Laurence Rosenthal – Music For Film and Television

cover laurence rosenthal music for film and televisionLaurence Rosenthal
Laurence Rosenthal – Music For Film and Television (2023)
Brussels Philharmonic Conducted By Dirk Brossé
Presented By Film Fest Gent
Silva Screen Records SILCD1735
16 brani – Durata: 73’37”



Tanti anni fa in uno storico negozio di dischi (quanto mi mancano quei luoghi musicali con proprietari davvero competenti e appassionati!), in una traversa di Corso Buenos Aires a Milano, scovai, esaltandomi non poco, due cofanetti da due CD ciascheduno omaggianti pagine musicali originali del compositore Laurence Rosenthal – i titoli erano “Film Music” e “Music for Television” del 1994 e del 1995 su etichetta Windemere Music Publishers con la specifica di prodotti discografici non per la vendita ma solo per uso promozionale del compositore da distribuire alle produzioni o ai registi (tanti box simili di vari compositori, soprattutto d’oltreoceano, iniziarono a circolare quasi clandestinamente nei negozi di dischi, per l’immenso giubilo dei collezionisti di colonne sonore, anche se i prezzi erano talvolta sproporzionati) –, che conoscevo specialmente per le score del film fantasy Scontro di titani e della serie TV Le avventure del giovane Indiana Jones (quando uscirà questo serial in Italia in blu-ray o DVD dato che la sola edizione italica doppiata appartiene all’obsoleto VHS?). Rosenthal, nato nel 1926, appartenente di diritto alla Silver Age Hollywoodiana, candidato due volte al premio Oscar (nel 1965 per Becket e il suo re e nel 1973 per L’uomo della Mancha) e vincitore nel 2006 dell’ASCAP Film and Television Music Awards, di tre Emmy su cinque nomination per Le avventure del giovane Indiana Jones, nominato due volte ai Golden Globe per la canzone “Rain Falls Anywhere It Wants To”, con liriche di Alan & Marilyn Bergman, dal documentario The African Elephant e per Becket e il suo re, alla veneranda età di 97 anni ha ricevuto il prestigiosissimo World Soundtrack Award 2023 alla carriera in accoppiata con il nostro premio Oscar Nicola Piovani.
Codesta raccolta, come accade sempre per questo riconoscimento all’interno del noto Film Fest Gent in Belgio, con supporto della nota etichetta britannica Silva Screen Records per la stampa e distribuzione internazionale, è il tributo discografico del suddetto Premio-Evento al Maestro americano, il quale ha ufficialmente iniziato la carriera nella musica per immagini nel 1955 con I cinque disertori, fermandosi nel 2008 con il documentario Stealing America: Vote by Vote, destreggiandosi abilmente e con una cifra stilistica ben definita tra Cinema e TV in maniera sempre inappuntabile e originale.
La compilazione contiene sia musiche per il piccolo che grande schermo – come per le succitate due raccolte trovate nel negozio milanese – in forma di suite o singoli temi, tratte da (in ordine cronologico del CD) La vendetta dell’uomo chiamato cavallo (The Return of a Man Called Horse, Irvin Kershner, 1976) con Richard Harris, Anna dei miracoli (The Miracle Worker, Arthur Penn, 1962) con Anne Bancroft, Michelangelo: The Last Giant (Id. – Tom Priestley, 1965) con José Ferrer e Peter Ustinov, Obiettivo Brass (Brass Target, John Hough, 1978) con Sophia Loren, Max von Sydow e John Cassavetes, La vera storia di Billy The Kid (Billy The Kid, William A. Graham, 1989) con Val Kilmer, Scontro di titani (Clash of the Titans, Desmond Davis, 1981) con Laurence Olivier, il telefilm Fantasilandia (Fantasy Land, 1977 – 1984, Vari) con Ricardo Montalban, la miniserie Mussolini: The Untold Story (Id. – William A. Graham, 1985) con Virginia Madsen, Mary Elizabeth Mastrantonio e Lee Grant, la miniserie Anastasia, l’ultima dei Romanov (Anastasia: The Mystery of Anna, Marvin J. Chomsky, 1986) con Amy Irving, Christian Bale, Omar Sharif e Oliva de Havilland, Una faccia piena di pugni (Requiem for a Heavyweight, Ralph Nelson, 1962) con Anthony Quinn, Jackie Gleason e Mickey Rooney, Meteor (Id. – Ronald Neame, 1979) con Sean Connery e Natalie Wood, Un grappolo di sole (A Raisin In The Sun, Daniel Petrie, 1961) con Sidney Poitier, la serie Le avventure del giovane Indiana Jones (The Young Indiana Jones Chronicles, 1992 – 2000, Vari) con Sean Patrick Flanery e Becket e il suo re (Becket, Peter Glenville, 1964) con Richard Burton, Peter O’Toole e John Gielgud. Già soltanto dagli altisonanti nomi dei registi e degli interpreti, appena citati, si può meravigliosamente ottenere una panoramica dei film e telefilm che Rosenthal ha musicato in oltre 50 anni di carriera, che lo hanno ispirato non poco nella realizzazione di musiche di preziosissima particolarità e di enorme impatto al di fuori delle pellicole oltre che sulle immagini.
La sempre eccellente e robusta Brussels Philharmonic diretta dal fedele e bravissimo Dirk Brossé apre l’album con la suite (9’43”) da La vendetta dell’uomo chiamato cavallo (“The Great Plains”, “Training for War”, “The Buffalo Hunt” e “The Great Plains (Reprise)”): uno score sinfonico arioso e disteso, che profuma di grande frontiera e di musica ‘Americana’ alla Aaron Copland e Alfred Newman, anche se a momenti assai contemplativa, con al centro una cavalcata epicamente e militarescamente solenne, con intermezzo tensivo, per la preparazione alla guerra e l’imprescindibile (nel Far West) caccia al bufalo. Con la suite (8’01”) da Anna dei miracoli (“Prologue: Helen Alone”, “First Meeting” e “The Miracle at the Pump”) si cambia registro sonoro e si respira sospensione emotiva drammatica, lugubre e psicologicamente interiorizzante, con un tema delicatamente in levare ma sottintendente dolorose traversie, e in mezzo un leitmotiv giocoso che viene spazzato via da un irruente passo orchestrale che ha nello svelamento ‘miracoloso’ il suo apice, il quale si apre al leitmotiv in tutta la sua naturale armonia lieta, con chiosa tintinnante da ninnananna. Michelangelo: The Last Giant (suite: “David” e “San Pietro” di 4’07”) suona magniloquente e liturgicamente glorioso, con la sezione degli ottoni in crescendo e subito dopo fiati e archi in un controcanto astratto, sempre e comunque importante: un leitmotiv a dir poco da film d’avventura, di cappa e spada alla Korngold, anche quando inizia sonnolento per poi deflagrare grandemente sul finire del pezzo. Il tema nostalgicamente aereo di “Mara”, con chiusura militaresco-tensiva, da Obiettivo Brass è impressionante per somiglianza (quasi un plagio) a quello di Jerry Goldsmith per Cassandra Crossing di due anni prima (1976), sempre con Sophia Loren protagonista (sarà un caso?). Il “Main Title” di La vera storia di Billy The Kid è un brillantissimo ed eroico tema con un crescendo patriottico Old Wild West alla Elmer Bernstein e Alfred Newman d’annata. Chi ha visto il cult Scontro di titani (suite da 5’33” con “Flight To Mount Olympus”, “The Lovers” e “Joppa”) non avrà dimenticato nemmeno una nota epicamente in levare del film, dalle nuance fantasy avventurose marcatissime, che sono un vero inno al salvataggio dell’amata in pericolo e della lotta del bene contro il male, e quel tema romanticissimo e delicatissimo, come un velo trasparente a coprire quel corpo da mille e una notte della principessa di turno, e un finale con la danza del ventre sinfonicamente sfrenata e roboante da plausi continui. Fantasilandia è il leitmotiv fantastico luminescente più bello della Storia della TV in assoluto e questa performance dell’orchestra belga lo certifica al 100% ancora di più. Patriotticamente monumentale, simile a quelle sinfonie leggendarie di Miklós Rózsa per i peplum hollywoodiani e rotianamente-puccinianamente lirica nella seconda parte è la suite di 7’21” da Mussolini: The Untold Story (“Echoes of Rome: Ave Caesar!”, “Claretta: Chat by the Window” e “Off To Capri”). Tensivamente angosciosa la traccia “Berlin Bridge” da Anastasia, l’ultima dei Romanov. Il “Main Title” da Una faccia piena di pugni suona magniloquentemente pomposo e tragico al contempo. La Suite (2’29”) dal fantascientifico catastrofico Meteor (“End Credits” e “Dubov’s Rage”) sembra fuoriuscire da quelle colonne sonore aperte ed epicamente stellari di Star Trek film e serie, con un pezzo à la russe a ritmo di marcia furibonda sul finire. Fiabesco disneyano alla Alan Menken che ne avrà giovato negli anni successivi di suo massimo fulgore creativo, molto gaudente e sentimentale con picchi sinfo-jazz alla Leonard Bernstein nella parte centrale, il pezzo “Today, He Came Into His Manhood” da Un grappolo di sole. Il “Theme” portante della mitica serie Le avventure del giovane Indiana Jones fa capolino in tutta la sua forza espressiva eroico western avventurosa, non sfigurando davanti a quello iconico di John Williams del capostipite cinematografico con Harrison Ford – Williams stesso fece il nome dell’amico Rosenthal alla produzione di George Lucas perché lo stimava molto (le musiche della serie sono anche di Joel McNeely) – aprendo una sequela di tre tracce suite (3’08” e 6’25”) tratte dagli episodi-film per la TV Ireland, April 1916 (il folclore celtico inneggiante di “Welcome To Ireland” e “Fight in the Bakery”) e The Hollywood Follies (il gershwiniano e coplandiano “Welcome To Hollywood”, “Sunset” e “Runaway Wagon”), comprovando l’eclettismo sinfonico da grandeur della Golden Age della Settima Arte Made in USA del suo compositore. Termina il CD con la Suite (7’32”) dall’acclamato Becket e il suo re (“Prologue and Arrival of the King at Canterbury”, “Triumph in France” e “Epilogue”), una partitura insigne, che avrebbe meritato di essere insignita di innumerevoli riconoscimenti, con tratti shostakovichiani e mahleriani all’unisono, dall’incedere maestoso-patriottico paragonabile a quelle pagine guerresche di tanti film dell’Epoca d’oro della Hollywood sul Tevere e paesaggi meditabondi pur sempre formali e trionfalistici.
Una raccolta di musiche straordinarie che ti fanno riappacificare con il mondo della musica applicata alle immagini odierno, sempre più simile a se stesso e senza stile e originalità nella maggioranza dei casi, anche se qui ovviamente parliamo di colonne sonore storiche di un compositore risonante, che oggi come oggi non troverebbe nemmeno lontanamente ispirazione da un Cinema in totale declino, senza idee originali e con pochissimi spazi per far vivere musiche comunicative del genere.   

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