Le monde instrumental de Michel Magne – Jazz et musiques de films 1955 – 1962

cover le monde instrumental de michel magneMichel Magne
Le monde instrumental de Michel Magne – Jazz et musiques de films 1955 – 1962 (2023)
Frémeaux & Associés FA 5863
CD 1: Bandes originales de films – 27 brani – Durata: 68’34”
CD 2: Musique pur films, Surprise partie chez Françoise Sagan – 28 brani – Durata: 76’11”
CD 3: Musique tachiste, Paris, Michel Magne à l’Alhambra – 34 brani – Durata: 74’16”



L’etichetta francese Frémeaux & Associés, più volte da noi recensita, ci delizia ancora una volta con un triplo CD dedicato al ragguardevole compositore Michel Magne. Nato a Lisieux nelle Calvados in Francia nel 1930 e scomparso nel 1984 – si suicidò per problematiche legali e affettive legate ad un castello di sua proprietà –, il compositore e direttore d’orchestra compose per il teatro, il cinema, la radio e la musica leggera, scrivendo diverse canzoni, addirittura arrivando a congetturare (come ampiamente espresso da Ermanno Comuzio nel suo dizionario “Musicisti per lo schermo”) <<interessanti teorie, messe spesso in pratica, sulla fusione tra musica e pittura e sulla musica ‘infra-sonora’ che, pur non essendo percepita dalle orecchie, giunge ai centri nervosi attraverso un approccio psico-fisiologico>>. Nei Sessanta, dopo aver intrapreso la carriera cine-musicale nella metà dei Cinquanta con alcuni corti musicati, arrivò al massimo successo, venendo richiesto da molti registi connazionali, instaurando connubi importanti con Roger Vadim, Georges Lautner, Jacques Deray, Jean Yanne e Costa-Gravas (greco ma d’adozione francese). Celebri le sue colonne sonore per la serie avventurosa al femminile di Angelica e quella spionistico-fantasy-crime di Fantômas. Ha composto per tanti generi diversi e anche per registi italiani quali Riccardo Freda e Duccio Tessari, nonché americani come Gene Kelly, John Flynn e Terence Young. Magne fu il primo musicista a realizzare nella sua abitazione uno studio di registrazione, facendo sì che si venisse a creare il cosiddetto “studio residenziale”, preso ad esempio e copiato nei paesi anglosassoni e non solo.
Il seguente triplo album è così suddiviso: il primo CD tributa la musica per film originale dal 1955 al 1962 con le colonne sonore per Le pain vivant (Jean Mousselle, 1955) (4 brani), primo lungometraggio di Magne in carriera, Minorenni bruciate (Détournement de mineures, Walter Kapps, 1959) (4 brani), Le livreurs (Jean Girault, 1962) (5 brani), Quando torna l’Inverno (Un singer en hiver, Henri Verneuil, 1962) (4 brani), Il gorilla ha morso l’arcivescovo (Le Gorille a mordu l’archevêque, Maurice Lambro, 1962) (4 brani), Le tentazioni quotidiane (Le Diable et les Dix Commandements, Julien Duvivier, 1962) (1 brano) e Il riposo del guerriero (Le repos du guerrier, Roger Vadim, 1962), considerata quest’ultima da Comuzio rappresentativa dello stile di Magne accomunante <<musica barocca e jazz in un tono fra lo snob e il sentimentale, che ben s’adatta ad un certo cinema come quello di Vadim e di altri autori della Nouvelle Vague, e cioè un tipo di spettacolo scanzonato, vivace, dal sentimento costantemente corretto dall’ironia>>. Effettivamente, ascoltando con attenzione questo CD di “Bandes originales de films”, risalta una compiuta rilassatezza melodica, una ballabile e smaliziata allegria dilagante, un classicismo mai appesantito e citazionistico, e un jazz/swing sempre spumeggiante e popolare, con temi che ricordano quel certo brio manciniano del medesimo periodo compositivo d’oltreoceano – vedi ad esempio tutti i pezzi danzanti della score per Le pain vivant, in special modo “Miki Waltz” e “Captain polka”, o un tema oriental-militaresco a ritmo di marcia da Quando torna l’Inverno (“Yang Tse Kiang”) o il classico incedere bachiano di “Le repos du guerrier” da Il riposo del guerriero e i brani jazzati a seguire (“Surprise party chez Katov 1 – 2 partie”) –, confermando d’essere un compositore sì eclettico, tuttavia ancorato ad un periodo musicale sinfo-jazz-classicheggiante assai stilisticamente codificato, pur sempre affascinante e trascinante, deliziante da sentire spesso. Vi è come traccia 22 un bel arrangiamento jazz del tema di Eddy Marnay e Paul Anka, “Générique”, tratto dalla colonna musicale del film di guerra Il giorno più lungo del 1962 con le musiche originali di Maurice Jarre.
Il secondo CD “Musique pur films, Surprise partie chez Françoise Sagan” è una sequenza di brani sinfo-jazz di prima scelta e profondamente virtuosistici, tutti da menzionare all’unisono per vivezza creativa ed esecutiva, di cui i primi 18 definiti “Musique pour films” (concettualizzati per essere usati in produzioni cinematografiche, variopinti e meraviglioso coup de théâtre sinfonico di questa raccolta) e i rimanenti 10, “Surprise partie chez Françoise Sagan”, riverenti Françoise Sagan, pseudonimo di Françoise Quoirez (Cajarc, 21 giugno 1935 – Équemauville, 24 settembre 2004), scrittrice, drammaturga e sceneggiatrice francese, e la sua vita al limite tra lusso, viaggi, sesso disinibito etero ed omosessuale, libertina sin da ragazzina. “Bonjour tristesse” (Buongiorno, tristezza) il suo primo romanzo del 1954, di grande notorietà, le fece ottenere il Prix des Critiques, e ne fu tratto l’omonimo film di Otto Preminger del 1958. Le dieci tracce sono composizioni tematicamente romantiche o freneticamente e ritmicamente ballabili, tra jazz, lounge e swing di elevata caratura, scritte da Magne con la Sagan o da Guy Béart o da André Popp e François Billetdoux (una sola traccia) per una sorta di festa a sorpresa per la scrittrice in stile Holly Golightly/Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany del succitato Henry Mancini, quindi gli estimatori del compositore italoamericano andranno in brodo di giuggiole per questi brani.
Il terzo CD presenta i primi 9 pezzi chiamati “Musique tachiste”: sperimentalismi di musica concreta tra sinfonismi atonali dalle derive classicheggianti, parecchio sullo sfondo quasi a disturbare, e con intrusioni/invenzioni di elementi metallici, urla, ansimate, risa, acqua e oggetti di uso comune casalingo (pentole, cucchiai, padelle, tazze e varie ed eventuali) a primeggiare; una musica tachista come l’arte astratta-pittorica dal quale prende il nome, sviluppatasi in Francia negli anni quaranta e cinquanta, considerata l’equivalente europeo dell’espressionismo astratto/informale (il “Concertino triple” dei brani 7-8-9 in tre movimenti è un incredibile capolavoro jazz surreal-distopico liturgico sinfonico, degno di Darmstadt); dal brano 10 al 33 (“Paris”) vi sono una serie di arrangiamenti brillanti e romanticheggianti di canzoni celeberrime di vari artisti francesi chansonnier della Belle Époque tra 1900, 1955, 1925 e 1930 da café chantant per trascorre una serata tra le braccia della propria amata/o con un bicchiere di vino e il camino acceso, lasciandosi rapire dai sentimenti dell’amore più corporeo e sincero; dal brano 31 al 34 si chiude il CD con “Michel Magne à l’Alhambra”, un concerto swingante e jazzistico di canzoni folcloriche, bandistiche e operistiche per orchestra di svariati autori non solo francofoni per terminare solennemente e spiritosamente in levare a suon di marcia divertita e divertente.

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