Volare

cover volare pasquale catalanoPasquale Catalano
Volare (2024)
CAM
25 brani – Durata: 24’24”



L’esordio alla regia di Margherita Buy, anche interprete di questo film intitolato Volare, vede alla cloche compositiva Pasquale Catalano (La dea fortuna, Le fate ignoranti – La serie, Il commissario Ricciardi, La stoccata vincente), per la prima volta musicalmente accanto all’attrice romana. La pellicola ci racconta il dramma, in puro stile commedia italica alla Mario Monicelli (con il quale la Buy recitò in Facciamo paradiso nel 1995), di una famosa attrice televisiva, detta amichevolmente Annabì, che ha una paura atavica di volare, la quale perde diverse importanti occasioni sia lavorative che private familiari a causa di questa sua fobia, cercando di porvi rimedio iscrivendosi ad un corso a Fiumicino per poterla superare. Il film è recitato anche da Elena Sofia Ricci, Giulia Michelini e Anna Bonaiuto e le musiche di Catalano sono un florilegio articolato di leitmotiv tra il pesante e l’arguto, riuscendo a cogliere perfettamente tutto quel coté emozionale che si aggira comicamente, drammaturgicamente e fantasiosamente nella narrazione dei vari personaggi ruotanti intorno la protagonista. L’album digitale si apre con “Arrivo in gruppo”, spensierato motivetto alla Carlo Rustichelli per il sodale Pietro Germi, che nella seconda metà del pezzo assume valenze soft jazz sospensive e dubbiose. “Annabì al mercato” riprende il temino soavemente brillante per chitarra, fiati, arpa e piano, che in questa seconda esposizione ricorda quei leitmotiv popolari romani alla Armando Trovajoli. “Bodybags” suona tensivo e angosciante, con archi, piano e un effetto sintetico come un aereo in decollo che lo avvicina, come brano, alla musica per film de paura (non solo di volare). “Mariolina” prosegue tematicamente il cammino del tema portante con una veste danzante alla Django Reinhardt, con chiosa leggera. “ESR” è un inciso tematico nuovo che in levare trasfigura attimi di incertezza e dubbiosa costanza. Un nuovo leitmotiv si palesa nel tenerissimo adagio valzeristico di “Padre in strada”, assai commovente e abbracciante nel suo delicato e breve percorso compositivo. “Dirottamento”, nel suo primario suono synth da incubo, esprime alla perfezione quella brevissima ma duratura sensazione di smarrimento da paura in volo di morire. “Eroi della Finanza” è un altro corto intervento techno pop alla poliziesco americano moderno ritmatamente convulso. “Un fazendero” giocherella sbeffeggiante con archi e xilofono. “Una hostess” è un rapido accento solare che lascia lo spazio alla cadenza dolcemente lieve del temino principale di “Annabì sul set”. “Point Charlie” spezza la tradizione leitmotivica nostrana della commedia di un dì con un pezzo techno-disco pulsante. “Un giocatore di basket” pigia su synth mistericamente tensivi e tormentosi. “Aeroporto Fast” fa risplendere il tema portante come nell’iniziale “Arrivo in gruppo”, diviso in due parti dove la seconda vede il leitmotiv più frenetico. “Cena a casa” presenta un tema orientaleggiante che nasconde in nuce il leitmotiv principale nipponicamente trasfigurato. “ESR piano” ripropone l’inciso di cui sopra con una modulazione minimalista glassiana. “Una facchina” pesta sul pedale drammaturgico all’inizio per poi virare verso una tenue chitarristica leggiadria popolare romanesca. “Finger” è un pezzo metal-techno pop da discoteca, assai cattivello. Pianisticamente sentimentale l’esposizione del secondo tema in “Padre Studio”, anche qui con quel valzer rimembrante tenere coccole e rassicuranti dialoghi tra un padre e un/a figlio/a che restano indelebili non soltanto nella mente ma soprattutto nel cuore. Ritorna il “Tema Volare” in tutta la sua ballabile armonia senza tempo e luogo. “Annabì” è un’elegiaca rappresentazione morbidamente gradevole del tema portante. “Proverbi” è un inciso per arpa e strumento a fiato, sospirante e astratto. “Un critico cinematografico” risuona sinteticamente oscuro e sospeso tra gracchianti effetti disturbanti improvvisi, come anche “Flight Freight” ancora più incubante fobiche sensazioni appiccicose corporalmente e cerebralmente. “Aeroporto Leonardo” conclude la track list con un altro brano da scary music atavicamente bloccante.      

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