rilevanti Enrico Rava, Franco D’Andrea, Giovanni Tommaso, Gegè Munari, Danilo Rea, Rosario Bonaccorso, Aldo Romano, Letizia Gambi, Antonello Venditti, Jorge López Ruiz, Nestor Astarita, Carlos Franzetti, Vincenzo Caporaletti, che cura la prefazione, il compianto Adriano Mazzoletti e il manager Toni Lama, riesce a riportarci l’esistenza in note, dalle Ande agli Appennini, di Leandro Barbieri, in arte Gato, con dettagliata, vivacissima e mai tediante dovizia di particolari (spartiti, iconografia, riproduzioni pentagrammate, etc.), analisi, aneddoti e interviste che ne mostrano il lato privato e professionale da molteplici punti di vista e angolazioni varie intellettual-sonore-intimistiche ed emozionali. Difatti da questo grande libro (non soltanto inteso come dimensioni, innanzitutto come sostanza) trapela, come descritto dal nostro Roberto Pugliese nell’articolo pubblicato tra le nostre pagine web subito dopo la sua dipartita, “…una figura decisiva di geniale mescolanza stilistica tra culture musicali diverse, unite da quell’amore per il grande jazz [meglio free jazz] che in Gato Barbieri era tutt’uno con il legame alla propria terra”.
In carriera, e qui entriamo a gamba tesa nella materia che ci interessa, solo alcune colonne sonore originali tra Argentina, USA, Germania, Francia e Italia e molte partnership di altissimo valore in varie parti del mondo (vedi Lalo-Mission: Impossible-Schifrin che lo ha introdotto all’universo Live e delle Soundtracks o Krzysztof-Rosemary’s Baby-Komeda): quelle più ragguardevoli, la score, che lo ha reso celeberrimo internazionalmente, per il controverso, censuratissimo, esageratamente additato e condannato al rogo da un’Italia finta bigotta e da una critica assecondante oltre ogni misura e rettitudine reale, politicamente schierata come mai si dovrebbe fare nella stampa seria e libera, film di Bernardo Bertolucci Ultimo tango a Parigi (Last Tango in Paris) del 1972 (vi rimandiamo alla nostra recensione dell’edizione estesa della Quartet Records uscita nel 2015) con Marlon Brando e Maria Schneider (pellicola alla quale è dedicata ovviamente un intero capitolo), che gli valse una nomination ai Grammy (dalle parole di Gato: <<Non pensavo il film sarebbe diventato così famoso. Pensavamo sarebbe diventato una di quelle pellicole divine e oscure che solo una nicchia di appassionati va a vedere. In effetti, nonostante il successo commerciale, sembra essere uno dei film più malintesi della storia del cinema. Il film fu molto importante, grazie a Ultimo tango a Parigi era la prima volta che iniziavo a guadagnare bei soldi>>); poi Bocca da fuoco (Firepower) del 1979, diretto da Michael Winner con Sophia Loren e James Coburn; Appunti per un’Orestiade africana documentario del 1970 con la regia di Pier Paolo Pasolini; oltre a pochi interventi di alcuni minuti, come nel caso della colonna musicale del film Prima della rivoluzione del 1964 di Bertolucci con musiche accreditate a Gino Paoli ed Ennio Morricone, dove invero tre brani furono scritti ed eseguiti da Gato (“Walking with G.A.”, “Invention for Fabrizio” e “Gina”), svelati solo nei titoli di coda o di Diario di un vizio di Marco Ferreri del 1993 con Jerry Calà e Sabrina Ferilli e musiche anche di Vittorio Pezzolla con canzoni di Nino D’Angelo. Sempre nell’ambito della musica applicata alle immagini, Barbieri lavorò a stretto contatto, riferendoci solo al nostro Bel Paese, con Piero Umiliani nel film Una bella grinta di Giuliano Montaldo del 1965, Il nero di Giovanni Vento del 1966 sempre di Umiliani, L’harem di Ferreri del 1967 con score di Morricone e il cult Svezia Inferno e Paradiso di Luigi Scattini del 1968 con partitura dell’amico Umiliani.
Come avrete ben compreso, un volume come pochi altri confezionati su un musicista o compositore o cantante o band nella Storia della Musica, tra l’altro frutto di più di cinque anni di ricerca tra Roma, Buenos Aires, New York e Parigi. E per sottolineare ancor di più l’importanza di questa biografia ufficiale, restituiamo una parte di ciò che viene descritto nella prefazione da Caporaletti:
«Immaginiamo un libro incentrato su un musicista jazz, con dotte analisi musicali condotte al pentagramma e tanto di Appendice con (precise) trascrizioni musicali di assoli, zeppo di documentazione e impegnato su importanti questioni di estetica del jazz. Ma in cui, nonostante ciò, la vicenda è narrata con avvincente taglio cinematografico, con flash taglienti e veloci di tranches de vie e che si legge come un romanzo. E il tutto, senza venire meno al rigore storiografico, anzi realizzando – come con questa monografia sul sassofonista e compositore Leandro “Gato” Barbieri – un contributo originale che colma una lacuna storiografica. Possibile? Ebbene, dico subito che l’autore di questo volume è riuscito a realizzare questo ambizioso mix».

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