Bloody Fury

cover bloody fury shortSusan DiBona & Salvatore Sangiovanni
Bloody Fury (Id. – 2022)
Kronos Records
23 brani – Durata: 28’17”



Il regista Jordan Inconstant filma un cortometraggio (trailer: https://www.youtube.com/watch?v=Ha2DxZOAfOo) tributante i nostri spaghetti western (che nomenclatura dispregiativa ci affibbiarono gli americani a suo tempo, invidiosi del successo enorme dei film Leoniani e non solo), che racconta di un Far West nel quale imperversa il commercio di pellicce e in cui Bloody Fury, uno degli ultimi lupi rossi, decide di vendicare (classico plot del selvaggio Ovest) la sua famiglia trucidata. Ma la vendetta è la soluzione migliore per trovare la via del riscatto? Il corto, mix di live action con animazione, effetti speciali gore a manetta e trucchi prostratici, è un divertissement grandguignolesco con un colorito cast di attori e caratteristi anglo-americani stranoti (James Phelps, il Fred Weasley della saga di Harry Potter, Lee Arenberg direttamente dalla saga dei Pirati dei Caraibi, Bill Nighy da Love Actually, Harry Potter e Pirati dei Caraibi, etc. etc. etc.) con le musiche della coppia iper talentuosa Susan DiBona & Salvatore Sangiovanni, che stimiamo molto da tanti anni a questa parte, eseguite (soli archi) dalla Rome Film Orchestra, al piano da Sangiovanni, flauti vari e parte tenorile, nonché direzione orchestrale, dalla DiBona, tromba e flicorno da Luigi Paese e chitarre addizionali da Lukas Huber. Ovviamente il brano d’apertura che prende il titolo dal corto è un omaggio plateale a Ennio Morricone (“Bloody Fury”) con tanto di vocalismo lirico, schitarrata elettrica rock moderna e cavalcata orchestrale al seguito. “Shot On Sad Hill” è traccia tensiva, misteriosa, con flauto di pan e percussioni sgocciolanti sullo sfondo su archi tremebondi e fiati irruenti. “Chop Chop” riprende il tema morriconiano (ma anche tanto alla Francesco De Masi) con la sua cavalcata sinfo-coral-epicizzante al salvataggio. “Steampunk Taser” è scary music con effetti synth ventosi. “Red Gloaming” un brano brevissimo per tromba solista deguellizante. Come per Steampunk Taser” anche “Dark Memories” ha la stessa aria misterica. “Bloody’s Conscience” ha un’andatura grottesca da mickeymousing alla Tom & Jerry. Chitarra metal rock su batteria a tempo incessante per la dirty track “Slow Motion Renegades”. “Buffalo Rag Nefarious” è un pezzo da saloon con intromissioni atmosferiche tetre a interromperne la ballata, perché il villain è alle spalle. “Bloody Breaks Free” inizia oscuramente con chitarra elettrica, archi ostinati ed effetti sintetici cupi per poi divenire un crescendo d’archi troncato di botto. Una cavalcata metal rock in levare in “Big Saloon Fight” dove il tema portante assume valenze folk sporche, frenetiche e ossessive. Clima new age oscuro per “Before the Showdown”, in cui la chitarra elettrica emula la tromba dei duelli al sole tipica dei western. “A Slice of Revenge” parte con il cluster herrmanniano alla Psycho per acquietarsi enigmaticamente. Mickeymousing beffardo in “The Moral of the Story” con campana in contrappunto. Country Old Wild West in “Beyond the Sunset” che tuona per orchestra epica sul finire. Tenorilmente leggendario da western d’annata di casa nostra “His Name Is Bloody Fury (Reprise)”, come solennemente eroico è “The Wolf The Legend (End Titles)” che serra il cortometraggio come è giusto che si faccia musicalmente in questo genere topico. “Siamo anche rimasti in tre” sembra una tarantella rallentata sfottente. “Little Wolf Dancing” è un pezzo per archi svettanti e danzanti con flicorno solista in contraltare, molto in stile Jerome Moross de Il grande paese. A tempo di ragtime tipico da saloon il piacevolissimo “Buffalo Rag (Full Version)” (il brano più lungo dell’album: 4’00”) e “Buffalo Shuffle” per piano solo. “Notturno per un piccolo lupetto” e la variante “Instrumental” che chiude il CD sono la gemma compositiva della colonna musicale, con il leitmotiv in versione meditativa magniloquente e nostalgica al medesimo tempo, in cui il tema si avvicina nella nuance enfatica a Joe Hisaishi e Patrick Doyle, con il suo avanzare lento e maestoso insieme, cantato dalla bella, sospirata e intensa voce della DiBona inneggiante la sacralità del racconto. 

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